L'inchino al Tenno ferisce gli Usa di Paolo Passarini

Accuse a Clinton: da 200 anni il presidente deve stringere soltanto la mano Accuse a Clinton: da 200 anni il presidente deve stringere soltanto la mano L'inchino al Tenno ferisce gli Usa DWASHINGTON UECENTO anni di fierezza repubblicana, di dignità democratica, di orgoglio nazionale. Duecento anni, anzi quasi duecentoventi, macchiati indelebilmente da quel poco decoroso inchino, da quell'accennato ma evidente inarcamento del Leader del Mondo Libero di fronte al Tenno. «I canadesi si inchinano ancora alla Regina d'Inghilterra, come gli australiani. Gli americani stringono la mano», ha notato tra l'ironico e il piccato il «New York Times». Invece Bill Clinton no. Davanti all'Imperatore Akihito, 175° erede del più vecchio trono della Terra, il Presidente degli Stati Uniti ha piegato la schiena. Una foto malandrina ritrae il 42° Presidente che, premendo il palmo delle mani di fronte a sé in un abbozzo di saluto orientale, si inclina nel tentativo solo parzialmente riuscito di formare un composto angolo ottuso con il corpo. Il centro di gravità sbilanciato all'indietro, sui talloni, Clinton ha un'espressione di ansiosa fierezza, che viene ricambiata da un enigmatico sorriso dell'Imperatore. Il Presidente degli Stati Uniti sembra un'enorme, goffa gheisha con il 47 di piede. I Padri Fondatori, i condottieri della Guerra d'Indipendenza del 1776, i Washington, i Jefferson, i Madison, si rivoltano nelle tombe. Il «New York Times» non ha potuto esimersi dal notare che «l'ansia di piacere a tutti» da parte di Clinton ha colpito ancora. «Non è stato un inchino-inchino, se capite quello che voglio dire», ha impapocchiato Molly Reiser, responsabile del protocollo alla Casa Bianca. Peggio la pezza del buco. Quindi era un inchino, ma intenzionalmente dimezzato in un ulteriore impulso al compromesso. Al solito. Il Clinton che ammette di aver fumato marijuana, ma «senza inspirare». Molly Reiser avrebbe dovuto saperlo che in passato anche le mezze misure non vennero mai gratificate da sconti di pena. Nancy Reagan ricevette la Re- OGGI di Guido Ceronetti Andare a piedi tra poco diventerà ignobile. Tuttavia, tutti gli uomini di genio di qualsiasi tipo vanno a piedi. C'è dell'intelligenza nelle carrozze; ma il genio è appiedato. Louis-Sebastien Mercier Tableau de Paris, 1781 gina Elisabetta per un colloquio privato e si sparse la voce che si era inchinata. La portavoce dovette precisare che si era trattato di «un leggero calar del capo, decisamente non di una riverenza». Ma Nancy pagò il conto, come del resto Lénore Annenberg, responsabile del protocollo in quegli anni, che piegò le ginocchia di fronte al principe Carlo. Inaudito. Il linguaggio del corpo di Clinton manifesta frequenti segni di balbuzie, soprattutto quando deve esprimersi di fronte a simboli forti. Il suo saluto militare a mano floscia e sbilenca ha suscitato parecchie critiche. Alle quali il Presidente ha risposto con un eccesso di impettimento durante le sfilate militari in Normandia, che ne ha stimolate delle altre. Nelle cerimc «ie, Clinton fa del suo meglio. Se può far piacere, s'inchina. Ma solo un po'. Paolo Passarini

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