Alunni stravolti dall'erotismo in tv errori solenni sull'Infinito

Gli errori di chi chiede giustizia lettere AL GIORNALE Alunni stravolti dall'erotismo in tv; errori solenni sull'Infinito Coscienza non deriva da coscia Siamo un consiglio di classe di scuola media tra i tanti in Italia, alle prese con la revisione del nostro lavoro didattico-educativo; ci interroghiamo sui comportamenti dei nostri preadolescenti, sul loro linguaggio espresso e nascosto, verbale e gestuale, su quello che segna di più il loro vissuto interiore. Non possiamo più tacere sul pesante condizionamento erotico di certe tv in ore serali neanche tardi... Fino a ieri potevamo dire ai nostri figli: «Spegni, va' a letto perché domani hai scuola», ma ora cosa cuciamo loro? Da mesi vediamo a scuola ragazzi addormentati e assenti... Come mai? Mentre è difficile insegnare l'amore, in tutta la sua ricchezza, ecco il suo più volgare surrogato che viene a tentare e sporcare chi non se lo aspetta, e poi comincerà ad aspettarlo e cercarlo. Noi insegniamo che la vita e la libertà sono responsabilità; questi, senza tante parole, mostrano che la libertà è capriccio e trasgressione. Le parole giustificatrici e «scientifiche» vengono poi da certi giornaletti, fatti apposta a convincere che tutto è lecito, che tutti sono liberi di fare quello che credono e sentono, ogni esperienza serve, gli adulti non capiscono, e cosi via... Bisogna agire secondo coscienza, ma coscienza non deriva da coscia. La coscienza poi non è così facilmente tacitata. Perché poi nascondono i giornali, la sanno lunga sulle suddette trasmissioni e non ne parlano se non di nascosto? Cosa faranno a 16-18 anni se non pensare che l'amore sia automaticamente contenuto in certi gesti, che sia una prova, una serie di prove al fine di accumulare «esperienze» e ottimizzare il piacere? Se poi un ragazzo e una ragazza arrivano a comportamenti sessuali avanzati, possono pensare di essere fatti uno per l'altra, mentre di fatto scoprono che un uomo e una donna possono darsi delle sensazioni piacevoli. Tra l'è- sperienza erotica e quella interpersonale c'è tutto un mondo da scoprire e costruire: nella fatica e nella pazienza, non nella fantasia, nella sohtudine e nel nascondimento. Non si può mettere il lucchetto alla tv, né educare al dialogo chi ha l'ossessione del telecomando. Ma allora ci sarà qualcuno (e pensiamo al nuovo ministro della Famiglia e a tanti altri) che tolga di mezzo questo inquinamento psicologico e morale, e questo mercato senza scrupoli? Del resto le conseguenze di ciò sono già cronaca quotidiana; tra giovani e adulti. Franco Scaglia Anna Maria Cornelio Seguono dieci firme di docenti della scuola media None (Torino) Leopardi canta a strofe libere La lettera al giornale del 19 maggio scorso: Sgarbi a Leopardi - Un insulto all'autore dell'Jn/ìmto denota scarsa conoscenza letteraria tanto da parte dello Sgarbi come da parte di chi vuole rintuzzarlo. Infatti «L'Infinito» non è un sonetto, ma un canto a strofe libere, ben diverso come composizione poetica. Quindi citare (nella critica al giudice Tarantola) il Leopardi che avrebbe composto il sonetto «L'Infinito» con 15 versi anziché 14 «per fare il fenomeno» è già in partenza una marronata solenne. Gherardo Guaschino, Torino Eutanasia a 15 anni un tragico paradosso Chiede di morire perché vuole vivere, ed è difficile dire se si tratti di un cattivo esempio o di una forte lezione. Questo apparente e tragico paradosso ci è stato proposto dalla commovente vicenda del quindicenne americano (La Stampa del 16 giugno) che, sopraffatto da anni di sofferenze fisiche e morali, ha chiesto al giudice di conce- dergìi la «dolce morte». Il pietoso caso pare avvenuto apposta per far riflettere sul peso del dolore i più duri avversari dell'eutanasia, la quale certamente va combattuta per evitare che diventi un orribile abuso, ma che non di meno dovrebbe essere valutata caso per caso con ben maggiore comprensione e, vivaddio. considerazione di umana debolezza di carne. Invece, come spesso avviene, essa è condannata comunque, con aspettative di autentico e raro eroismo nei confronti dei malati gravi e senza alcuna speranza. E in questo caso, a un quindicenne proprio nessuno può rivolgere l'accusa di essere vile, perché a questa età è la natura stessa ad escludere la viltà. Semplicemente si vuole vivere come tutti i giovani ciò che a un ragazzo pare un diritto. Come sempre il caso trattato dividerà i giudizi, ma su questa vicenda si spera che anche i più tenaci oppositori dell'eutanasia riflettano qualche minuto più del solito, perché dopo una intera se pur breve vita trascorsa in continua compagnia di sofferenze ed operazioni, in realtà quel ragazzo forse non vuole morire ma soltanto cessare di soffrire, quasi «tradito» da una natura che solitamente sorride ai giovani. Se la vita è, come è, uno splendido dono, cerchiamo di comprendere che, almeno a questa età, si vorrebbe che fosse un dono davvero. Integro. Gabriele Bar abino Tortona (Alessandria) Con la religione in cerca della pace Noi in Italia stiamo abbastanza bene, a parte la disoccupazione e altre cose di «poca importanza» la nostra vita si svolge tranquillamente. Gli orrori della guerra però non sono troppo lontani. Non farò nessuna riflessione su quello che sta accadendo in molte, troppe, nazioni. La gente si uccide, combatte, si massacra ed io che faccio parte della chiesa di scientology mi chiedo come religiosa cosa dovrei fare a riguardo. Non esiste una risposta preconfezionata: bisogna crearla. Io sono una sola persona. Non è una limitazione naturalmente né tantomeno una scusante. Il fatto di essere una sola persona nel mio caso non è un modo per accantonare il problema con un gesto di impotenza. Non sono sola, naturalmente conosco almeno 1000 persone che vorrebbero fare qualcosa. Senza attribuire colpe o responsabilità allo Stato si deve cercare di fare qualcosa da soli. Si potrebbe parlare ai giovani degli orrori della guerra, facendogli capire quanto è importante la pace; bisogna mandare degli aiuti, ma non agli eserciti, ma alla povera gente. Questo si può fare anche individualmente tramite le varie comunità religiose (o laiche) che si occupano e che hanno a cuore la questione. Bisogna fare in fretta. Bisogna aiutare gli altri, senza tentennare, perché, come diceva il noto scrittore L. Ron Hubbard: «Se si capissero un po' meglio le cose e se le si conoscesse meglio tutti noi condurremmo una vita migliore». Ritengo che la religione, come ho già avuto modo di verificare con tanti sacerdoti e pastori di varie religioni, sia cristiana, musulmana, buddista o testimoni di Geova, valdese, scientology, protestante ecc., possa ridare all'uomo quella pace e serenità di cui questo mondo ha tanto bisogno. Gloria Perotto Settimo Torinese (Torino) L'Inail non eroga pensioni di invalidità Su La Stampa del 18 giugno compare a pag. 5 un articolo con titolo «Invalidità. Si pensa a un solo ente per la gestione» ; nel corpo di tale articolo tra gli enti erogatori di pensioni si cita anche l'Inail (Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). L'Amnil (Associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro) ritiene tale impostazione erronea e fuorviarne in quanto non possono assolutamente ricomprendersi tra le pensioni di invalidità le prestazioni (da definirsi correttamente «rendite») erogate dall'Inail agli infortunati sul lavoro, sulla base di un rapporto assicurativo. Nella sostanza, il caso dell'invalido si differenzia da quello di un qualsiasi altro cittadino, ad esempio investito da un'automobile o comunque vittima di un incidente stradale, per il fatto che nel caso di invalidità superiori al 15 per cento, il risarcimento viene corrisposto dall'Istituto assicuratore non in un'unica soluzione, ma attraverso una rendita vitalizia, con il diritto dell'Istituto stesso a verificare, per un periodo di tempo predeterminato, la misura dell'invalidità a suo tempo contratta. Associ, ''ione nazionale mutilati e invalidi del lavoro Roma

Persone citate: Franco Scaglia Anna Maria Cornelio, Gherardo Guaschino, Perotto, Ron Hubbard, Sgarbi, Tarantola

Luoghi citati: Alessandria, Italia, Roma, Settimo Torinese, Torino