« L'Italia? E' sotto esame»

« « L'Italia? V sotto esame» Boskin: il nodo è la spesa pubblica VISTO DAGLI USA ERLUSCONI? Resta sotto esame. Gli investitori esteri stanno a guardare, cercano di capire quello che succede in Italia. Sono preoccupati per la stabilità, la durata della coalizione di governo. E' questo che spaventa i mercati, che spiega l'ondata di crisi di questi ultimi giorni». Michael Boskin, «guru» dei consiglieri economici della Casa Bianca prima con Reagan e poi con Bush, simpatizza naturalmente con la dottrina politica del governo Berlusconi, come ha lasciato trasparire nel suo intervento alla conferenza di San Miniato. «Deregulation», privatizzazioni, flessibilità del mercato del lavoro, revisione del Welfare State sono dogmi della «reaganomics» che Boskin vede adesso con piacere nel programma del nuovo governo. Ma l'economista americano si augura che tutte queste misure annunciate siano davvero realizzate, in fretta e completamente. «E' questa la chiave perché l'esperimento- Berlusconi abbia successo - spiega Boskin conversando con i giornalisti -. Il suo proposito d'infrangere la rigidità della politica economica italiana è corretto, giusto. Negli Stati Uniti abbiamo applicato questa politica negli Anni Ottanta, anche se in modo imperfetto, creando trenta milioni di posti di lavoro e un decennio d'oro per la nostra economia. La cosa più difficile è il controllo della spesa pubblica, e questo sarà il banco di prova anche da voi in Italia per il governo Berlusconi». Ma questa riconversione non rischia di avere costi sociali troppo pesanti? «Certo bisogna evitare costi sociali scioccanti - replica Boskin -. La via migliore è una riduzione graduale, come quando in Usa abbiamo gradatamente aumentato la scadenza dell'età pensionabile». Poi c'è la disoccupazione? «Sarebbe molto ingenuo pensare di creare nuovi posti adottando semplicemente il part-time come sta facendo qualche Paese europeo, senza riduzione del salario. Io consiglio a Berlusconi di seguire sino in fondo la via che ha già imboccato: incentivi fiscali per la piccola imprenditoria, per le microaziende; privatizzazioni: insommma bisogna creare un nuovo ambiente, slacciato dalle rigidità del mondo del lavoro di ieri». Berlusconi ha già annunciato il suo manifesto, ha vinto anche le elezioni europee. Eppure in questi giorni si registra una pericolosa crisi di fiducia nell'azienda Italia: perché? «Berlusconi deve cominciare davvero a tagliare la spesa pubblica, perché sennò gli investitori americani possono credere soltanto che egli possa riuscire a ridurre solo le tasse ma non la spesa dello Stato, e il debito pubblico. Berlusconi ha spazzato via i vecchi partiti, ma in America si chiedono quanto durerà il suo governo, e se la sua coalizione sia davvero solida». Forse desta diffidenza anche la presenza dei ministri neofascisti? «Da noi c'è parecchia confusione su questi fascisti del 1994. Su cosa significa il fascismo d'oggi. Non è un problema centrale, in realtà, come non interessano le piccole beghe fra i partners del vostro governo. In America ci preoccupiamo di più dell'Europa di Maastricht, della sorte dei Paesi dell'Est europeo, non del governo Berlusconi con i suoi ministri neofascisti», [p. pat.] Michael Boskin consigliere economico di due Presidenti americani