L'uomo di primavera rimette la cravatta

Firenze, presentate le nuove collezioni Firenze, presentate le nuove collezioni L'uomo di primavera rimette la cravatta Molti modelli si ispirano ai colori dei Caraibi e allo stile Dolce vita min max min max mln max Bolzano 15 32 Firenze 15 32 Bari 21 29 Verona 16 32 Pisa 15 30 Napoli 20 29 Trieste 21 28 Ancona 15 28 Polenza 14 26 Venezia 19 29 Perugia 18 29 S.M. Leuca 20 27 Milano 18 32 Pescara 14 28 R.Calabria 21 31 Torino 18 28 L'Aquila 12 28 Palermo 21 27 Cuneo 21 30 Roma Urbe 17 28 Catania 16 28 Genova 20 26 Roma Ciamp. 19 30 Alghero 14 30 Bologna 19 31 Campobasso 16 27 Cagliari 17 28 CITTA' ESTERE min max min max Amsterdam 9 20 sereno Lisbona 22 32 sereno Atene 20 30 variabile Londra 13 23 sereno Bangkok 26 33 variabile Los Angeles 19 31 sereno Berlino 12 20 nuvoloso Madrid 19 36 sereno Bruxelles 11 23 sereno Montreal 16 25 nuvoloso Bucarest 15 31 variabile Mosca 13 22 variabile Budapest 14 28 variabile New York 21 30 serono Buenos Aires 8 15 sereno Parigi 14 27 sereno Copenaghen 10 19 nuvoloso Pechino 20 28 sereno Dublino 7 18 nuvoloso Praga 14 21 nuvoloso Francolorte 12 24 sereno Rio de Janeiro 18 27 nuvoloso Gerusalemme 19 30 sereno Solia 15 26 variabile Ginevra 17 30 sereno Sydney 9 21 nuvoloso Helsinki 9 12 nuvoloso Tokyo 21 26 nuvoloso Johannesburg 6 20 sereno Varsavia 7 25 variabile M Cairo 20 36 sereno Vienna 20 30 variabile Giacche allungate e cucite a mano: così Brioni vede la moda per uomo FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO «Si usa molto la cravatta, ma si toglie prima. In America certe grandi corporation consentono ai loro impiegati di arrivare in ufficio il venerdì in T-shirt e golf», informano da Zegna, fieri di poter dire che le richieste dei loro abiti su misura sono salite alle stelle. Giacche allungate, rigorosamente cucite a mano, dalle spalle morbide e scese, come la scuola napoletana insegna, tengono banco da Brioni. La più grande delle nostre sartorie, a cui si affida anche Donald Trump, mostra un tessuto cachemire peso piuma: 200 grammi al metro. Raffinatezze per uomini incontentabili. Giovanotti che spingono all'estremo la sciccheria ostentando scarpe in vitello bulgaro aromatizzate alla betulla. Per loro le ha create Mantellassi, scippando l'idea a un'antica leggenda inglese che racconta come il vero lord si riconosca dal profumo delle calzature. Un passo indietro? No, assicurano gli esperti. Ma c'è bisogno di sicurezza, di ordine e pulizia. Tutto questo, comunque, non impedisce alle aziende di esibire le ultime scoperte in fatto di tessuti e lavorazioni. Così il gioco di luce dei blazer Zegna, in seta cangiante (un omaggio a Mastroianni?), si dilata ai massimi termini da Allegri. Tanto che ci si può specchiare nei giubbotti di rayon e cotone che paiono lucidati da eccessive passate di ferro. Mentre gli impermeabili di Ballarmi, in cotone e nylon, sono leggeri come pelle d'uovo. E il trattamento tecnico, con attenzione quasi femminile al dettaglio, è l'asso nella manica di molti. «Come non entusiasmarsi di fronte a queste camicie di camoscio stropicciate, ciancicate da centrifughe impazzite?», esclama Masciarelli, concentrato nel ruolo di testimonial- modello per Nazareno Gabrielli. Maschi super esigenti, tendenzialmente classici, ma con un occhio rivolto alle piccole trasgressioni. Pronti a mostrarsi con un Borsalino color pervinca. Disposti a spendere anche due milioni per un golf di cachemire, come quello prodotto da Malo, a losanghe differenziate. Saranno questi italian boys a rendere nuovamente frizzante il mercato che a fatica sta uscendo dal tunnel della crisi? L'Italia è ferma agli Anni Cinquanta, alla «Dolce Vita». Almeno per quanto riguarda le grandi mode nate dalla strada. La ragione? «I vostri ragazzi faticano a staccarsi dalle sottane della mamma. Non se ne vanno mai di casa. Subiscono il condizionamento della famiglia: sia nei comportamenti, sia nella scelta degli abiti. Nei Paesi anglosassoni succede esattamente il contrario, ecco perché sono fonti inesauribili di tendenze». Parola di Ted Polemhus, antropologo inglese di fama mondiale che ieri sera - alla Stazione Leopolda di Firenze - ha presentato, la mostra «Supermarket of Style». Un escursus di stili del passato da cui oggi i giovani attingono a piene mani, come in un supermercato, mischiando a tutto spiano. Nascono così le nuove tribù metropolitane dei «travellers» (adolescenti nomadi) o dei «pervs» (feticisti). I vincenti, però, quelli che influenzeranno maggiormente il costume, saranno i «raggamuffins», sostiene Polhemus. Sexy e coloratissimi, d'importazione giamaicana, indossano pantaloni a strati, perforati da immaginari colpi di pistola. Perché avranno successo? «Sono i più nuovi, i più autentici», assicura lo studioso mentre 18 ragazzi - che lui ha raccattato nei quattro angoli dell'Inghilterra - esibiscono folli toilette. Sullo sfondo, una mappa gigante si illumina, illustrando i percorsi stilistici dagli Anni Quaranta a oggi. L'unico trend made in Italy citato sul tabellone, risale appunto alla Dolce Vita. E a quel periodo comunque, guarda caso, si rifanno molti dei capi presentati, per la prossima primavera estate alla manifestazione Pitti Immagine Uomo. L'onda lunga della Seconda Repubblica ha riportato in auge la nostra antica sartoria. «Il ritorno della cravatta tradizionale è un chiaro sintomo di questo revival», dicono da Cosma, dove le richieste di fantasie regimental, pois e micro disegni, sono aumentate del 30 per cento. Un incremento di fatturato del 20 per cento si registra pure da Stefano Ricci (inventore della versione plissettata) e da Fabio Ferretti che ha fatto centro con un modello a sette pieghe interne, contro le 4 solite. Antonella Ama parte