«Si a un filtro intelligente»

«La legge Martelli è vecchia e deve essere rifatta» «Si q un filtro intelligente» Guidi: bisogna tutelare ipiìi deboli LA SFIDA DEL MINISTRO Ministro Guidi, il primo dei sette paragrafi sui principi ai quali dovranno uniformarsi i dodici Paesi dell'Unione Europea in materia d'immigrazione, recita: «Gli Stati membri rifiutano l'ingresso sul loro territorio di cittadini extracomunitari in cerca di lavoro». Crede sia necessario che l'Europa, i Paesi avanzati dell'Occidente e l'Italia prendano misure restrittive? «Non si tratta di misure restrittive o "allargature": il primo concetto fondamentale è che l'ingresso, sapientemente regolamentato, di gente che viene da fuori è, di per sé, una ricchezza e non un problema. E' reale che in una situazione come questa, però, un filtro intelligente sia neccessario, perché, se manca, non soltanto facciamo torto a chi già sta sul territorio, ma ci prestiamo a un flusso scoordinato che può essere facilmente strumentalizzato da chi approfitta delle persone deboli. Quindi, senza un equilibrio giusto tra doveri e diritti, chi ci rimette è sempre il più debole. Ministro Guidi, chi è il più debole? Può essere il disoccupato europeo come la persona che viene da fuori, che spesso arriva in Europa con molte ferite, psicologiche e fisiche, sulla pelle, perché si lascia alle spalle guerre, desertificazioni, fame. E per il rispetto che queste persone debbono avere, è impossibile proiettarle sul territorio senza regole, secondo il concetto demagogico che "la terra è di tutti". Questo concetto diventa una violenza se non si prepara per queste persone un'accoglienza decorosa, naturalmente anche a livello di lavoro». E, dunque, senza questo filtro?... «Inneschiamo una conflittualità tra chi vive in una situazione difficile che diventa, così, preda di sfruttatori ed entra in un circuito delinquenziale. Così facendo creiamo due parti, quando di fatto anche per motivi demografici c'è una parte sola, che è quella, fondamentale, della persona». Va da sé che il dibattito sarà tutto puntato su quello che lei chiama «il filtro intelligente». «Certo, ma io mi batterò perché i diritti e i doveri siano compresi in una griglia la più umana possibile». Al di là della direttiva Cee, quando lei è approdato al ministero aveva comunque in mente che qualcosa si dovesse fare? ((Assolutamente sì. Sono certo, d'accordo con i ministri della Giustizia e degli Interni, della necessità di una nuova legge sull'immigrazione». Ovvero, di rivedere la legge Martelli? «Direi proprio di rifarla la legge Martelli! Perché secondo me la "Martelli" nasce in un periodo storico particolare; oggi la storia ha voltato pagina molto velocemente e ci vuole una nuova legge, anche se capisco che in attesa di questo, e concordo con Maroni e Biondi, occorre intanto rivedere la vecchia normativa. Però, lo ripeto, avendo come traguardo una legge nuova. Sono chiaro?». Chiarissimo. «Ma quello che m'interessa, in particolare, ed è argomento tutt'altro che secondario, è un'accoglienza dignitosa. Questo significa che chi viene non può vivere in quartieri-ghetto che creano anche la sindrome del nemico. Bisogna quindi decentrare sul territorio le situazioni abitative; e dare, pertanto, a tutti quanti un riconoscimento che sia una chiave per aprire non soltanto la porta dei doveri, ma anche quella dei diritti. Diritti? Su questo punto sono fermissimo. Inoltre, individuo due priorità: la prima è la salute delle donne extracomuntiarie e la seconda è la salvaguardia dei diritti dei bambini extracomunitari che spesso finiscono utilizzati in circuiti delinquenziali e in traffici assolutamente illeciti e insospettabili. Nell'intervista rilasciata al nostro giornale, Ben Jalloun dice: attenzione, perché provvedimenti restrittivi in Occidente possono risvegliare una forma di integralismo molto ostile nei nostri confronti. «Sono convinto che qualsiasi iniziativa venga presa, e rispetto le decisioni della Comunità economica europea, se sono vissute in un clima di libertà, vada concertata con i Paesi membri del luogo di provenienza. Quello che intendo dire è che anche la restrizione può essere condivisa se, contemporaneamente, i Paesi più ricchi ridistribuiscono, in un'ottica non di neocolonialismo, ma concertata con gli Stati membri in difficoltà, un'economia di sviluppo locale. Può sembrare la scoperta dell'acqua calda, ma è quello che secondo me va fatto. Sono stato spessissimo nei Paesi in via di sviluppo: loro sono i primi che soffrono per l'emorragia di gente che se ne va. Sarebbero ben lieti di una strategia di sviluppo dei Paesi più forti. Ma questa non può essere decisa soltanto dai Paesi ricchi: va concordata anche con loro». Luigi Stigliano «La legge Martelli è vecchia e deve essere rifatta» m Il ministro per la famiglia e l'immigrazione, Antonio Guidi

Persone citate: Antonio Guidi, Ben Jalloun, Biondi, Guidi, Maroni

Luoghi citati: Europa, Italia