All'Artifex e all'Unione Culturale ventitré artisti d'avanguardia
S GIOVANI DEGLI ANNI OTTANTA S GIOVANI DEGLI ANNI OTTANTA All'Artifex e all'Unione Culturale ventitré artisti d'avanguardia CHI voglia rendersi conto della situazione dell'arte giovane torinese non perda questa rassegna conclusiva di quindici anni di attività dell'Unione culturale (dall'ottobre 1979 a oggi): attività metodica e molto meritoria in un settore, quello dell'avanguardia, cui non arride l'interesse del pubblico. Per l'occasione è stato pubblicato un volume che riassume tutte le mostre, a cura di Carla Barbero, Beatrice Merz e Francesco Poli. Gli artisti presentati sono 23, una scelta, quindi, dei moltissimi espositori. Sono stati esclusi i più incerti tra pittura tradizionale e avanguardia e si sono privilegiati quelli maggiormente allineati alle nuove concezioni dell'arte: Astore, Barovero, Benatello, Benetti, Biffaro, Busto, Destito, Ferrara, Garoglio, Giardini, Massaioli, Meneghello, Nazzaro, Ponzio, Pusole, Raffaelli, Ragalzi, Rossino, Sibona, Stoisa, Vetrugno, Zaccone, Zanichelli. Tutti «giovani» degli Anni 80 e ora non più così giovani. Sculture, oggetti più o meno dipinti e reperti sono stati sistemati, fino al 30 giugno, non solo nella sede dell'Unione, in via Cesare Battisti 4/B, (orario 15-19, chiuso sabato e festivi), ma anche presso Artifex, via Valporato 68, (orario 20-02, chiuso lunedì e festivi). E' noto che nell'arte del nostro tempo, mentre molti conti- SONO numerose le occasioni che il Canavese offre in questo weekend e fino alla fine del mese a chi ama l'arte. Si concluderà infatti il 30 giugno la mostra «Lacche orientali della Collezione Garda di Ivrea», promossa dal Comune di Ivrea, dall'Apt del Canavese e dalla Olivetti. Nella suggestiva cornice della Chiesa di San Bernardino, si possono ammirare oltre settanta lacche decorate con le tecniche «raden e maki-e», basate sull'utilizzo di polvere d'oro, argento e madreperla. Gli oggetti in esposizione, fanno parte della collezione donata da Pier Alessandro Garda alla Città di Ivrea nel 1874, e sono stati sottoposti ad una lunga opera di restauro, condotta da esperti italiani e giapponesi. La rassegna si articola in tre sezioni. La prima è dedicata alle lacche destinate alle famiglie feudali, fra cui spiccano raffinati contenitori di corredi matrimoniali. Nella seconda sezione sono esposte lacche borghesi e di uso quotidiano, che servivano per il tè, la scrittura e il fumo. Infine, si possono ammirare le lacche prodotte per il mercato occidentale, fra cui una preziosissima coppia di paraventi. Tutti gli oggetti risalgono al periodo Edo ( 1600-1867) ed inizio Meiji. La mostra è aperta tutti i giorni, dalle 9,30 alle 19,30. L'ingresso costa 10 mila lire (8 mila lire il ridotto). Prenotazioni al numero verde 167.013231. Per informazioni ci si può rivolgere allo 0125/618.131. nuano a dipingere scolpire secondo l'ottica tradizonale, ignari dei progressi culturali del tempo, molti altri, più avveduti e sensibili ai messaggi della contemporaneità, si sono voluti cimentare nella produzione di oggetti, o insiemi di oggetti, del tutto scissi dalla volontà o capacità di raffigurare il mondo sulla tela o a tutto tondo. Essi, però, al mondo non hanno rinunciato: ne prelevano dei pezzi, li modificano (oppure no), li «assemblano» o li «giustappongono». Quello che ne risulta è pur sempre un qualcosa offerto all'indagine visiva e alla meditazione. Un qualcosa, potenzialmente, in grado di suscitare un godimento estetico. Ognuno di questi ex-giovani ha il suo preciso punto di riferimento in uno o più Maestri della cultura d'avanguardia: perciò da questa doppia mostra emerge quasi in «controparte» e senza sfigurare, un museo internazionale dell'avanguardia. Vi sono sculture che sembrano tubi o lastroni di ferro arruginito, tele che paiono fumetti ingranditi, oppure vetrini di microscopio, o particolari (ingranditi) di tavole mediche anatomiche o istologiche; vi sono, naturalmente, i dipinti «nero su nero», le cere, le colature, le bruciacchiature, gli stracci alla Burri ecc. ecc. In generale si L°".de più al tragico, al triste, al depresso, al crudele (come un tempo con le tele dei martiri), all'orrendo, piuttosto che al gioviale o all'allegro. Si fa un abbondante riferimento al cinema, alla televisione ai mass-media. Si carica l'oggetto di molteplici allusioni, di ambiguità, di ambivalenze con rimandi continui a chi osserva. Chi ancora usa marginalmente i pennelli predilige il segno brutto, la pittura kitsch, l'assenza di ogni abilità manuale. Beppi Zancan
Luoghi citati: Comune Di Ivrea, Ivrea
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