Sacchi: salverò gli azzurri

Scalfaro: «Ma il fascismo non ha attenuanti» Scalfaro: «Ma il fascismo non ha attenuanti» Bossi: niente elezioni Siamo fedeli al governo RADUNO DI PONTIDA AUTONOMIA ULTIMA SPIAGGIA Il et deluso da Baggio. E la Norvegia batte il Messico 1-0 Sacchi; salverò gli azzurri Berlusconi: «In campo Casiraghi» IL GENERALE CUSTER DEL PALLONE ROMA. Bossi è arrivato al gran raduno della Lega a Pontida per tranquillizzare: «Saremo leali con il governo!». Avvertire: «Andare a elezioni anticipate sarebbe irresponsabile!». Negare: «La Lega non è di sinistra!». Escludere: «La Lega non è divisa!». Assicurare: «La Lega è una e una sola!». In un'ora Bossi fa dimenticare l'ira di Marco Formentini contro i giornali. E spiega: «Il problema non è quello di cambiare compagni di strada, ma di essere ben distinti e distinguibili da loro. Berlusconi l'ho attaccato, sì! Mi hanno detto che era giusto nella sostanza e sbagliato nella forma. Noi sappiamo che dietro Forza Italia c'è la filosofia del vecchio pentapartito e oggi tutti sanno che Forza Italia non è sovrapponibile alla Lega!». Intanto in Valsesia il presidente della Repubblica Scalfaro, commemorando i 42 civili trucidati dai nazifascisti 50 anni fa, ha spiegato che «il fascismo non ha attenuanti. Quando si nega la libertà dell'uomo, la condanna non può essere che definitiva». G. Cerniti e R. Rizzo ALLE PAGINE 2 E 3 QUELLA che abbiamo visto ieri a Pontida è una Lega che ha perso le sue sicurezze. Esibisce con orgoglio i suoi ministri, ma non sa nascondere le sue paure. E' arrivata al governo, ma già vi si trova a disagio. E' costretta a ripiegare su se stessa, a chiedersi e a riaffermare la propria identità. Lo fa con un tono impacciato, con un linguaggio tra i meno originali del suo variopinto repertorio, perché infarcito di luoghi comuni della vecchia politica («le due anime», il movimento di lotta e di governo, la distinzione tra momenti tattici e fase strategica ecc.). E' un segno dell'omologazione del leghismo? Certamente è la fine di un ciclo politico. La Lega non prevedeva un calo così repentino di consensi. E non sa darsene una ragione: dov'erano Berlusconi e la sua Forza Italia quando la Lega attaccava a testa bassa il vecchio equilibrio politico? E' amaro per Bossi constatare che i frutti di quell'azione premiano ora il suo più temibile alleato-concorrente. Le sue minacce di ergersi a controllore e garante popolare anzi «popolano» di possibili scorrettezze antidemocratiche del potente alleato sono poca cosa a confronto della trappola che il governo Berlusconi prepara per la Lega, spingendola verso l'alternativa tra la sua «anima governativa» e quella «indipendentista». A questa trappola ieri Bossi si è sottratto soltanto a parole. Per risolvere il dilemma, il leghismo deve affrontare seriamente l'unica specificità che gli è rimasta: il programma federalista. Evidentemente i leghisti non si aspettavano di dover rendere conto cosi presto dell'inconsistenza del proGian Enrico Rusconi CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA MARTINSVILLE. Dopo la clamorosa sconfitta contro l'Eire, qualcosa sembra essersi incrinato nel rapporto tra Sacchi e Baggio. Il citi infatti, di fronte alle critiche, ha sottolineato che, dopo aver dato fiducia al bianconero negli ultimi tre anni, sabato lo ha schierato nel ruolo da lui preferito. Sacchi ha ribadito la sua fiducia nella squadra, anche se sta meditando un paio di innesti (Benarrivo per Tassotti e Massaro per Evani); dovrà però fare i conti anche con la salute di Baggio, frenato da un'infiammazione ai tendini che, a detta anche dei medici, ne condizionerà il rendimento in questo Mondiale. Di fronte alle critiche piovute sul citi, Signori ne ha preso le difese: «Non possiamo cambiare gioco adesso: se c'erano dei difetti dovevamo accorgercene prima». In soccorso a Sacchi viene, con i suoi consigli, Berlusconi: «Baggio più libero dagli schemi, dentro un centravanti vero come Casiraghi o Massaro». E ieri la Norvegia (che affronterà gli azzurri giovedì) ha battuto il Messico, 1-0. SERVIZI NELLO SPORT Arrigo Sacchi si difende, a fatica, dopo la clamorosa sconfitta con l'Eire

Luoghi citati: Eire, Messico, Norvegia, Pontida, Roma