Blok il poeta avvelenato di Giulietto Chiesa

IL CASO. Dopo 70 anni si riapre il giallo: Lenin lasciò che lo scrittore fosse ucciso dai servizi segreti? IL CASO. Dopo 70 anni si riapre il giallo: Lenin lasciò che lo scrittore fosse ucciso dai servizi segreti? Blok, il poeta avvelenato Uno storico accusa la Ceka MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Aleksandr Blok fu davvero avvelenato dalla Ceka, la polizia politica sovietica dei tempi di Lenin? L'ipotesi, già più volte avanzata negli anni scorsi, torna a ripresentarsi a Mosca sulla base dì studi, ricerche d'archivio, testimonianze e raccolte d'indizi che aprono almeno altrettanti interrogativi di quanti ne chiudano. «Non posso fare nulla... sono pieno di dolori, non riesco a respirare», scriveva Blok alla madre nel gennaio del 1921. Aveva allora 41 anni. E' l'apparizione dei primi sintomi di una malattia le cui origini non furono mai scoperte. Una diagnosi definitiva non fu mai formulata. Restano le testimonianze degli amici, che parlano di «acuti e diffusi dolori», di «difficoltà respiratorie», di una fortissima «instabilità nervosa». Lo scrittore Vladimir Soloukhin è tra quelli che intensamente hanno cercato di ricostruire, per anni, il decorso di quella strana e inspiegabile malattia. E ha fatto una prova, ha esposto tutti i sintomi al professor Boris Petrov, chirurgocapo dell'Istituto Sklifasovskij di Mosca, ricavandone una diagnosi postuma ma inequivoca: «Non so cosa ne pensino i vostri critici letterari, ma a me sembra veleno. L'hanno avvelenato». Anche i medici dell'epoca devono avere avuto dei sospetti. Il 18 giugno del 1921, di fronte al peggiorare delle condizioni di Blok, ormai costretto a letto, venne convocato un consulto medico. Il malato era personaggio illustre, ufficialmente portato in palmo di mano dal regime. I medici non potevano che essere di prima scelta, ma i loro gradi di libertà «politica» erano senza dubbio limitati. Blok era stato un corifeo della rivoluzione, ma negli ultimi anni aveva manifestato con troppa evidenza la sua delusione... I medici concludono che occorre ricoverare il poeta in una qualche clinica per malattie cardiache, e uno di loro, il professor Troitskij avanza la proposta che Vladimir Lenin, a sinistra, non fermò il braccio omicida della Ceka Aleksandr Blok: dopo gli entusiasmi per la rivoluzione non nascondeva un atteggiamento critico possibile ipotizzare che la figlia abbia confessato in punto di morte alla madre il suo misfatto e che il dolore e la vergogna abbiano distrutto quest'ultima? Possibile, certo. Tanto quanto ritenere che una madre si uccida per la disperazione di vedersi morire tra le braccia una figlia giovane e, a quanto si dice, di rara bellezza. Sciogliere il nodo della verità è impossibile. Konstantin Fedin scrisse, celebrando Blok, un epitaffio politico che, con il suo linguaggio esopico, molto può spiegare: «Blok è morto giovane, e si è stranamente percepito che con Blok se n'è andata la vecchia epoca precedente, quella che, vissuta fino alle soglie della rivoluzione, fece un passo per farla propria, cercando di mostrare dove occorreva diligersi, ma cadde, come resa impotente dalla stanchezza del cammino fin qui percorso». Forse caddero per la loro «stanchezza». Forse furono fatti cadere. La malattia durò tre mesi. Aleksandr Blok si spense il 7 agosto 1921 nella sua casa della via dei Decabristi al numero 57. Storie di veleni, storie misteriose che nessuno potrà mai dimostrare per vere, perché il tempo e l'astuzia degli uomini hanno cancellato le tracce. Storie che continuano a intrecciarsi ad ogni ritrovamento d'indizi in archivi un tempo rigorosamente segreti e che oggi aprono spiragli ambigui, perché in quegli'archivi non sempre si cela la verità, e spesso quelle verità che racchiudono sono esse stesse scatole cinesi che si aprono senza sosta l'una nell'altra, Aleksandr Blok fu il primo dei grandi poeti della rivoluzione a morire in modo «strano». Tanti altri lo seguirono, grandi e meno grandi: Gumiliov, Ganin, Oreshin, Klychkov, Esenin, Majakovskij, Rubtsov, Talkov. E strane morti incontrarono, insieme a Maksim Gorkij, rivoluzionari provati come Frunze, Kamenev, Ordzhonikidze, Kirov. La bara di ciascuno di loro è una matrioshka infinita. o, grandi e meno ov, Ganin, Oreshin, nin, Majakovskij, ov. E strane morti nsieme a Maksim ionari provati comenev, Ordzhonia bara di ciascuno atrioshka infinita. Giulietto Chiesa i

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