Allarme evasioni paura in Calabria di Vittorio Zucconi
Carabinieri e polizia evitano una nuova beffa, ma sull'operazione c'è un giallo Carabinieri e polizia evitano una nuova beffa, ma sull'operazione c'è un giallo Allarme evasioni, paura in Calabria Stroncato piano di fuga di un boss della 'ndrangheta ROMA. Un'altra fuga di detenuti, questa volta dal carcere di Vibo Valentia: la notizia, trapelata ieri pomeriggio, è stata rapidamente smentita. Ma l'arrivo in Calabria del vicedirettore del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Francesco Di Maggio, è la prova che qualcosa è davvero successo. Una «fonte confidenziale», come la definiscono i carabinieri, deve aver parlato di un progetto molto avanzato, del quale però non si è potuto sapere nulla. Nel carcere di Vibo Valentia, comunque, non ci sono elementi di rilievo né della mafia né della criminalità comune: la struttura, troppo vecchia, non consente le misure di massima sicurezza. Da Pontida, dove si trovava per il raduno leghista, il ministro dell'Interno Maroni ha così commentato la vicenda: «Quando tutti fanno bene il loro lavoro, i risultati non possono che arrivare». Diego Minuti A PAG. 7 Francesco Di Maggio Udine, il raduno dei centauri si trasforma in un film dell'orrore: due feriti CNEW YORK OME è facile e vile adesso, in questa mattina finalmente limpida tra le colline del New Jersey dopo tanta afa asfissiante, odiare il calzolaio ravennate che non ha più scarpe per camminare, maledire questo «cantatore calvo» di calcio che ci spiega ora, nel suo surrealistico vocabolario impastato di piadina e di imperativi kantiani perché la penosa Italia ci sta amareggiando l'estate. Troppo facile. Troppo vile. Non ci sono più tifosi in attesa di un suo sorriso alle transenne del liceo-convento di Pingry, dove l'abate ha portato in clausura i suoi novizi miliardari. Non ci sono più cortigiani, fra i giornalisti, perché nessuno suona mai il piffero per un perdente, in politica o nello sport. Non più domande rispettose e arcane ad «Arrigo» sul 4-4-3, il 4-4-2 e la «zona pressing», da non confondere con la zona pedonale. Nel liceo di Pingry c'è un uomo solo con i suoi pensieri e con i suoi occhi. Occhi in trappola. Quelli che scattano, si muovono, si agitano nella mattina della sconfitta sono gli occhi di un uomo incastrato. Lo sguardo di Arrigo Sacchi è stato descritto come «furbo», «spiritato», «intelligente», «ossessivo», «ambizioso», secondo il grado di ostilità e di adulazione di chi descrive. Ma dalle 16 e 12 minuti di sabato scorsa, l'ora del gol di Haughton nello Stadio dei Giants, in quegli occhi si legge soprattutto paura. «Non Vittorio Zucconi CONTINUA A PAG. 2 SECONDA COLONNA DOMANI CON LA STAMPA L 'ultimo fascicolo sull'America dei mondiali
Persone citate: Arrigo Sacchi, Diego Minuti, Francesco Di Maggio, Haughton, Maroni
Luoghi citati: America, Calabria, Italia, New Jersey, Ome, Pontida, Roma, Vibo Valentia
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