Un vigile «sgrida» il ministro

Un vigile «sgrida» il ministro Un vigile «sgrida» il ministro Troppo lungo il concerto blues di Maroni DAL VIMINALE AL PALCOSCENICO VARESE DAL NOSTRO INVIATO Voce fuori campo, nel buio e nel fumo del Palaghiaccio: «Ladies and gentlemen, the Band!». In 1500 si fanno sotto il palco, c'è chi urla e chi saltella, chi agita l'accendino acceso, roba da concerto vero. La Band «Distretto 51» esce dagli spogliatoi dell'Hockey club Varese, accanto trottano un paio di eleganti giovanotti con telefono cellulare, sotto la scaletta che porta al palco aspettano due poliziotti in divisa. Un piccolotto con polo rosa, giubbetto jeans, pantaloni di tela bianca, cappellino e occhiali scuri, sta per salire. I due poliziotti scattano sull'attenti: «Buon concerto, signor ministro!». Roba da concerto vero. Guest star Roberto Maroni, ministro dell'Interno, organo Hammond nella Band. Sul palco plana il cameraman di Rai3, lo seguono i fotografi che non avevano creduto alla velina: «Il ministro, contrariamente a quanto annunciato, non suonerà alla Festa della Birra». E invece, alle dieci di sera, il ministro si mette alle tastiere, giocherella con il «la», arrivano le tre chitarre, il tastierista, il batterista, i quattro fiati «Capric-horns», le tre coriste «Sweet soul sisters»: one-twothree, vai con il soul e vai con il blues, con Ottis Redding, Percy Sledge e James Brown. Sul palco, Maroni ha una sola incertezza: quando s'accorge che la spilletta con il Paperino che si accende e si spegne non funziona più, la pila è scarica. Dietro il palco, nel backstage dei concerti veri, tre carabinieri e i due poliziotti controllano la pla¬ tea. Altri, più discreti e in borghese, sono tra il pubblico. C'è da scommettere che, non fossero stati comandati, alcuni di loro sarebbero venuti lo stesso: sua eccellenza il ministro Maroni suoi e le divise lo seguono, tengono il tempo con la punta delle scarpe che va su e giù. Ma quando passa la telecamera, oplà, po¬ liziotti fissi e inappuntabili. Suona per due ore e mezzo il Distretto 51. Mezz'ora più del lecito, mezz'ora più di quanto autorizzato dal sindaco e neoeurodeputato leghista Raimondo Fassa. A mezzanotte il vigile «150» era già nel backstage con l'indice destro sull'orologio: «Sarà anche un ministro, ma poi devo fare il rapporto». Maroni non s'accorge di nulla, tutto preso dal concerto, da balli, tamburelli, cori, a solo. Come per un concerto vero ci vorrebbe una recensione vera. Ma gli esperti dicono che basta l'invito al Festival di Porretta, già l'anno scorso, epoca non sospetta, per garantire sulla qualità del «Distretto». Un ministro, un avvocato, duecardiologi dell'ospedale di Varese, un dipendente del Comune, uno dell'Inps, studenti, impiegati e rappresentanti. Una band arboriana, 30 concerti all'anno, in dieci anni tournée in Svizzera e Francia, in Italia tutte le cantine del Varesotto e spesso al Tan- gram di Milano. Nessun disco inciso, «solo comprati» come dice Maroni. La possibilità di incidere un nastro c'era in questi tempi, ma ci vorrebbe almeno una settimana e come scherza il cardiologo Ivan Caico «dobbiamo anche lavoiare, mica siamo politici...;;. Maiuiii, pur se ministro, non vuol rinunciare alla sua Band. A mezzanotte e mezzo, quando il vigile «150» se ne va soddisfatto, Maroni torna nel camerino spogliatoio. «Questa è l'unica evasione che mi posso permettere», dice e allude alle evasioni vere. Sa che girava voce proprio di evasioni, ma assicura che tutto era sotto controllo. Sul palco nessun accenno all'organista del Viminale: «Questo è un pubblico di affezionati, seguono il Distretto da anni e non sono mica qui per curiosità». Fuori lo aspetta la scorta, al mattino sveglia all'alba e partenza por Lussemburgo: «Al prossimo concerto, però, non mettetevi sull'attenti quando salgo sul palco...». [g. ce.] La scorta in mezzo al pubblico «Quelle musicali sono le uniche evasioni che posso permettermi» Due momenti del concerto di Varese a cui ha partecipato il ministro dell'Interno Roberto Maroni

Luoghi citati: Francia, Italia, Lussemburgo, Milano, Porretta, Svizzera, Varese