Giostra assassina uccide due volte di S. Man.

Terrore al Luna park di Rieti: una cabina si stacca e si schianta contro una transenna Terrore al Luna park di Rieti: una cabina si stacca e si schianta contro una transenna Giostra assassina, uccide due volte Muoiono una donna e un ragazzo ALL'ULTIMA SPIAGGIA RIETI. Terrore al Luna park di Rieti: la cabina di una giostra lanciata a 40 chilometri all'ora si stacca e finisce contro una transenna. Dentro ci sono due giovani: lei, Ornella Mecozzi, di 30 anni, muore sul colpo; lui, Cristian Capillai, diciottenne, durante il trasporto in ospedale. E' la mezzanotte di giovedì: tra le decine di giovani che affollano il parco di divertimenti scoppia il panico. L'intervento dei vigili del fuoco è immediato (il comando è vicinissimo al luogo della disgrazia), ma non c'è più niente da fare. A uccidere i due ragazzi (lei gestiva un bar pizzeria della zona, lui era di origine cilena con permesso di soggiorno per lavoro) è stato un guasto meccanico, il cedimento di un braccio di sostegno, anche se la spiegazione ufficiale la darà il perito del tribunale. La giostra, subito sequestrata dalla magistratura, è la «Matterhorn», un impianto dello stesso tipo di quello in cui, nel dicembre dello scorso anno, si era verificato un infortunio nel Luna park dell'Eur che aveva provocato la morte di un giovane. «A Rologna l'I] ottobre dello scorso anno abbiamo sottoposto a collaudo la nostra macchina volante», dice Mauro Stoppia, uno dei proprietari del «Matterhorn», e il direttore del Luna park, Vittorio Gabrielli, precisa che «la legge prevede collaudi della macchina ogni anno. Nel o i a e i a n e ri GIALLO IN FRANCIA PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una bimba uccisa da antibiotico al cianuro, 300 mila confezioni del medicinale ritirate, la casa farmaceutica che non avvisa le autorità sanitarie ma la tv, gli ospedali in tilt per gli appelli, la psicosi generale, gli interrogativi angosciosi sul misterioso sabotatore-assassino. Definirlo un giallo è poco. Il venerdì 17 giugno lascia alla Francia il sapore amaro di una tragedia che scivola nel grottesco causa le inesplicabili gaffes successive. E nessuno indennizzerà mai i genitori che avevano in casa la «Josacine» Rhòne Poulenc - l'antibiotico da pediatria più diffuso oltralpe, ma non commercializzato in Italia, come si è affrettato a precisare il nostro ministero della Sanità - per lo choc nell'apprendere sul teleschermo una notizia fornita senza la minima concertazione fra il laboratorio produttore e le istanze sanitarie nazionali. Chi è il misterioso avvelenatore? Come ha potuto introdurre una «quantità enorme» ALASSIO scontro frontale, ad Alassio, tra il Comune e i saccopelisti. Modena la rossa contro Alassio leghista, i giovani del turismo povero contro il sindaco Roberto Avogadro che in un anno ha conquistato le prime pagine dei giornali nazionali con le sue ordinanze di divieto. A far scattare la protesta l'ultima proposta alassina, risalente al mese scorso: vietare i treni speciali del fine settimana per evitare l'invasione dei saccopelisti. Una proposta che aveva conquistato, ancora una volta, l'attenzione dei quotidiani. «Non solo, il sindaco era stato ospite di "Diritto di replica", la trasmissione di Sandro Paternostro e Fabio Fazio, e aveva ribadito di non volere il turismo povero. Ha anche fissato una quota per poter soggiornare, 50 mila lire», spiegano da Modena i membri del collettivo «Resistenti». Così, per protesta, questa mat- '93 è stato fatto da un tecnico specializzato; c'è la relazione presentata agli inquirenti. Ieri mattina - prosegue - ho visto Sergio Stoppia (uno dei titolari) fare l'ordinaria manutenzione. Non sappiamo spiegarci l'accaduto. Queste - conclude Gabrielli - sono macchine collaudatissime fabbricate a Reggio Emilia dalla ditta "Sdc" ed esportate in tutto il mondo». Ieri mattina c'è stato un sopralluogo del magistrato che conduce l'inchiesta, Maria Vulpio, che ha nominato come perito l'ingegner Manfredi Tomassetti. L'incidente di ieri notte a Rieti ha due precedenti lo scorso anno, sempre nel Lazio. Il 3 maggio a Marta (Viterbo), nelle vicinanze del porticciolo sul lago di Bolsena, morì un ragazzo di 17 anni, Marco Lombi. Cadde da un «seggiolino volante» per la rottura di una catenella che fungeva da cintura di sicurezza. Il secondo incidente, l'8 dicembre, è quello dell'Eur sulla giostra «Matterhorn». Giuseppe Zarone, 26 anni, fu sbalzato fuori da una navicella. I gestori dell'impianto dissero che Zarone era un assiduo frequentatore della giostra e avrebbe perso l'equilibrio perché si era alzato in piedi e si era sporto. Il giovane tentò di aggrapparsi a uno dei cancelletti che circondano la giostra, ma cadde sbattendo contro un traliccio. Stefano Mancini Lo Josacine non si vende in Italia - dicono le analisi - di cianuro nel flacone? Con quali fini? E colpirà ancora? Se lo chiedono i francesi e gli investigatori, indecisi tra l'ipotesi «follia omicida», ricatto, colpo basso tra aziende concorrenti. Emilie T. aveva 9 anni. Sveglia, carina, prima della classe, le sarebbe piaciuto fare danza Protesta organizzata da Due immagini della giostra della morte al Luna park di Rieti ni assolutamente innocui». Impianti come il «dondolino» non sarebbero più sicuri se non fossero itineranti? «Questo incidente sarebbe accaduto lo stesso. Ripeto: si è rotto un pezzo portante, nessuno poteva prevederlo». Perché si cercano attrazioni sempre più da brivido? «Sono i gusti del pubblico. L'autoscontro ormai è un divertimento per ragazzini, la gente chiede sensazioni più forti. Comunque, tutte le giostre sono collaudatissime e diffuse nel mondo: non le abbiamo certo inventate noi». Quindi il pericolo è inevitabile? «Noi facciamo il possibile per eliminarlo. Speriamo che i simulatori e la realtà virtuale ci aiutino a trovare giochi più tranquilli». [s. man.]