Sono salva di Gabriele Beccaria

« « Sono salva » Riecco Monique la pasionaria à due furti alle spalle Ogni giorno, una stazione radio di Kigali mandava in onda la stessa canzonetta, intitolata Monique. E ogni volta, con monotona regolarità, il dj la interrompeva e agli ascoltatori spiegava che il Ruanda aveva anche un'altra Monique, una Monique senza scrupoli che diffamava da anni il Paese e che tutti - così diceva volevano vedere morta. Riconoscerla non era difficile. Monique Mujawamariya portava sulle guance, e porterà per sempre, le cicatrici dell'attentato da cui è scampata per miracolo, quando due anni fa un commando cercò di cucirle la bocca sfasciandole la testa contro il parabrezza di un taxi. In Ruanda è un'eroina e nel resto del mondo è un mito tra gli attivisti per i diritti umani. Bill Clinton l'ha ricevuta alla Casa Bianca ed è rimasto impressionato dalla sua stretta di mano, decisa e prolungata. Di padre hutu e madre tutsi, tre figli e un marito-soldato da cui ha dovuto presto fuggire, Monique ha fatto della pace nel suo martoriato Ruanda una ragione di vita e quando, ad aprile, il Paese è precipitato nella spirale dei massacri etnici non ha avuto esitazioni a tornare a Kigali da uno dei suoi numerosi viaggi tra Europa e Usa. Ha voluto sùbito riprendere il lavoro di «monitoraggio» sul campo e di denuncia degli orrori compiuti dal regime morente e dall'opposizione vincente. Sapeva che la rete internazionale dello «Human Rights Watch» avrebbe provveduto a diffondere la sua voce. Mentre la situazione precipitava, ha stilato rapporti sui raid dell'esercito, sulle stragi dei civili, sulle odissee dei profughi e su sé stessa. Anche lei, infatti, era nella lista dei braccati. Poi. d'improvviso, Monique è sprofondata nel nulla. Gli amici americani l'hanno pianta, ricordando il suo coraggio. Venne loro in mente che nel '92, dopo aver guidato la visita di una commissione internazionale in alcuni villaggi ruandesi, Monique fu avvicinata da un ufficiale, noto per essere uno dei peggiori boia del presidente Juvenal Habyarimana. «Ha detto che se stampate il suo nome da qualche parte, mi farà fuori all'istante. Comunque - disse agli allibiti ispettori sulla scaletta dell'aereo - diffondete il suo nome lo stesso». Non riuscivano a crederci, i suoi amici, quando Monique ha chiamato New York da Bruxelles. Si è salvata grazie a un prete canadese. Al «New Yorker» ha detto: «Dappertutto, in Ruanda, ci sono bande di ragazzini che sono stati trasformati in macchine per uccidere. Aiutatemi a fermarli». Gabriele Beccaria

Persone citate: Bill Clinton, Juvenal Habyarimana, Monique Mujawamariya

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Kigali, New York, Ruanda, Usa