Pomeriggio da Far West a Roma

Pomeriggio da Far West a Roma Pomeriggio da Far West a Roma Tre rapine finite nel sangue: due morti e sei feriti ROMA. La povera guardia giurata Alfonso Tortorella, 49 anni, adesso è il reperto P. Disteso a terra, braccia e gambe allargate, gli occhi sbarrati, il cartellino bianco con la lettera dell'alfabeto accanto, quel cadavere in divisa è il simbolo del pomeriggio di sangue vissuto ieri a Roma. Poco più in là, all'interno dell'agenzia Portuense della Banca Commerciale, c'è un altro morto, Elio Di Scala, 31 anni, ex terrorista nero riscopertosi rapinatore, anche lui un simbolo, ma del riciclaggio sempre più frequente dei neofascisti di un tempo nelle file della criminalità comune. All'ospedale ci sono un bandito e un impiegato feriti. Meno di un'ora dopo, dall'altra parte di Roma, quartiere Prati, un impiegato di banca viene ferito a colpi di pistola, uno degli sparatori cade in trappola quasi subito. Ancora un'ora e altri tre banditi entrano in azione vicino all'università: svaligiano una gioielleria, scatta l'allarme e una Volante incrocia due dei tre rapinatori; questi puntano le pistole e i poliziotti fanno fuoco, li feriscono e li arrestano, il terzo bandito riesce a fuggire. Erano anni che non si viveva un simile pomeriggio nella capitale, e fuori dalla banca del Portuense, in via Isacco Newton, curiosi in pantaloncini e canottiera commentano con negozianti e testimoni la sparatoria che ha lasciato a terra due morti e due feriti. Due o tre rapinatori sono in fuga, con il misero bottino di qualche milione; Silvia, 21 anni, li ha visti mentre uscivano dalla banca: «Erano eleganti, in giacca e cravatta, giovani e molto belli, i capelli corti sistemati col gel. Io ne ho visti tre, e sono saliti tutti su un solo motorino, uno "zip" nero; hanno preso per di là, verso via del Casaletto. Quello in mezzo aveva in mano un sacchetto di plastica, io pistole non ne ho viste». L'azione è scattata alle 15,45. La banca stava per chiudere, dentro erano rimasti gli impiegati e qualche cliente. Tre o quattro signori ben vestiti hanno aperto la prima porta a vetri della Commerciale, uno sguardo alla guardia giurata chiusa nel gabbiotto blindato e scatta anche la serratura della seconda porta. A questo punto i rapinatori sono dentro, tirano fuori le pistole a tamburo e avvertono i presenti: «Tutti a terra, è una rapina». Le testimonianze su quel che accade poi sono contraddittorie, ma secondo la ricostruzione più attendibile i banditi svuotano in fretta la prima cassa. Ci sono pochi milioni, ma decidono ugualmente di andarsene. Gridano alla guardia di aprire la porta, ma Tortorella si rifiuta. Allora un bandito prende in ostaggio un impiegato, Claudio Vasselli, un altro appoggia un pacchetto di plastica fuori dal gabbiotto della guardia e dice che si tratta di esplosivo, che tra poco salterà: era plastilina. «Io ho sentito uno che gridava "Apri, per favore, apri"», ricorda Luciano, giovane addetto alle pulizie che si trovava all'interno della banca. Lui dice che in quell'agenzia il metal-detector all'ingresso non c'è, è per questo che i rapinatori sono potuti entrare indisturbati con le pistole. Anziché aprire, Tortorella decide di reagire, esce dal suo rifugio blindato, spara e uccide Di Scala; i complici del bandito col¬ pito a morte rispondono al fuoco, la guardia è ferita ma riesce ancora a sparare e ferire un altro rapinatore Fabio Gaudenzi, 22 anni, piccoli precedenti per ricettazione e segnalato come simpatizzante dei gruppi naziskin. Lui riesce a sopravvivere, Tortorella no, fa ancora qualche passo, stramazza e muore. Gli altri banditi escono, e da fuori sparano ancora verso le vetrate della banca. Poi salgono sul motorino e fuggono. In pochi muniti arrivano il capo della Mobile Ronconi, gli uomini della Criminalpol, i carabinieri. E mentre tra i cadaveri, le pozze di sangue e i racconti degli impiegati sotto choc si cerca di capire la dinamica dell'assalto, le autoradio della polizia gracchiano e annunciano quello che sta avvenendo in altre due vie di Roma. Prima la sparatoria al quartiere Prati, poi quella dalle parti dell'università: altre due rapine a mano armata, altri tre feriti, altri banditi arrestati. Tutto mentre più di trecento uomini, tra poliziotti e carabinieri, erano già impegnati nei posti di blocco e nelle ricerce dei rapinatori fuggiti da via Newton. Il questore di Roma, Fernando Masone, ex dirigente della Squadra Mobile nella capitale, commenta: «E' stata una giornata pesante, ma fra i vari episodi non ci sono collegamenti. Negli ultimi anni di certo rappresentano una novità; ai miei tempi però, negli Anni Settanta, erano un fatto normale. Comunque prevedo sviluppi, sia per l'individuazione dei responsabili, sia per l'eventuale recupero della refurtiva, che peraltro è scarsa». Giovanni Bianconi ,QUARTIERE PRATI, VIA FABIO MASSIMO. DUE BANDITI AGGREDISCONO ALL'ESTERNO UN COMMESSO DELLA BANCA DEL CIMINO E LO FERISCONO. ARRESTATO UNO DEI RAPINATORI ORE 16,25 PR ORE 15,45 ,QUARTIERE PORTUENSE, VIA ISACCO NEWTON. IN TRE ASSALTANO L'AGENZIA DELLA BANCA COMMERCIALE ITALIANA. DUE MORTI [UN RAPINATORE E UN VIGILANTE] E DUE FERITI [UN RAPINATORE E UN IMPIEGATO Minuti di terrore ieri nell'agenzia della Banca commerciale italiana del rione Portuense: una rapina compiuta da tre ex terroristi neri è finita nel sangue: due morti e due feriti

Persone citate: Alfonso Tortorella, Claudio Vasselli, Di Scala, Elio Di Scala, Fabio Gaudenzi, Fernando Masone, Giovanni Bianconi, Tortorella

Luoghi citati: Roma