L'America trasforma in business il dramma dell'eroe più amato

Il campione si arrende in diretta tv L'America trasforma in business il dramma dell'eroe più amato STORIA SEGRETA DI UN DELITTO PER capire le reazioni dell'America a questa storia, immaginate un grande campione di calcio degli Anni 60 e 70 e moltiplicate per dieci la vostra passione per lui, per via della tipica montatura giornalistica Usa e dell'immenso seguito televisivo del football americano. Moltiplicate ancora per due perché il vostro atleta è nero, è un ragazzo povero venuto da chissà dove, con un'infanzia rachitica e l'apparecchio ortopedico alle gambe, tirato su dalla madre, e da lei sola. Raddoppiate ancora perché è una star dei media, acclamato anche quando la sua carriera sportiva è finita, perché lo si è visto in migliaia di spot pubblicitari e in parecchi film, che hanno avuto successo soltanto perché il protagonista era lui. E per finire raddoppiate ancora una volta perché non c'è proprio nessuno in tutto il paese che non conosca 0. J., il suo fisico alto e scattante, il sorriso contagioso, il cattivo inglese imparato nel ghetto dei neri, le sue sterminate, amatissime frequentazioni dei ricchi e famosi alla moda, da Michael Jackson a Richard Nixon. E le foto dei suoi due matrimoni - uno con l'amore della sua infanzia, Marguerite Wheatley, l'altro con Nicole e dei suoi figli l'hanno fatto diventare per tutti uno di casa. E adesso, di colpo, quest'uomo sarebbe un assassino? Accusato, come recita la legge californiana, di «omicidio in circostanze particolari» (cioè pluriomicidio)? Certo, O. J. è una vittima. E' questa, oggi, la Prima industria americana. Gli americani vengono maltrattati da bambini, i neri sono vittime della società, del razzismo e della povertà, i tossicomani soffrono di «impulsi incontrollabili»: di fatto, nessuno è mai colpevole di nulla. O. J. è un altro tipo di vittima: della fama, del denaro, dello sport, della celebrità. O, come ha già detto il suo avvocato, di un amore immaturo e disperato. Ora, consideriamo l'oggetto, ormai morto, di questo amore, Nicole Brown. E' la vittima ideale. Quando incontrò O. J. era una dolce sedicenne, una studentessa bionda e bianca con una graziosa espressione imbronciata. Il primo matrimonio di O. J. traballava, la sua carriera sportiva era alla fine. Per ripicca a un brutto divorzio - in nessun caso 0. J. sopporta il ruolo di perdente - O. J. incomincia a uscire con Nicole e quando lei compie diciassette anni già vivono insieme. Quando i due divorziano, il tribunale viene a sapere che lei ha lavorato appena tre volte in vita sua: ha fatto la cameriera per due mesi, la commessa in una boutique per due settimane (senza riuscire a vendere nulla) e l'arredatrice, ma soltanto per 0. J. e qualche suo amico. Che cosa ha avuto dal matrimonio? Due bei bambini, Sydney (che ora ha otto anni) e Justin (sei anni), 33.750 dollari in contanti, due appartamenti che valgono due milioni di dollari l'uno e mille dollari alla settimana come alimenti per i figli. In più, come sappiamo adesso, un sacco di botte, occhi neri e molestie sessuali. Il matrimonio l'ha ridotta, nel 1989, a una bambina in lacrime che si nasconde, in mutandine e reggiseno, dietro un cespuglio, mentre O. J. le urla «Guarda che ti ammazzo». E il giovane Ron Goldman, morto con lei? Beh, lui è un ebreo della piccola borghesia di Chicago, che aveva costeggiato ambizioni di ogni tipo - fare l'indossatore, il giocatore di tennis, diventare in qualche modo una star. Da una parte, rifiuta un tradizionale Bar Mitzvah per un viaggio in Israele, il che suona abbastanza bien pensant; dall'altra, compare in una trasmissione televisiva per fustacchioni e quando gli chiedono di valutare con un voto da uno a dieci le sue abilità sessuali, dice che lui vale assai più di dieci. Magari ha davvero voluto giocare a tennis, ma ha abbandonato l'impresa, così come ha chiuso molte relazioni (almeno una con un'altra donna più vecchia di lui) e al momento del delitto fa il cameriere in un ristorante alla moda di Los Angeles. Non dovete pensare a questi tre come a un terzetto di vittime. Non esistono vittime che non siano accompagnate da sfruttatori. O. J. sfruttava Nicole nello stesso modo in cui commerciava la sua fama. Ron Goldman si faceva bello di Nicole. Ora sono tutti e tre uniti in questa immensa operazione commerciale. Questo significa giornali e tv in fibrillazione e donne scatenate sui soliti temi femministi: uh. questo tizio è come quasi tutti gli uomini, maltrattava le donne! Significa anche grassi avvocati che già sentono l'odore dei miliardi che arriveranno con la difesa di O. J. (oltre a quelli che già si procurano gestendo i suoi contratti). Il primo di questi avvocati, Howard Weitzman, è un personaggio famoso, perché ha difeso con successo Ralph Delorean dall'accusa di droga, ha raggiunto quell'accordo extra giudiziario che ha evitato a Michael Jackson di dare in pasto al pubblico le foto della sua vita privata e ha composto il litigio tra Mike Tyson e Robin Givens. Weitzman ha però lasciato bruscamente il suo incarico di avvocato di O. J., dicendo che non poteva essere al tempo stesso amico e avvocato, e gli è subentrato Robert Shapiro. La tattica del nuovo avvocato è chiara: O. J. è la vittima di una passione non corrisposta. Per favore, questo non è un omicidio, è una storia d'amore, un crimine passionale dei più strazianti. Guardate le cose dal punto di vista di O. J. E' grande, bello, sensibile, legato alla madre, ama i suoi figli e ha perso tutto, più di una volta, andando a piangere come un bambinone sulla spalla della mamma. Nicole se l'è preso dopo il primo divorzio e alla fine della carriera. Lui la ama, dannazione. Ma le cose non sembrano proprio funzionare. La Rolls Royce non lo consola del rifiuto (non piangete per Nicole, lei ha la sua Ferrari bianca da novantamila dollari). Per anni ha cercato di riconquistare la sua bella. Non può vivere senza di lei - sebbene, naturalmente, lo faccia, con la top-model Paula Barbieri, famossima per la pubblicità di biancheria intima. Come dicono i vicini di casa di Nicole, O. J. è sempre lì, va a trovare i bambini, fa fuoco e fiamme con l'ex moglie (ma finisce sempre a botte). E adesso guardate le cose con gli occhi di Nicole. Per lei, O. J. è una brutta notizia. L'ha picchiata, l'ha minacciata, continua a intremettersi nella sua vita. Nessuno dei due è un'aquila, ma tutti e due sanno benissimo che è finita. Eppure O. J. non sa rassegnarsi. Finisce come sappiamo. Una tragedia in salsa americana. In quale altro paese si sentirebbe dallo sponsor (in questo caso, la Hertz) una frase come questa: «Ovviamente il fatto che Hertz non abbia in programma di utilizzare Simpson è pubblicità»? Keith Botsford O. J. Simpson con l'ex moglie Nicole e i figli. Sopra Al Cowlings, l'amico che ha accompagnato l'ex campione nella fuga

Luoghi citati: America, Chicago, Israele, Los Angeles, Sydney, Usa