Anche o Oriundo fora molto colilo di Gian Paolo Ormezzano

MESSICO-EIRE MESSICO-EIRE Anche o Oriundo fora molto colilo Ma Charlton scherza e non sembra preoccupato ORLANDO. Vigilia di Messico-Eire con messicani e irlandesi, tecnici e giocatori e giornalisti, che parlano molto dell'Italia. Il Messico, nostro ultimo avversario di questa prima fase, si è allenato ieri, ammettendo solo i fotografi e diffidando chiunque dal fare domande. Mejia Baron, il et che ha cominciato il Mondiale presentato come odontotecnico e che adesso è già docente universitario di scienza dentaria, ha ammesso di essere preoccupato per la taglia atletica e la furia degli irlandesi, che sono in pratica dei norvegesi matti. «Sto pensando di usare in attacco Hermosillo, è il nostro giocatore più alto, 1,90. Potrebbe cominciare subito o sostituire a un certo punto Hugo Sanchez o Luis Garda». Pare che il più vicino all'esclusione, o alla staffetta, sia Hugo Sanchez, nonostante il suo passato di odontotecnico, omologo del et: sacrificarlo è mossa storica, il Messico deve vincere, se vince senza Hugo finisce un giocatore, un'era, se perde senza Hugo finisce Mejia Baron. Il quale Mejia Baron recupera Garcia Aspe dopo un turno di il nostro calcio, rutilante, spavaldo, gaglioffo, interessante. L'Italia è anche punto di riferimento cabalistico per il Messico: «L'Eire non vi aveva mai battuti, ce l'ha fatta qui. Noi non vi abbiamo mai battuti, ce la faremo qui». Poca trippa comunque per i gatti famelici che siamo. Il Messico.si è concesso in pieno ai giornalisti soltanto ieri sera, quando in Italia era già la mattina di oggi giovedì. Più gentili e disponibili gli irlandesi, però sin tropo sdrammatizzanti. Con il sospetto nostro che si siano innamorati della loro caratterizzazione canonica: bevitori, allegroni, orgogliosi e menefreghisti con una specie di continuo equilibrismo sentimentale, capaci di autohandicapparsi per la finalissima mondiale pur di non rinunciare a una pinta di birra in più. Ci marciano, insomma, forzano i loro difetti e pregi, e il et Jackie Charlton, inglese, gioca a fare quello che è più irlandese mattoide di tutti, gli chiedi come sta qui nel caldo della Florida e lui dice che purtroppo in questi laghi paludosi non ci sono salmoni. Il forno di mezzogiorno e mezzo a Orlando lo preoccupa? «Sapevamo tutto da un pezzo. E poi ho scoperto che questo Citrus Bowl ha uno spacco fra le gradinate e da lì entra sempre un po' d'aria, basta giocare in una certa parte del campo». Charlton sembra volerei ancora godere il successo sul'Italia, senza trasferimenti sul Messico. «Potrei anche far giocare Cascarino, oriundo vostro, cosi finalmente farei contento qualche italiano». Cascarino è gran colpitore di testa, i messicani sono per dogma bassotti. Ma probabilmente giocheranno quelli dell'I a 0 dell'altro giorno: Cascarino forse farà il secondo tempo, sostituendo Coyne. Mescolando por il match di oggi la drammatizzazione messicana e l'indifferenza irlandese ci sembra comunque eli ottenere qualcosa di indefinito, di torbido. Che partita sarà? In ogni caso, ambiente quasi tutto latinoamericano, i pochi irlandesi al seguito sono alle prese con grossi problemi di bevute, di conti d'hotel, di poliziotti americani che non si ricordano del loro nonno arrivato qui da Dublino. |4-4-2] [ Jackie Charlton, il tecnico dell'Eire A destra, Hugo Sanchez risponde con le dita a V a chi lo voleva fuori trus Bowl al campo, dice: «La sfortuna ci ha vietato il pareggio contro la Norvegia e ci ha portati a questo match drammatico, spaventoso contro gli irlandesi». Abbiamo detto che tutti parlano dell'Italia. In effetti il giornalista italiano rischia di divenire un intervistato, quando finalmente è in contatto con temici o giocatori stranieri. Un po' per le risultanze di questo torneo, un po' per come è chiami Gonzales. Cosa statisticamente incredibile: Gonzales è il cognome messicano più diffuso. Mejia Baron tiene a dire che «i messicani degli Stati Uniti si stanno comportando benissimo, ci sostengono senza asfissiarci. Rispetto ai messicani del Messico, sono persino più comprensivi: da noi se giochiamo male ci fischiano, qui sono sempre incoraggiamenti)'. Passando dalle gradinate del Ci- squalifica e sembra deciso a mettere in squadra Jorge Rodriguez, che ha raggiunto la forma. Fuori in linea di massima, rispetto alla partita contro la Norvegia, Valdes e Gutiorrez. Però, escono un centrocampista e un difensore, entrano due centrocampisti. E allora è possibile che Del Olmo, versatile, giochi più indietro, vicino al libero Ramirez Perales. Da notare che nel Messico non c'è nessuno che si Gian Paolo Ormezzano