«Sì al modello anglosassone»
A destra, Roma come Tokyo Ma il leader pr non rinuncia ad attaccare giornali e televisioni «Sì al modello anglosassone» Pannella: per la riforma dell'Italia NON SONO PIÙ'VITTIME MA VINCITORI ROMA DALLA REDAZIONE E' caparbio, Marco Pannella. A testa bassa, giorno dopo giorno, dalle elezioni europee in poi, continua, indefesso, ad attaccare giornali e tv. E anche alla consulta nazionale dei club che portano il suo nome, il leader dei «Riformatori» non ha risparmiato critiche ai mass media. Ai direttori di «Repubblica», «Corriere della Sera», e «Stampa», rei di essere «segretari irresponsabili di quotidiani-partiti», ma soprattutto di non dare sufficiente spazio alle iniziative di Pannella. Al direttore del Tg5, Enrico Mentana, che ha commesso le stesse colpe e che «censura» pure Berlusconi. Per i reprobi, però, il capo del pr non chiede più il licenziamento. Adesso gli basta che sia liquidato «questo modo di far giornalismo». Ma all'hotel Ergife di Roma, durante la «convention» dei seguaci del leader «riformatore», si è visto anche un Pannella inedito. Ossia, un Pannella che non ha indossato solo i panni dell'incom- preso e della vittima, ma pure quelli del vincente. Il capo del pr, infatti, ha intenzione di far fruttare il «contratto di maggioranza», che ha siglato con Berlusconi il 7 giugno scorso. «Dopo decenni occorre stravolgere la vecchia regola che le nostre idee, quanto più sono valide, tanto più sono clandestine», ha spiegato, sottolineando che un primo risultato dell'intesa con il presidente del Consiglio lo si è ottenuto con la visita del Dalai Lama, fortemente caldeggiata dai radicali. Ma è per il futuro che Pannella si ripromette di raggiungere i suoi scopi, grazie agli impegni presi dal cape del governo. L'obiettivo del leader «riformatore», infatti, rimane quello di trapiantare in Italia il modello anglosassone: «Il modello americano, pre¬ sidenzialista, federale, con l'elezione uninominale maggioritaria, ad un solo turno, dei candidati», ha precisato. «E' attorno a questo obiettivo storico - ha detto - che intendiamo continuare a lavorare insieme, per una società liberale e democratica e per una seria politica di riforme». E il nuovo ruolo dei radicali è stato sottolineato, nel corso della «convention», anche da Marco Tara- dash. «Finalmente - ha osservato il presidente della commissione di vigilanza Rai - abbiamo una dotazione: siamo all'interno di una maggioranza. Siamo con Forza Italia e abbiamo fatto la scommessa di renderla quello che dice di essere. Può pure darsi che sia un po' erede della vecchia de e dell'ultimo Craxi, ma noi dobbiamo vigilare, dobbiamo essere la sinistra che non c'è». Dunque è questa la nuova sfida di Pannella. Ed è per questo motivo che il leader dei «Riformatori» non ha usato la tribuna dell'Ergife solo per elencare, come da tradizione, tutti i torti di cui è vittima il suo partito. L'obiettivo che si è prefisso, quello di «guidare» Forza Italia e la coalizione capeggiata da Berlusconi lungo i sentieri del liberalismo e delle riforme, esalta il capo radicale. Che si è assegnato il ruolo di «ala sinistra» di questa maggioranza. Tanto più che, secondo lui, una sinistra vera in Italia, come ha detto anche Taradash, non esiste. Perché tale, a suo avviso, non può definirsi quella che si è creata attorno al pds. Marco Pannella
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