Dall'Onu un freddo sì al blitz in Ruanda di Foto Reuter

La risoluzione passa con 10 voti e 5 astensioni. I ribelli tutsi: è un'invasione, reagiremo La risoluzione passa con 10 voti e 5 astensioni. I ribelli tutsi: è un'invasione, reagiremo Dall'Otiti un freddo sì al blitz in Ruanda Le truppe francesi varcano il confine WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' stata un'approvazione riluttante. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha votato ieri una risoluzione che autorizza la Francia e altri Paesi che vogliano unirsi a essa a condurre un'operazione di pace in Ruanda con 10 voti a favore e 5 astensioni. Mai una missione di pace dell'Onu aveva ottenuto un sostegno così risicato. I cinque Paesi astenuti sono Brasile, Cina, Nuova Zelanda, Nigeria e Pakistan e le loro perplessità comprendono valutazioni di diversa natura. Ma da oggi il governo francese potrà lanciare quella che ha chiamato l'Operazione Turchese. L'astensione della Nuova Zelanda è stata il frutto di vecchi dissapori del governo di Wellington con quello di Parigi a proposito della Nuova Caledonia. Altri Paesi nutrono dubbi su un'operazione il cui controllo sarà del tutto al di fuori dell'Onu. Ma l'elemento fondamentale che ha pesato sul voto di ieri è stata l'opposizione manifestata da parecchi Paesi africani rispetto a un coinvolgimento francese in Ruanda. Non si tratta soltanto del passato coloniale africano della Francia, ma piuttosto del fatto che essa non è considerata da alcuni abbastanza neutrale. In particolare, il Fronte Patriottico del Ruanda ha annunciato l'intenzione di combattere i francesi, in quanto sostenitori in passato del governo di Juvenal Habyraimana. Sono stati proprio i miliziani hutu del governo a dare l'avvio ai massacri dopo che l'aereo del presidente venne abbattuto lo scorso 6 aprile. Nel tentare di ammorbidire questa opposizione, il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, si è incontrato con Jaques Bihozagara, responsabile dell'ufficio internazionale del Fronte. Dopo il colloquio, il ministro francese ha annunciato che il Fronte riconosce la Francia come ur interlocutore «degno di fiduc.a», ma ha ammesso di non aver ricevuto alcuna approvazione della missione. Il presidente del Fronte, Alexis Kanyarengwe, ha ripetuto ancora ieri che la presenza francese «può far esplodere la regione». Sempre ieri le Nazioni Unite hanno dovuto evacuare dalla capitale, Kigali, 42 dei pochi Caschi blu rimasti in quanto africani «di lingua francese». L'offerta del governo francese di mandare truppe in Ruanda ha suscitato anche forti opposizioni domestiche. Molti temono che l'Operazione Turchese si riveli una trappola mortale. Così ieri il primo ministro Edouard Balladur ha assicurato che la missione non si protrarrà comunque oltre la fine del prossimo luglio. I francesi stabiliranno due basi esterne al Ruanda. Una a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana e un'altra nell'aeroporto di Goma, nello Zaire. A Bangui sono attesi 2300 soldati e a Goma sono già arrivati gruppi di scout per studiare la situazione e fare preparativi. Se alcuni Paesi africani, a cominciare dalla Nigeria, esprimono perplessità sulla missione francese, altri hanno invece offerto di unirsi ad essa. Tra questi, innanzitutto il Senegal, seguito dal Togo e dal Congo. La missione si presenta estremamente difficile e pericolosa in sé, a parte il rischio aggiuntivo rappresentato dall'ostilità del Fronte. Le agenzie internazionali calcolano che in Ruanda siano state uccise circa 500 mila persone dall'aprile scorso. Oltre 2 milioni di persone hanno abbandonato il Paese, dando vita a impressionanti campi profughi in Tanzania, Burundi e Uganda. Ma, dopo i massacri compiuti dai miliziani hutu contro la minoranza tutsi, l'opposizione si è organizzata nel Fronte, che ha ottenuto importanti successi. Mentre tre mesi fa si trattava di fermare una sola parte, adesso si tratta di fermare una vera e propria guerra civile, compito solitamente disperato. Il sostegno offerto alla Francia dal Segretario generale dell'Onu può rivelarsi una copertura davvero modesta per l'Operazione Turchese. Paolo Passarmi La Nigeria e altri Paesi africani si oppongono alla missione Balladur: ritireremo i nostri uomini entro fine luglio Lago Kivu TANZANIA ZAIRE Bambini tutsi prigionieri a Kigali [FOTO REUTER]

Persone citate: Alain Juppé, Alexis Kanyarengwe, Balladur, Edouard Balladur, Goma