Sconfitta anche l'altra Italia di Curzio Maltese

Calciatori ko ai Giochi Gay, e la spiegazione è la stessa: mancano gli attributi Calciatori ko ai Giochi Gay, e la spiegazione è la stessa: mancano gli attributi Sconfitta anche Poltra Italia // bomber svela: non sono omo In America anche i gay discriminano il calcio. Nelle Olimpiadi organizzate a New York il soccer «omo» va in periferia. A Flushin Meadow, su un Campetto spelacchiato, vicino allo stadio dove si svolge il torneo di tennis, l'altra Italia s'è giocata ieri un pezzo del suo Mondiale. E ha perso 0-2. Doppietta di Brìttingham, biondino del Boston. Complici un paio di papere del nostro Pagliuca alternativo, Giuseppe. «Il nome vero non te lo dico. I miei non sanno nulla. E poi, dopo 'sta figuraccia, meglio l'incognito». L'altra Italia di calcio si chiama in realtà Milan Kaos, il che volendo potrebbe inaugurare una serie di arditi paralleli. Sono quasi tutti milanisti, segnano poco, difficile che arrivino in finale. Decisiva è la gara di oggi con il Colonia. Comunque vada, questi si fermeranno a New York due settimane. Qualcuno vorrebbe addirittura trasferirsi. «E' una città fantastica - dice Marco - nessuno ti rompe le scatole. Qui il movimento dei diritti civili è cosa seria. Ci sentiamo più discriminati come calciatori che non come omosessuali. Guarda che razza di campo infame ci hanno dato! E poi, niente doccia, niente spogliatoi...». «Sempre a trovar scuse. Il fatto è che non avete le palle!», è la voce del capitano, allenatore e presidente Valerio Chiappa, 31 anni. Uno che fa sul serio. «Sono il Matarrese, il Sacchi e il Baresi della situazione messi assieme. La stampa deve parlare con me. Sennò finisce che vengono fuori i casini, come la faccenda che vogliamo sfidare la Nazionale, ma quando mai?». Chiappa è quello che ha messo i soldi per le maglie, rossonere naturalmente, il nome e l'idea. «Purtroppo ho potuto portare metà dei ragazzi. Siamo 12 contati, più un paio di riserve prestate. Gli altri non avevano i soldi per il biglietto (800 mila lire con lo sconto Gay Games, ndr), o dovevano lavorare. Altrimenti queste pippe di americani li avremmo battuti» NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO sentenzia, rivolto ai bostoniani. «L'idea m'è venuta girando per locali notturni. I ragazzi li ho reclutati uno per uno. Oppure con gli annunci su Secondamano. Ma è stata una faticaccia. La maggior parte equivoca, gli altri quando capiscono che si tratta davvero di giocare a pallone dicono no grazie. Tra gli omosessuali va il body bulding, l'esibizione. L'agonismo non è sentito. E poi c'è la difficoltà di farsi accettare. Abbiamo partecipato a un torneo Uisp, ma quando hanno saputo chi eravamo, diffidenza, battute, paura dell'Aids... Lo sport ha questo mito machista, un po' fascistoide. Ma non pensare che qui siamo tutti di sinistra. Molti stanno con Berlusconi, io voto Lega». Chi sta di sicuro con Berlusconi, e non solo per motivi politici, LA CURIOSITÀ' I nuovi materiali permettono alla sfera di viaggiare a una velocità superiore rispetto al passato Una delle tante marce organizzate dai gay ogni anno lungo le strade di New York è Adelio Cattaneo, 31, il bomber: «Sono vicepresidente del Milan club di Cassano Magnago - fa orgoglioso - è da bambino che seguo il Milan in ogni parte del mondo, campionato, amichevoli, coppe. Ma tu sei di Canale 5? No? Peccato. Comunque, ti parlo lo stesso. Io qui sono l'unico che fa gol». E allora, com'è che stai fuori? «Mi sono sfasciato un menisco, una bella sfiga, eh? Comunque sono contento di esserci. E' bella la città, la gente, la solidarietà. Pensa che io sto a Brooklyn a casa di un tipo che nemmeno conoscevo. L'organizzazione ci ha segnalato degli indirizzi di gay disposti a ospitarci. Ma non ti credere, non ti mettono un dito addosso. A meno che uno non voglia, si capisce». «Io sto da un amico del mio fidanzato - dice Pannos, 22 anni, lo "straniero" - io sono greco però vivo da 4 anni a Roma. Lui è medico e non ha potuto venire, eppoi nessuno sa che è omosessuale». Alla fine, a bordo campo, si raccolgono magliette e pensieri. Si sprecano i lazzi sul povero Giuseppe, il portiere. «Tranquilli - spiega il manager - l'avranno fatto anche gli azzurri con Pagliuca, solo che ai giornalisti non lo dicono». Il più nero è il centravanti, Vittorio. Anche lui senza cognome: «Non sono gay, volevo venire a New York con una scusa. Ho giocato in C1, nel Brindisi, poi è fallito il club...». Curzio Maltese

Persone citate: Adelio Cattaneo, Berlusconi, Chiappa, Gay Games, Matarrese, Pagliuca, Valerio Chiappa