Dopo Poggiolini, giudici in corsia; l'isola di Utopia si chiama Europa

Dopo Poggiolini, giudici in corsia; l'isola di Utopia si chiama Europa Dopo Poggiolini, giudici in corsia; l'isola di Utopia si chiama Europa necessità di nuove regole del gioco in ciò che lo circonda, valide per tutti, trasparenti, incorruttibili, inappellabili. Quelle strutture politiche, apolitiche di rappresentanza, di tutela dei diritti, forse spariranno e non solo perché non hanno mai funzionato bene ma perché l'uomo si sentirà tutelato da se stesso con strutture istituzionali da lui create e riconosciute inalterabili che sono le leggi già esistenti finalmente applicate e rispettate. Riccardo Ruà, Pino Torinese Assenteista dell'urna Ho respinto il mio certificato elettorale per esprimere concretamente la delusione, la sfiducia e la disapprovazione per codesta ingannevole e costosa megastruttura burocratica (l'altra ancora peggiore è l'Onu) che si vuol gabellare per Unione europea. For^' un'unione di bottegai meschini e litigiosi in tanti lustri avrebbe fatto di più e meglio; per lo meno non si sarebbe ostinata a pagare gente per produrre beni da far distruggere da altra gente, sempre a pagamento ovviamente, mentre metà dell'umanità muore di fame. Forse un'unione di bottegai avrebbe capito prima la situazione della Jugoslavia e sarebbe in qualche modo intervenuta subito e con decisione. Quella dell'Europa unita si avvia ad essere un'altra delle sublimi utopie finite in liquame storico proprio come il socialismo, il fascismo, il comunismo, il cattolicesimo politico e via dicendo. Ho l'impressione poi che i politicanti italiani considerino quella del parlamentare europeo una specie di sinecura ben retribuita. Bene, chi vi aspira lo faccia pure, ma senza il mio contributo. Se l'Unione europea ò una cosa seria me lo si dimostri subito RISPONDE 0.d.B. lillill vX::;:\:::':;::\::::::::-:v.-::::-:::::;:: Egr. sig. Del Buono, è da un po' di tempo che leggo le «lettere al giornale», e mi sono deciso solo ora di scrivere - perché avevo i miei dubbi circa la pubblicazione dopo aver letto di quella mamma che ha il figlio in carcere e che si lamenta sui prezzi dei generi di soprawitto. Innanzitutto, voglio dire a quella signora che non deve affatto sentirsi una vigliacca, anzi, tutt'altro, è da ammirare. Sig. Del Buono, ci sono altre cose che purtroppo la gente normale non sa... Ercole De Leo, Belluno comune, e non un penale dove di solito dovremmo essere mandati per potere avere l'opportunità di svolgere una qualche attività lavorativa o altro. Questo è tutto quello che tengo a fare sapere senza scendere in altri particolari che, a raccontarli, ci sarebbe veramente da mettere le mani nei capelli e strapparseli per la rabbia. Ho e abbiamo sbagliato, ed è giusto che uno paghi gli errori commessi, ma almeno che ci venga data l'opportunità di vivere come uomini, e non solo come numeri di matricola. Chiedo scusa per lo sfogo e la ringrazio per l'attenzione rivoltami...». Oreste del Buono Destra e sinistra allo sprint Sulla prima pagina de La Stampa del 16 giugno ho letto che l'antenato dell'uomo, da mancino che era, ha impiegato trenta milioni di anni per usare la destra. Senza voler affatto essere ma¬ levolo nei riguardi del nuovo governo, ma soltanto per fare una battuta, non posso fare a meno di pensare che anche in questa occasione l'on. Berlusconi ha saputo fare meglio: per usare la destra ha impiegato soltanto tre mesi. Lele Bonariba, Tortona Quell'ombelico di troppo per Eva Nella lettera pubblicata il 15 giugno il signor Griva fa notare che la Eva dipinta dal Masaccio, siccome non partorita ma creata, non dovrebbe avere l'ombelico, e questo è un particolare vero e curioso di cui credo che la maggioranza non si sia mai accorta. Ciò che invece pare un po' eccessivo è il pensare che in ben cinque secoli nessun critico se ne sia mai reso conto. Sarà invece probabile che, pur sapendolo, i critici abbiano per così dire sorvolato su questo particolare, forse lasciando sottintendere che l'autore avrà evitato di dipingere la nostra progenitrice secondo la realtà delle Scritture, per non disorientare gli osservatori con un ventre che sarebbe apparso fuori dal consueto modo di vedere questa parte del corpo. Quanto poi al dire che l'essere umano fu creato «a immagine e simiglianza di Dio», questo credo non significhi nulla perché Dio, per eccellenza il non partorito, in umana prospettiva certamente non ha ombelico. Alfio Sapenco, Alessandria Giustizia fiscale e pensioni da fame Si fa un gran parlare di giustizia fiscale, retributiva e pensionistica, ma non si ha mai il coraggio di indicare il reddito mensile medio che possa permettere a tante famiglie italiane di vivere dignitosamente. Mi capita spesso, quando faccio la fila negli uffici postali, di notare scandalose pensioni da fame. Sappiamo di stipendi di operai, impiegati e insegnanti del tutto inadeguati a soddisfare i bisogni primari dell'individuo. Tanta gente, purtroppo, non reagisce più all'inesistente Stato sociale in Italia, vuoi per dignità vuoi per consolidata rassegnazione. E' ora che i mass-media incomincino a spiegare attraverso reportage realizzati in varie regioni d'Italia le macro-sperequazioni esistenti in materia. Lo spreco e il superfluo dilaganti rischiano di nasconderci la miseria e il degrado sociale che sono spesso la causa principale di sconquassi familiari, di insuccessi scolastici tra i giovani e di guerre tra i poveri. Come si può pensare di essere solidali con gli extracomunitari, se non lo siamo tra di noi connazionali? Il sentirsi inferiori ad altri sul piano economico ed incapaci di sbarcare il lunario innesta una reazione a catena dalle conseguenze inimmaginabili, di cui la classe politica deve prendere coscienza per rimediarvi. Eupremio Guadalupi, Brindisi Il deficit Rai comincia dalla lingua Poiché la Rai si trova in gravi difficoltà (e non solo finanziarie), offro gratuitamente il mio modesto contributo per salvare - almeno quella - la lingua italiana. In questi giorni i telegiornali delle varie reti ripetono con monotona ossessività (dndagine conoscitiva». Basterebbe sfogliare un dizionario per sapere che «indagine» significa «azione svolta per conoscere». Sicché indagine conoscitiva è un grossolano errore oltreché una tautologia. Spero che i «professori» prendano buona nota e, se i bilanci lo consentono, forniscano ai direttori dei tg una congrua quantità di «vocabolari della lingua italiana». Tullio Manfredi Piossasco (To)

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