Gipo accusa i lumbard «Non siamo una colonia»

Gipo accusa i lumbard «Non siamo una colonia» Farassino contro Bossi e Patelli Gipo accusa i lumbard «Non siamo una colonia» «Il Piemonte deve avere pari dignità» «Scorrettezze in campagna elettorale» Alessandro PaDopo la domenica e Pontida, finita con una cena fra leghisti in pizzeria, alle tre del pomeriggio la voce di Gipo Farassino è più roca del solito. Sarà che si è svegliato da poco, sarà che al raduno dei lumbard il segretario le ha cantate un po' ha tutti. Attacchi al gruppo dei lombardi («Sono degli accentratori»), ai candidati che alle Europee hanno cercato di fargli le scarpe («Quando li abbiamo beccati, gli abbiamo dato una bella smazzolata»), allo stesso Umberto Bossi («Il Piemonte non vuole andare a sinistra, né essére indipendentista»). Onorevole Farassino, ci risiamo? Altri motivi di divisione nella Lega? «Ma no, ho solo denunciato il tentativo di accentramento portato avanti dallo staff che sta sotto Bossi, Patelli e compagnia. Nessuna divisione, ma volontà di mettere le cose in chiaro una volta per tutte. Vogliamo che sia rispettato il patto fondante che attribuisce pari dignità alle Regioni. Un chiarimento necessario, che andava fatto davanti a tutti». Non sarà un modo per attaccare Bossi? «Bossi non si discute. E' l'uomo che dal '90 al '93 ha affossato democrazia cristiana e partito socialista. Non attacchiamo la sua leadership. A noi preme non subire egemonie da parte di nessuno e imboccare la strada che ci porterà verso il federalismo. Non gradiamo gli sbandamenti verso sinistra, di cui conosciamo fin troppo bene tutti i difetti». E le tentazioni laboriste? «E' una parola che per me significa sindacalismo e socialismo, la distruzione dell'Europa». Che cosa le evoca, invece, la parola indipendentismo? «Scenari jugoslavi. La Lega dev'essere federale e liberista. Ha elli sentito cos'ha detto ieri Bossi: la Lega è una, è unica, la Lega non sarà mai comunista, mai laborista. Il problema sta nella nostra organizzazione: deve riuscire a fare convivere la conflittualità della base, tenere unite la parte emotiva e la parte razionale». Bossi non ce la fa? «Bossi vola in cieli alti, spazia nell'orizzonte dei massimi sistemi, e non si cura delle scorrettezze che avvengono a livello organizzativo». Che scorrettezze? «Guardi, in campagna elettorale sono successe cose sconce. Abbiamo beccato i lombardi che in Piemonte attaccavano i loro manifesti sopra i miei. Hanno fatto una cordata Bossi-PatelliCalvo per fare eleggere la Calvo al Parlamento di Strasburgo. Poveretta, non le hanno neanche spiegato che per andare in Europa erano necessari 50 mila voti, mica le preferenze che poteva raccogliere nel suo paese. Per questo ha cercato di rubare voti al sottoscritto». Li avete sorpresi sul fatto? «Sì». Dove? «In un sacco di posti: Poirino, Moncalieri, Ivrea... Avrebbe dovuto vedere le facce dei nostri militanti. Si sono incazzati, quella storia gli ha lasciato dentro un senso di amarezza». E com'è finita? Ride- «Come le ho già detto, li abbiamo smazzolati per bene». Crede che Bossi la difenderà anche questa volta? «Bossi deve capire che il Piemonte sta nella Lega con pari dignità rispetto agli altri. E che nella pari dignità sta la sua protezione: lui è contornato, oltre che da alleati, dall'affetto dei suoi fratelli. Se non c'è pari dignità, lui può continuare a essere ii capo, ma a fianco avrà solo dei sottoposti». Gianni Armand-Pilon a e o a o e a a o i Il segretario della Lega Nord piemontese Gipo Farassino ha pronunciato un duro intervento durante l'adunata leghista di Pontida, presieduta da Umberto Bossi Alessandro Pate