Il boss mi confessò: feci uccidere Jfk
« « lì boss mi confessò; feci uccidere Jfk » // libro dell'avvocato dei mafiosi riapre il caso Kennedy Tutto è legato a una data, 13 marzo 1987. Quello è il giorno in cui Pagano dice di aver incontrato Trafficante a Tampa, ricevendone la sorprendente confessione. «Carlos è futtuto, non duvevamo ammazzare a Giovanni, ma a Bobby», avrebbe detto a Ragano il boss in siculo storpiato da orecchie americane. «Carlos» non sarebbe altro che Carlos Marcello, boss di New Orleans, morto nel 'S2, mentre «Giovanni» è John Kennedy e «Bobby» il fratello. Una tesi non nuova, per la verità. Nel 1979, quindici anni dopo il Rapporto Warren, lo House Assassination Committee, scettico sulla conclusione dell'esecutore unico e isolato, suggerì il collegamento di Trafficante e Marcello all'assassinio del presidente. Questa tesi venne poi indagata e allargata da Robert Blackey, un veterano del Dipartimento della Giustizia, secondo la cui ricostruzione Trafficante e Marcello uccisero Kennedy per «toglierselo dalla schiena». Né Blackey, né Ragano, ahimè, forniscono prove. Il testimone principale di quest'ultimo è un morto, la cui famiglia contesta, oltretutto, che quel giorno potesse essere a Tampa. «Era in ospedale a Miami», sostiene Mary Jo Trafficante Paniella. Così sua sorella e la vedova del boss. Ma Ragano replica di poter produrre all'occasione tre testimoni in grado di provare che quel giorno Trafficante aveva lasciato l'ospedale. E' chiaro che, dietro tutto questo, c'è un libro. Si chiama «Mob Lawyer», avvocato della malavita, scritto da Ragano assieme al giornalista Selwyn Raab. La storia, se non altro, è succosa. Un altro importante cliente di Ragano era Jimmy Hoffa, il sindacalista malavitoso. I due mangiavano spesso assieme al ristorante del Mayflower Hotel di Washington, dove ogni giorno sedeva a pranzo anche il potente capo dell'Fbi Edgar Hoover con il suo segretarioamante Clyde Tolson. Ragano racconta della familiarità che Hoffa e Hoover mostravano A destra John Fitzgerald Kennedy A sinistra James Hoffa il cape del sindacato dei camionisti che entrò nel complotto per uccidere il Presidente l'uno verso l'altro. E ricorda un giorno in cui Hoffa dichiarò apertamente: «Bisogna fare qualcosa. E' venuto il momento che il tuo amico e Carlos ci liberino di lui, che ammazzino quel figlio di vacca di John Kennedy». I moventi sono nebulosi, i I testimoni incontrollabili, le
Luoghi citati: New Orleans, Tampa, Washington
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