Muore assiderato a un passo dal rifugio

Alpinista di Chieri vinto dalla stanchezza nella discesa dal Becco di Valsoera nel Gran Paradiso Alpinista di Chieri vinto dalla stanchezza nella discesa dal Becco di Valsoera nel Gran Paradiso Muore assiderato a un passo dal rifugio Era con quattro amici: «Ci ha sorpresi la tormenta, impossibile proseguire» Iprimi soccorritori: «Sembrava dormisse, raggomitolato fra due roccioni» E' morto assiderato a un passo dal rifugio che non è riuscito a raggiungere, domenica sera, dopo una drammatica discesa lungo la parete sud-est del Becco di Valsoera, nel vallone di Piantonetto sopra Locana, nel Parco del Gran Paradiso. Il corpo di Massimo Piovano, 35 anni, di Chieri, via Riva 9, è stato trovato ieri mattina verso le 10: era raggomitolato su se stesso. «Sembrava dormisse, la testa appoggiata su un braccio, lo zaino sul fianco» hanno raccontato i soccorritori. «Morte per assideramento» hanno scritto sul referto consegnato al maresciallo Minutolo dei carabinieri di Locana, i medici del «118» trasportati in quota dall'elicottero. Sfinito dalla fatica, fradicio di pioggia, Massimo Piovano, superato lo zoccolo del Becco di Valsoera dopo la discesa a corda doppia sulle placche più esposte, si è fermato tra due roccioni per riposarsi: si è addormentato e il freddo della notte lo ha ucciso. Con quattro amici voleva raggiungere il Becco di Valsoera, a 3369 metri di altezza, «una vetta imponente e bellissima» come la descrivono le guide, parecchio frequentata lungo la via normale, la parte sud-est, da arrampicatori di buon livello, attratti dalla bellezza della roccia che ha reso celebre nel mondo alpinistico il Piantonetto. «Massimo conosceva benissimo i pe- ricoli della montagna, è assurdo che si sia lasciato vincere dal sonno e dalla stanchezza». Eppure, per ora, questa è l'unica spiegazione per la prima sciagura della stagione alpinistica nelle valli torinesi: soltanto l'autopsia potrà accertare altre cause. Commerciante, sposato con Luicia Del Negro, sua coetanea, una figlia di 2 anni, Chiara, Massimo Piovano era uno di quelli che la montagna ce l'hanno nel sangue. «Le scalate erano il suo modo di sentirsi vivo, di misurarsi con se stesso» dicono a Chieri dove abitava dall'età di 11 anni. Ricorda Clelia Franco- ne, 56 anni, sua vicina di casa: «Da bambino, mentre gli altri giocavano a pallone, Massimo si arrampicava sui muri». Era fra i più attivi fra i soci del Cai di Chieri: «Faceva l'aiuto istruttore, e presto sarebbe diventato istruttore di alpinismo». Domenica, all'alba, Massimo Piovano era partito per il Piantonetto con quattro amici: Franco Sgnaolin, 45 anni, via Mazzini 23, Cambiano, Giorgio Gilardi, 39 anni, via Civera 41; Edoardo Ghivarello, 34 anni, via tetti 3 e Luciano Broggio, 36 anni, via Cervet 57, tutti di Pino Torinese: nonostante il cielo promettese pioggia, avevano deciso di raggiungere la vetta del Becco di Valsoera. «Verso le 14, siamo stati bloccati dal maltempo: impossibile proseguire in quelle condizioni» racconta Giorgio Gilardi. E aggiunge: «C'era tormenta, grandinava e pioveva: scendere è stato un inferno su quelle placche diventate lisce e micidiali». Divisi in due gruppi, Massimo Piovano, Edoardo Chiavarello e Luciano Broggio nel primo; Giorgio Gilardi, e Franco Sgnaolin nel secondo, hanno percorso un canalone per portarsi al Pian delle Muande. «A un certo punto - racconta ancora Giorgio Gilardi -, Massimo si è fermato, ha detto che era stanco. Probabilmente si è allontanato troppo dalla traccia di sentiero». Il secondo gruppo è sceso senza vederlo; più tardi, al rifugio Pontese, hanno scoperto che Massimo era ancora indietro. Impossibile cercarlo: la nebbia aveva avvolto tutto. Fino a mezzanotte lo hanno aspettato, perlustrando la zona e chiamandolo a gran voce. Poi sono corsi a dare l'allarme. All'alba si sono mobilitati carabinieri e soccorso alpino: senza frutto le ricerche a piedi. Poi, i soccorritori dall'elicottero, lo hanno individuato e via radio hanno avvisato gli altri: «E' all'imbocco del canalone sopra le Muande, tra due grossi massi. Non si muove». Lodovico Poletto Sposato, aveva una figlia di 2 anni «Era molto prudente» Ut*" ca 3ay 3621 Roccia Viva Torre Del Srar S. Pietro HI a Col Telcccto 36b0 Becchi tìt Noaschetta a 3525 Becchi della Merid Tribolazione 3360 a 3058 M. Nero Punta di Camere A" 2857 ,i 3167^1111111111111111(1^ 5=12990 ..,,:•> A,,.-, 3222 BlancGiuìr -^.3304 Punta OndezanaA BECCHI di 3492 VALSOERA a 3369 MUANDA di [TELECCIO 22lfV NI- PONTESE 1,2200 a 3060 Transen Rosso Diga , di Pian* Teleccio Il rifugio Pontese, base di partenza per la salita al Becco di Valsoera; a fianco la vittima, Massimo Piovano

Luoghi citati: Chieri, Locana, Pian Delle Muande, Pino Torinese