la mula gioca a pallone di R. S.

la mula gioca a pallone la mula gioca a pallone / club in mano ai boss della coca La triste fine dell «eroe» Higuita Calcio e malavita, pallone e droga. Un connubio che in Colombia ha lunga vita, testimoniata da decine di episodi. L'ultimo risale all'altro ieri, vigilia della sfida della Nazionale di Maturana agli Usa, quando il et della squadra sudamericana ha dovuto spedire in panchina Gomeze, minacciato di morte dai narcotraficantes. Così, dopo il caso Higuita, il pittoresco portiere della Colombia di Italia '90 in galera per storie di droga, e dopo tutto le polemiche attorno al Medellin quale società di proprietà dei boss della cocaina e dell'eroina, la Colombia pallonara è di nuovo finita su tutti i giornali del mondo non per le rovinose sconfitte americane ma per gli intrecci calcio-crimine. René Higuita, capellone numero 1 della nazionale colombiana, famoso per le sue uscite dissennate fuori dall'area, dissennatezze che costarono alla squadra di Maturana tanti rovesci, due anni fa è passato clamorosamente dallo stadio al carcere. Con un'accusa pesantissima: aver partecipato al rapimento di Claudia Molina, figlia di un commerciante inquisito per l'omicidio del giornalista Guillermo Cano. Il portiere, idolo dei tifosi malgrado i molti gol subiti in modo balordo, idolo soprattutto per i suoi istrionismi, secondo gli inquirenti avrebbe preso parte al sequestro cercando di fare il mediatore nella trattativa per il pagamento del riscatto. Nella vicenda, Higuita finì per i propri le¬ gami con il mondo dei narcotraficantes. E, delle bande che prosperano sulla droga si parlò tanto cinque anni fa quando (dicembre '89) a Tokyo il Milan conquistò la Coppa intercontinentale per club battendo il Medellin, secondo i mass media di tutto il Sudamerica «la squadra del "cartello" dei Medellin», il clan più ricco e feroce di trafficanti di coca, capeggiato dall'allora potentissimo Paolo Escobar. Imbarazzante, per il Medellin la circostanza che la maggior parte dei dirigenti fosse in carcere in Usa per aver cercato di introdurre negli States quintali di coca. Se Escobar finanziava il Medellin, il suo grande avversario Gonzalo Rodriguez, detto «el mexicano», appoggiava concretamnte il Millionarios di Bogotà. I colombiano ormai non stupiscono più dell'infiltrazione dei signori della droga nel football, la subiscono come un fatto ormai naturale, impossibile da evitare. I tifosi, poi, non se ne scandalizzano affatto, gli interessa soltanto che la squadra del cuore vinca: e grazie ai soldi della coca il pallone colombiano è il più ricco del Sudamerica (Higuita guadagnava cifre favolose), i miliardi dei narcotraficantes hanno permesso a un club come il Medellin di conquistare la Coppa Libertadores e di sfidare il Milan per il titolo di campione del mondo e a formazioni come l'America di Cali e il Millionarios di diventare tra le più forti del continente. [r. s.]