Cosenza il piano di fuga svelato da una mappa
Cosenza, il piano di fuga svelato da una mappa Cosenza, il piano di fuga svelato da una mappa L'EVASIONE SVENTATA VIBO VALENTIA. E' stata una piantina, poco più che uno schizzo, ma abbastanza vicina alla realtà, dell'interno del carcere di Vibo Valentia a fare scattare l'allarme per una possibile evasione dal reclusorio. Una piantina che è stata scoperta, nel corso di una delle perquisizioni di routine, in una cella di un penitenziario del Centro Italia. Il piano doveva consentire l'evasione di sei detenuti ospiti del carcere vibonese, forse con la complicità di elementi della sorveglianza interna e su questo la magistratura sta già cercando di fare chiarezza. I sei mancati evasi sono partiti ieri da Vibo Valentia e «distribuiti» in carceri di mezza Italia. Ma il mistero resta, anche perché sono pochissime le notizie che trapelano. Il vicedirettore dell'amministrazione penitenziaria, Francesco Di Maggio, giunto in Calabria domenica, ieri è ripartito. Ore intensissime, quelle trascorse da Di Maggio a Vibo Valentia, durante le quali il carcere è stato praticamente controllato agostiniani. Un carcere dove, a detta di Pino Scriva, primo pentito storico della 'ndrangheta, le gerarchie di mafia erano rispettate anche durante i pasti, regolati da rituali quasi religiosi. Di Maggio ha chiesto interventi immediati, non tanto sull'attuale carcere - ritenuta impresa insormontabile - quanto per quello che si sta costruendo alle porte di Vibo Valentia e che avrà le caratteristiche della cosiddetta «massima sicurezza» per 250 ospiti. D'altra parte Vibo Valentia, per l'alto rischio mafioso del suo comprensorio, non poteva né può rinviare la costruzione di un carcere sicuro anche in considerazione del fatto che, da qui ad un anno, diverrà capoluogo di provincia. Oggi nel carcere sono reclusi un centinaio di detenuti, tutti maschi, tra cui elementi del clan Mancuso di Limbadi, indicato quale «cerniera» naturale del Catanzarese con le cosche della Piana di Gioia Tauro, innanzitutto con i Piromalli. C'è qualcuno dei Mancuso tra i sei che dovevano fuggire? Probabilmente. Ma come dice un inquirente, per essere mafioso non bisogna necessariamente essere dentro per mafia. Nel carcere di Vibo Valentia c'erano, e ci sono ancora, uomini arrestati con accuse non legate ad attività mafiose, ma che sicuramente sono contigui, se non addirittura affiliati, a cosche del Vibonese. Diego Minuti Il procuratore indaga per accertare complicità all'interno del penitenziario stanza per stanza, cella per cella, per avere alla fine conferma di una cosa che tutti sapevano e sanno e cioè che è poco più d'un colabrodo, con livelli di sicurezza bassissimi. Né potrebbe essere altrimenti per un palazzo che risale addirittura al '500 e che, prima delle grida di ladri, grassatori, malversatori e mafiosi, ha sentito echeggiare per secoli i canti salmodianti dei monaci Il vicedirettore dell'amministrazione penitenziaria Francesco Di Maggio
Persone citate: Di Maggio, Diego Minuti, Francesco Di Maggio, Mancuso, Pino Scriva, Piromalli
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