«Dimissioni? Siamo vivi e vegeti» di Maria Grazia Bruzzone
Il presidente Rai alla Commissione di vigilanza: offensivo parlare di lottizzazione Il presidente Rai alla Commissione di vigilanza: offensivo parlare di lottizzazione «Dimissioni? Siamo vivi e vegeti» Demattè: vogliamo lavorare ROMA. Sarà Raitre la vittima sacrificale del compromesso di governo che salverebbe la Rai congelando i Professori fino al dicembre di quest'anno? Saranno «Milano Italia», «Il Rosso e il nero» e «Avanzi», i gioielli della rete e la nuova night line ancora in fieri i capri espiatori che i Professori consegneranno ai vari Storace, Ferrara, Del Noce, in cambio di una pax televisiva per lo meno temporanea che permetta di reiterare martedì il decreto salvaRai, evitare alla tv pubblica di portare i libri contabili in tribunale e eludere, almeno per qualche mese, il commissariamento che l'ala dura continua a chiedere a gran voce? Angelo Guglielmi, il direttore di rete scampato a un pensionamento epuratore già un anno fa, ai tempi della cacciata di Curzi, e il nuovo direttore del tg3 Andrea Giubilo fiutano l'aria di tempesta, e chiedono, per lettera, di essere ricevuti dal consiglio di amministrazione per discutere del futuro della rete di cui - scrivono testualmente - «vediamo minacciata la stessa sopravvivenza». Una lettera accorata, spedita dopo un'assemblea congiunta dei giornalisti del Tg3 e dei dipendenti della rete. «Stando alle informazioni raccolte - scrivono i due direttori c'è infatti il rischio di decisioni che colpirebbero al cuore la vitalità della rete, in particolare sottraendole la progettazione strate- gica compresa tra le 22.30 e e le 23.30, quella in cui fino a oggi è cresciuta "Milano Italia" e che, secondo una linea di naturale sviluppo, quest'anno potrebbe accogliere la night line realizzata dal tg3». Proprio quella fascia che gli avversari di Guglielmi e Giubilo vorrebbero «regionalizzare», affidandola a Barbara Scaramucci, la direttrice del Tgr-testata regionale, già segretaria di Curzi ma di provata area catto-moderata. Nessun problema per Santoro, amato da Storace e da Pierferdinando Casini che ancora ieri, girando il pollice verso il basso contro i Professori «che se ne debbono andare a casa» ha tessuto le lodi del conduttore. «Se fossi Berlu¬ sconi chiederei a Santoro di essere nella squadra che deve rilanciare il servizio pubblico. E' comunista? E chi se ne frega. Per lui parlano i risultati», ha detto l'esponente del Ccd che insiste per il commissariamento. Mentre l'azzurro Fabrizio Del Noce, che sarebbe anche disposto a lasciare al loro posto i professori, per una strana coincidenza, proprio in questi giorni ha chiesto al servizio Documentazione e Studi della Rai di avere i vecchi numeri di «Lotta Continua» dei tempi in cui era diretta da Enrico Deaglio. Innescando una polemica a non finire coi giornalisti del Tg3, che hanno accusato il responsabile per l'Informazione di Forza Italia di voler raccogliere dossier sospetti sull'ultimo conduttore di «Milano Italia». Nel mezzo del marasma, i Professori rinviano l'approvazionedei fatidici nuovi palinsensti d'autunno, che dovranno mettere nero su bianco l'andamento della prossima stagione tv sulle tre reti. Ma ostentano tranquillità. «Dimissioni? Noi siamo qui vivi e vegeti a fare il nostro lavoro» scherza col solito fair play il presidente Demattè, nell'audizione davanti alla commissione di vigilanza. Ma seriamente aggiunge: «Dire che questo consiglio di amministrazione ha rilottizzato la Rai è offensivo per la professionalità dei miei colleghi». E nel- l'audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato spiega: «Personalmente potremmo anche andarcene, ma ricordatevi che siamo stati insediati in virtù di una legge. Se la volontà sovrana del Parlamento la modifica, noi ci inchineremo a quella volontà e alla modifica della scadenza del nostro mandato». «Tra i senatori ho trovato un clima ottimo, una grande apertura» racconterà più tardi ai giornalisti. Glissando sul senatore De Corato che ha ribadito la richiesta di An per il commissariamento immediato, ribadita in un'interrogazione parlamentare al governo. E i contrasti fra il senatore leghista Bosco e la posizione ufficiale, più morbida, del responsabile per l'informazione Lucaleoni Orsenigo. Proprio intorno all'interpretazione della legge si discute, per trovare un compromesso capace di accontentare i «duri» e «morbidi» della maggioranza. Lo ha detto lo stesso ministro delle Poste Tatarella, spiegando il contrasto formale che esisterebbe tra la legge e il decreto sulla scadenza dei Professori. «Secondo un'interpretazione formalistica della legge, la scadenza sarebbe il dicembre di quest'anno», spiega. Facendo capire che quella sarà probabilmente la soluzione che emergerà martedì prossimo, ultimo giorno possibile per il reitero del decreto fatidico. Maria Grazia Bruzzone II presidente della Rai Claudio Demattè
Luoghi citati: Milano Italia, Roma
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