Parigi: la legione alle frontiere del Ruanda di E. St.
«Blitz imminente, manca solo l'ok Onu». Ripresi gli scontri a Kigali, i Caschi blu nel mirino dei ribelli AFRICA «Blitz imminente, manca solo l'ok Onu». Ripresi gli scontri a Kigali, i Caschi blu nel mirino dei ribelli Parigi; la legione olle frontiere del Ruanda // Papa all'Angelus: massacri nefandi, il mondo intervenga RIGALI. E' lotta senza quartiere a Kigali e la Francia ha deciso di inviare in tempi brevissimi un contingente alle frontiere del Paese africano per un'operazione umanitaria, nonostante la dichiarata ostilità dei ribelli tutsi. Il ministro degli Esteri Alain Juppé ha annunciato che l'intervento potrebbe concretizzarsi «sin dalla settimana prossima», subito dopo il benestare dell'Onu. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe pronunciarsi domani sul blitz e - ha precisato Juppé «Parigi non farà nulla senza l'avallo del palazzo di Vetro e la partecipazione di altri Paesi». A favore dell'«operazione strettamente umanitaria», si sono già espressi gli Usa e il segretario generale Boutros Ghali. Il Papa, intanto, è tornato a denunciare le violenze che stanno sconvolgendo il Ruanda e ha incoraggiato la comunità internazionale negli sforzi per favorire un cessate-il-fuoco tra le parti in lotta. «Quei crimini nefandi - ha detto ieri durante l'Angelus - colpiscono profondamente la coscienza dell'uomo». Ma nelle ultime ore gli scontri nel Paese africano si sono fatti più feroci. Una giovane operatrice ruandese della Croce Rossa è stata uccisa ieri da un colpo di mortaio. La battaglia si sta concentrando sul monte Kigali, una postazione strategica per la conquista dell'intera capitale, ancora in mano all'esercito governativo. Dopo aver ribadito il rifiuto a un intervento delle truppe francesi, i ribelli hanno minacciato di allargare la loro offensiva e di attaccare anche i Caschi blu e hanno accusato il governo di Parigi di aver armato e addestrato le milizie hutu responsabili dei massacri delle ultime settimane. Il comandante dei 490 Caschi blu che si trovano attualmente in Ruanda, il generale Romeo Dallaire, ha confermato che il Fronte patriottico ha assunto una posizione molto decisa: «Considereranno i militari francesi come nemici e li attaccheranno». Intanto, a causa dell'intensificarsi dei combattimenti i rappresentanti delle Nazioni Unite hanno deciso di sospendere nuovamente il trasferimento dei civili tutsi in luoghi più sicuri. Ma per oggi sperano di poter riaprire l'aeroporto chiuso da due settimane. La guerra civile infuria anche nel resto del Ruanda. E Dallaire ha reso noto che i ribelli sono passati all'attacco contro altre due roccheforti dei governativi, Butare al Sud e Kibuye a Ovest. In questa situazione il governo francese sta cercando di spiegare al Fronte patriottico le finalità della sua iniziativa diplomatica. A questo scopo, l'ambasciatore in Ruanda Jean-Michel Marlaud si recherà a Kigali. «Spiegando le nostre intenzioni cercheremo di convincerli. L'obiettivo della nostra missione è ben chiaro. C'è molta incomprensione da parte del Fronte patriottico», ha dichiarato una portavoce del Quai d'Orsay. [e. st.]
Persone citate: Alain Juppé, Boutros Ghali, Dallaire, Romeo Dallaire
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