Europa porte chiuse agli extracomunitari

* * L'Italia pronta a riconsiderare la legge sugli ingressi. Soltanto il Belgio esprime riserve Europa, porte chiuse agli extracomunitari IDodici: meno immigrati, più lavoro ai disoccupati LUSSEMBURGO DAL NOSTRO INVIATO La «fortezza Europa» sta per chiudere tutte le sue porte agli extra-comunitari in cerca di lavoro. Solo un sottilissimo spiraglio resterà aperto, e anche questo «a titolo puramente eccezionale». I ministri degli Interni e della Giustizia dei Dodici, riuniti ieri a Lussemburgo, hanno infatti messo a punto una risoluzione in sette punti il cui risultato in Italia, secondo il ministro Roberto Maroni, sarà la «riconsiderazione» della troppo permissiva legge Martelli. Solo il Belgio, tradizionalmente ospitale con gli immigrati, ha fatto mettere a verbale una «riserva», che avrà però scarsi effetti pratici. «Gli Stati membri (dell'Unione europea) rifiutano l'ingresso sul loro territorio ai cittadini extracomunitari in cerca di lavoro»: è solo il primo dei sette punti della risoluzione, ma è già tutto un programma. Entro il primo gennaio 1996, i Dodici «potranno far ricorso a immigrati extracomunitari soltanto quando non trovano la manodopera necessaria a livello locale o comunitario». E' il famoso principio della «preferenza comunitaria», sancito nel campo del lavoro già al Consiglio Europeo di Maastricht, nell'ormai lontano 1991. La risoluzione, giuridicamente, non è vincolante per i Paesi dell'Unione, ma il messaggio politico è stato lanciato, ed è chiarissimo. «Tutti gli Stati membri hanno limitato la possibilità di un'immigrazione legale, durevole», si legge nel documento. Ora, dunque, è il momento di attaccare gli spazi ancora aperti per chi arriva dall'Africa, dall'Asia e dalle Americhe in cerca di lavoro a termine: «L'ammissione per lavoro temporaneo può essere presa in considera¬ zione solo a titolo puramente eccezionale». Il motivo principale di tanta severità è ovviamente la disoccupazione, che colpisce ormai diciotto milioni di cittadini dell'Unione, e che viene esplicitamente richiamata nella risoluzione per giustificare «la necessità di attuare effettivamente il principio della preferenza comunitaria per l'occupazione». Le eccezioni, dicevamo, sono ammesse, ma vengono rigidamente codificate. I principi stabiliti, infatti, non si applicano «ai cittadini dei Paesi terzi che soggiornano legalmente e su base permanente nel territorio di uno Stato membro, né ai rifugiati politici, né a coloro che chiedono diritto d'asilo. Altre eccezioni riguardano coloro che immigrano al fine di ricompor¬ re l'unità familiare». Quanto ai nuovi arrivi, dovranno avere un'autorizzazione consolare per occupare un posto di lavoro preciso, oltre che naturalmente il visto d'ingresso nel Paese in questione. Anche così, però, gli immigrati dovranno fare le valigie dopo quattro anni, mentre i lavoratori stagionali non potranno restare nell'Unione per più di sei mesi, ed i tirocinanti più di un anno. Maroni ha sottolineato «l'importanza» del documento, i cui principi sono «già riflessi nella maggior parte delle legislazioni europee», e che «porterà alla riconsiderazione della legge Martelli, come d'altra parte viene richiesto dentro e fuori il Parlamento». Secondo il ministro della Giustizia Alfredo Biondi, infatti, «la legge Martelli dà una possibilità di maggiore ospitalità rispetto alla risoluzione, sostanzialmente più restrittiva». Quello che ora va fatto, dice il Guardasigilli, è «esaminare la risoluzione e la legge Martelli con un'ottica non repressiva ma di razionalizzazione, ed anche di maggiore severità, che consenta una visione più selettiva delle possibilità di ingresso». Il problema centrale, tuttavia, non sembra essere stato affrontato dai ministri. c'è un'infinità di lavori, dalla raccolta dei pomodori nel Meridione a quella dell'immondizia in Germania, che gli europei non vogliono più fare, in barba alla disoccupazione. Le legislazioni impongono ancora alti livelli di tassazione sui lavori non qualificati, col risultato che le paghe sono troppo basse per i lavoratori e troppo alte per chi le paga. Finché questo sarà vero, i documenti tesi a fermare il fiume dell'immigrazione resteranno solo dei pezzi di carta. Fabio Squillante Previste eccezioni per quelli che già soggiornano legalmente * * A W E 922.500 169.500 belgio danimarca francia germania _ ____ italia | WSM 896.800 lussemburgo | 109.100* olanda U 732.900 spagna| 1360.700 regno unito" 1.750.000 3.596.600* GLI EXTRACOMUNITARI NEI PAESI CEE DAT11991 'DAT11990 maroctunex jugoslafilipalbaseneEgcpoloBRA 95.741 marocco „...„._,„_..... tunisia Hft5-;-5i^Hfl50.405 ex jugoslavia | , rggj 44.650 filippine 55 albania BH 28.628 senegal S9HH27-572 Egitto HSBH23.51 ^ LE PRIME cina B21 417 ÌO COMUNITÀ' 5 mt'Zl' IN ITALIA polonia ■ i 121.221 PAESI DI BRASILE! Il 8.751 PROVENIENZA. ' DAT11992 £il * *N IL. £il IL.

Persone citate: Alfredo Biondi, Fabio Squillante, Maroni, Roberto Maroni