«Noi difensori del pane»

Domenica scorsa in Duomo appuntamento per gii artigiani dell'«arte bianca»: tutti insieme per la qualità Domenica scorsa in Duomo appuntamento per gii artigiani dell'«arte bianca»: tutti insieme per la qualità «Noi, difensori del pane» Festa per i settemila panificatori Una festa. Tutti insieme davanti all'altare, per rendere omaggio a Sant'Onorato, protettore dei panificatori. Una festa che è cominciata venerdì scorso, quando i responsabili del «Consorzio per la tutela del pane e del grissino stirato torinese» hanno presentato alla stampa e alle autorità gli impegni, il lavoro, la profesionalità dei propri aderenti. Un incontro, al quale erano presenti il presidente regionale dell'Associazione di ca¬ tegoria, il professor Giuseppe Bracco, quello provinciale, Giuseppe Boccardo, tutto lo staff di dirigenti e collaboratori. Era presende anche l'assessore Ferrerò. Tutti insieme per porre in primo piano, come ha ricordato Giuseppe Boccardo, il lavoro, l'impegno dei panificatori artigiani di Torino e Provincia Domenica, Sant'Onorato, è stato il giorno della festa, che ha voluto anche coinvolgere la città. Davanti al Duomo di Tori¬ no sono stati distribuiti gratuitamente i grissini, la specialità autenticamente torinese, un «miracolo» ricco di anni, sapori, tradizioni. Poi la messa, in Duomo, sull'altare dei panificatori. Infine il pranzo, nuova occasione di festa, confronto, discussione, allegria. Per i panettieri di Torino e provincia aderenti al «Consorzio per la tutela del pane e del grissino stirato torinese» (450 aziende in città, 780 in provin¬ cia, settemila persone in tutto) l'appuntamento di domenica 19 giugno, Sant'Onorato, patrono dei fornai, è nata così all'insegna della festa. Ma non solo. Spiegano i responsabili dell'associazione, da Bracco a Boccardo: «Quello di domenica è stato innanzitutto un momento di festa, l'occasione tanto attesa per ritrovarci, confrontarci. Ma certo non possiamo dimenticare i problemi che assillano la nostra categoria, i tanti, troppi fronti su cui i panificatori artigiani devono lottare». «C'è ad esempio - spiegano al Consorzio - un uso nuovo della chimica, che sta sostituendo la lievitazione naturale, bloccando l'invecchiamento del pane. Un'innovazione che, al di là di ogni discorso, può presentarsi rischiosa soprattutto per quanto riguarda la digestione». Poi c'è la grande incognita (e il grande rischio) della surgelazione. Surgelazione significa così poter presentare in particolare il precotto surgelato. «E' questa - spiegano al consorzio - la grande incognita, sia per i produttori artigianali sia per i consumatori, che cercano sempre la qualità. Il precotto surgelato è la sfida che la grande distribuzione sta lanciando. Un prodotto anonimo, che troppo spesso arriva sui banchi dei supermercati e dei grandi negozi e che ha una sola funzione: uccidere il discorso della qualità, rendere anonimo, insapore, il pane che ogni giorno arriva sulle nostre tavole. Il precotto surgelato è l'ancora di salvezza per la grande distribuzione, ma è - lo ripetiamo - la condanna a morte per le botteghe artigianali, la condanna a morte del gusto, del lavoro di ogni giorno». In questo discorso si intersecano i nodi le¬ gislativi (italiani e di Comunità europea), si aggrovigliano i problemi che il legislatore sembra non voler tenere in considerazione, o addirittura misconoscere. «Noi - spiegano al consorzio chiediamo una tutela del nostro lavoro, chiediamo che chi lavora artigianalmente il pane e i grissini sia tutelato e non schiacciato da questa grande di¬ stribuzione e dall'invasione di questo pane surgelato. La facciamo per difendere noi stessi, è ovvio, le nostre famiglie. Ma lo facciamo, anche e soprattutto, per difendere le giuste esigenze dei consumatori, che non possono rinunciare a quella qualità che soltanto il lavoro artigianale può garantire. Precotto surgelato significa certo presentare ogni giorno lo stesso pane. Ma un pane ovviamente non paragonabile con quello che può fornire un maestro dell"arte bianca"». E lo stesso discorso vale per il grissino: che deve essere autenticamente artigianale. E soprattutto torinese (anche se l'industria si è appropriata del nome, proponendo però prodotti insufficienti dal punto di vista della qualità e che non sono torinesi).

Persone citate: Boccardo, Bracco, Giuseppe Boccardo, Giuseppe Bracco

Luoghi citati: Torino