Gennaio'95 il sorpasso dei vecchi di Igor Man

Caso unico al mondo: in Italia gli ultrasessantenni saranno più numerosi degli under 20 Caso unico al mondo: in Italia gli ultrasessantenni saranno più numerosi degli under 20 Gennaio '95, il sorpasso dei vecchi L, ANNO venturo, nel 1995 l'Italia sarà il primo Paese, nel mondo, dove il numero degli «Over 60» supererà quello degli «Under 20». Questo il succo del «rapporto nazionale sullo sviluppo demografico» diffuso ieri, a Roma, in vista della Conferenza mondiale su popolazione e sviluppo, che si terrà al Cairo in settembre. Una grossa notizia. Esplosiva. Prende di petto, infatti, il controllo delle nascite senza il quale il Sud del Mondo sembra sia destinato a una implosione cannibalesca; ma nel contempo coinvolge il diritto di scélta (non completamente negato ma incompiutamente riconosciuto) della donna di fronte all'aborto. Sia come sia, 40622 9771122176003 jogging) c'è il bastone dell'infarto». Col 1995 la finzione non avrà più motivo d'esistere. I vecchi, infatti, calzeranno la realtà sociale come un guanto da chirurgo. Guai, dunque, a truccarsi da giovani. Largo ai vecchi, insomma. E gli «under 20»? Ecco il problema. Una volta Moravia mi disse che viaggiando l'Africa notava come i capi tribù anziché rivolgersi a P. P. Pasolini o alla Dacia, si rivolgessero sempre a lui. «Con deferenza, con rispetto». Perché mai? «Perché avevo i capelli bian- aspettando settembre dobbiamo renderci conto che a partire dal 1995 non avremo più, in Italia, il cosiddetto «tramonto della vita». Altro che tramonto: sveglia all'alba pei settantenni; al diavolo il calduccio delle lenzuola. Cent'anni fa a quarant'anni si moriva. Oggi, invece, qualche volta si «sfonda». Questo perché «sopra» i quarantenni, grava implacabile il peso dei vecchi che vecchi non sono, degli indomabili sessantenni e passa che non mollano il cadreghino, viaggiano il mondo, dirigono questo e quello, fanno a gomitate (qualche volta assassine) per la presidenza di un ente o d'un giornale. Ogni giorno una scommessa, ogni giorno la finzione. Sì, la finzione: poiché i vecchi debbono fingere d'esser giovani (attenzione: giovani, non giovanili). Da qui lo jogging nelle strade avvelenate dall'ossido di piombo; i massaggi; le creme antirughe; i capelli tinti; la lampada al quarzo. Ma soprattutto lo jogging, nonostante il famoso detto: «in ogni divisa (da chi e dunque ero un saggio. Per loro». Del resto: «Un vecchio è sempre un re Lear», ha scritto un grande del ramo, Goethe. Oggi si dice: «Più panchine, meno giostre» alludendo al fatto che nei giardinetti abbondano i vecchi e scarseggiano (a causa della crescita zero) i bambini. A partire dal 1995 si dirà: «Meno panchine, più giostre». Per gli «under 20»? Forse che sì, forse che no. Poiché c'è sempre la tv: che gli «over 60» non avranno, o quasi, più il tempo di guardare incalzati dalla carriera, mentre gli «under 20» la divoreranno con più fame allocca di adesso. Ne viene che dovremo trovare un nuovo linguaggio, noi della «comunicazione», noi giornalisti. Oggi ci si rivolge a un pubblico che grossomodo conosciamo: perché ci somiglia. Domani sarà diverso. Forse nascerà un nuovo esperanto, frutto di un primato tutto italiano: più vecchi, più sottoventenni in assoluto. Pensiamoci. Igor Man

Persone citate: Goethe, Lear, Moravia

Luoghi citati: Africa, Cairo, Italia, Roma