Il partito? C'è ma non si vede

Il partito? C'è ma non si vede Il partito? C'è ma non si vede L'incubo di Forza Italia: «Troppo leggero» sino l'avvocato grafomane Alfonso Luigi Marra, quello che non paga i giornali per leggerli, ma per scriverli: paginate intere di psicologia politica, spesso memorabili. Da qui il dubbio: a furia di alleggerirne le strutture con un sacco di «protagonisti» senza consenso politico, non si rischia di trasformare Forza Italia (e per imitazione gli altri movimenti), in un «one man show»? Lo sosteneva, sul Corriere di ieri, Emesto Galli della Loggia. In risposta a un articolo di Angelo Panebianco (fidatevi, non è il solito dibattito palloso fra intellettuali) che vede in Forza Italia il partito leggero all'americana, Galli della Loggia tratteggia un quadro completamente diverso: in Usa, dice, i parlamentari hanno un grande potere perchè rappresentano direttamente gli inte • ressi di chi li ha eletti, mentre a Forza Italia «nessuno è stato eletto per ciò che personalmente era, ma solo perché rappresentava l'articolazione di Berlusconi». E' un argomento diffuso, quello del cordone ombelicale che lega tutti gli elettori di Forza Italia al Dottore Presidente. Esempio-madre: la conquista di Mirafiori (politiche di marzo), dove pure Forza Italia schierava un brillantone, lo psichiatra telegenico Alessandro Meluzzi. Ma gli operai che lo hanno votato avevano un'idea assai vaga del candidato berlusconiano, mentre l'avevano chiarissima sul conto di Berlusconi, che tutte le sere in tv prometteva un posto di lavoro ai loro figli disoccupati. Gli onorevoli italoforzuti, naturalmente, non ci stanno a passare per tappezzeria. In particolare i capigruppo parlamentari, Raffaele Della Valle ed Enrico La Loggia, che Galli della L. mette a ^rifranto con i corrispettivi americani (Thomas Foley e George Mitchell), che quando è il momento sanno cantarle a Clinton, «mentre loro non possono essere che i portaordini di Berlusconi». L'avvocato Della Valle è quasi offeso: «Ci rimetto settecento milioni di tasca mia a stare qui, figuriamoci se lo faccio per portare ordini. A Forza Italia c'è qualche "senza storia" su cui Berlusconi influirà di più, ma con me e quelli come me... Certo che gli dico dei "no" sul muso. Ma non è colpa mia se sono quasi sempre d'accordo con lui». E il capo dei senatori, La Loggia: «Fidatevi di me, che ho conosciuto la de e pure Orlando' qui c'è gente con personalità. Le nullità erano prima, quando i vecchi partiti facevano eleggere clienti e portaborse». Ma a sostegno della tesi del «partito-uomo» restano le sfumature nippo-fantozziane di Forza Italia, il paternalismo aziendalista delle relazioni personali. «Al momento dei saluti il Dottore ha preso una manciata di cioccolatini e mi ha detto: portali a tua figlia». (Antonio Tajani, il portavoce). «Lui mi chiama Mimmo. Io, invece, Dottore. Un rapporto bellissimo» (Domenico Mennitti, l'ex coordinatore). Della Valle ha fiducia: «Ogni nuova società per azioni, il primo anno si affida ai soci fondatori. Poi arrivano gli eletti dalle assemblee». E il coordinatore Paolo Del Debbio conferma: ad ottobre Forza Italia va a congresso. Più leggera che mai.

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