Ben Jelloun: «Non rifiutateli » di Aldo Cazzullo
«Si alimenterà Iodio per l'Occidente» Ben Jelloun: «Non rifiutateli » «Si alimenterà Iodio per l'Occidente» DELLO SCRITTORE ON fatelo. Se non volete aiutare gli integralisti. Se non volete insegnare agli arabi e agli africani l'odio per l'Occidente. Se non volete educare i vostri compatrioti alla paura dello straniero. Se non volete tutto questo, non fatelo». L'appello ai ministri della Comunità, che ieri hanno chiuso le porte dell'Europa agli immigrati, viene da uno di loro. Anche lui, a suo modo, ha «rubato» un posto di lavoro. Tahar Ben Jelloun, marocchino, vive a Parigi ed è uno dei più grandi scrittori. Il libro che lo ha fatto conoscere al mondo si chiama «La plus haute des solitudes», l'estrema solitudine, e parla della miseria affettiva dei nordafricani che hanno passato il Mediterraneo per venire da noi. Oggi i Dodici vi hanno detto: non vi vogliamo. Che effetto le fa? «Sono addolorato, ma non sorpreso. Tagliare fuori gli immigrati dai posti di lavoro è un vecchio progetto. L'Europa nasce in un clima egoistico, di chiusura. Di prepotenza. Questa è una decisione unilaterale. Ci avete detto: per voi non c'è posto. Ma chi vi può rispondere? Chi difende gli stranieri? Chi li rappresenta?». I ministri dell'Unione Europea spiegano: non siamo razzisti, ma abbiamo milioni di disoccupati. Dobbiamo pensare prima a loro. «Cerchiamo di parlare con franchezza. Gli immigrati non creano disoccupazione. Occupano i posti lasciati liberi dagli altri. E creano ricchezza. Gli immigrati rendono alla Francia più di quanto le costano. Producono, consumano, lavorano esattamente come i francesi, o gli italiani, o i tedeschi; e, come loro, sono toccati dalla disoccupazione». Sì, ma come possono i nostri governi far fronte all'invasione? «Quale invasione? Oggi in Francia vive lo stesso numero di immigrati del 1936». In Italia invece sono molti, molti di più rispetto al '36. E leader come Gianfranco Fini propongono: aiutiamoli, ma a casa loro. «Giusto. I programmi di sviluppo devono continuare. Assieme alla libertà di espatriare, però. Non si deve incitare maghrebini, senegalesi, pachistani, a lasciare le famiglie per andare in Europa. Ma non si può neppure dire: restate a casa. Chi arriva qui non cerca solo un lavoro, cerca prospettive, cerca quella libertà nel cui nome i vostri ministri sono stati eletti. Così si alimenta nei Paesi del Terzo Mondo l'odio e il rifiuto dell'Occidente. Nei Paesi arabi, poi, si incoraggiano i fondamentalisti islamici, le forze che vogliono isolarci, tagliarci fuori dal mondo avanzato, respingerci nel Medioevo. I maghrebini si sentono umiliati, rifiutati. Con la chiusura di ieri, gli europei rafforzano chi predica l'odio contro di loro». L'ondata di destra delle ultime elezioni ha influito, secondo lei, sulla linea dura dell'Europa? «Certo, per la destra il compito è più facile. La sinistra, almeno a parole, deve rispettare i diritti umani. Il muro contro gli immigrati, invece, la destra lo ha già scritto nei suoi programmi. Ma i vostri leader dovrebbero avere il coraggio di non ingannarvi. Dovrebbero dirvi chiaramente: "L'economia ristagna, lo Stato sociale soffoca sotto i debiti. Non potrete più vivere bene come prima". Ma non credo che né il governo francese, né quello italiano avrà questo coraggio. Per disinnescare la rabbia dei disoccupati, preferiscono giocare sulla paura del diverso. Per giustificare le vostre sofferenze, inventano un capro espiatorio, gli extracomunitari. Ma agli europei io dico: non vi fate ingannare. Non abbiate paura di noi. Non odiateci, e il Terzo Mondo non vi odierà». Aldo Cazzullo «Facciamo i mestieri che voi respingete» «I governi di destra cercano in noi il capro espiatorio della crisi economica» Lo scrittore Tahar Ben Jelloun
Persone citate: Ben Jelloun, Gianfranco Fini, Tahar Ben Jelloun
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