Riina all'attacco revocati i difensori

e con altri nove imputati boicotta l'udienza preliminare sui dieci anni di «guerra di mafia» e con altri nove imputati boicotta l'udienza preliminare sui dieci anni di «guerra di mafia» Riina all'attacco, revocati i difensori Carcere duro, i boss non ci stanno «L'accusa prevarica i nostri diritti» Subito nominati gli avvocati d'ufficio Questa iniziativa e lo stillicidio di attentati dimostrerebbero che le cosche sono in difficoltà PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Subito dopo l'evasione di Maniero, il boss del Brenta, dal carcere di Padova, Totò Riina e i suoi fedelissimi a Palermo aprono un altro fronte contro lo Stato. E fanno rumore. Con altri nove boss, il padrino di Cosa nostra ieri ha revocato la nomina ai difensori. Ha così costretto il giudice per le indagini preliminari Gioachino Scaduto del pool antimafia a correre immediatamente ai ripari: il gip ha incaricato avvocati d'ufficio in modo non si inceppi e vada avanti ugualmente il processo per cento delitti, molti dei quali impuniti, in parte vendette trasversali, perpetrati dalla mafia siciliana tra il 1981 e il 1991. E dal carcere dov'è sottoposto da sei giorni al duro regime di detenzione imposto dall'articolo 41 bis, il quasi ottuagenario capomafia di Cinisi Procopio Di Maggio ha annunciato una clamorosa forma di protesta: vuol recidere ogni rapporto con il mondo esterno, non intende più prendere i farmaci che il suo medico curante gli ha prescritto da tempo. «Vuol lasciarsi morire», hanno reso noto con un messaggio drammatico Nazario Agostini e Ubaldo Leo, i legali del vecchio che negli anni scorsi è sfuggito a tre agguati organizzati dai suoi avversari. Inizative tanto spettacolari sono prese proprio mentre prosegue l'offensiva contro esponenti progressisti, sindacalisti, ambientalisti nei paesi della cintura di Palermo con attentati a ripetizione, l'ultimo a Partinico ai danni di un ecologista al quale è stata incendiata l'auto. E' un'offensiva che tutti, com¬ preso il ministro degli Interni Roberto Maroni, attribuiscono alle cosche, ben decise a far sapere che il giuoco lo conducono sempre loro senza temere repressione, arresti e condanne. Una mafia così tracotante s'era vista altre volte in passato e fino ai giorni scorsi con il proclama di Riina nel palazzo di giustizia di Reggio Calabria. Ma ciò ha sempre coinciso con le fasi calanti, con i periodi bui delle «famiglie» che difatti stavolta sembrano davvero in forte difficoltà. E così, sostenendo che nel processo vi è «disparità» nel trattamento riservato all'accusa e alla difesa, Riina e i principali associati in Cosa nostra hanno progettato di boiccotare l'udienza preliminare in cui figurano 59 imputati di crimini e misfatti nel decennio che segnò, a Palermo, la «guerra di mafia» ed il predominio di Riina, con alcuni fra gli omicidi più eclatanti nella storia della mafia, come il delitto Dalla Chiesa. Alcuni imputati hanno dichiarato che i giudici stanno riducendo e persino soffocando i diritti della difesa e, con un tono molto somigliante a quello dei brigatisti rossi, Nino Madonia (quello del libro mastro del racket delle estorsioni che costò la vita a Libero Grassi) ha parlato di «processo politico». Più o meno quanto, negli ultimi due anni, i boss della mafia sono andati lamentando a causa del più duro regime carcerario loro imposto. Con Riina, oltre a Nino Madonia, protestano il padre Francesco e i fratelli Giuseppe, condannato all'ergastolo per l'omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, e Salvatore, che due anni fa ha avuto inflitto pure l'ergastolo per l'agguato al poliziotto Natale Mondo, un «Serpico» della questura palermitana che fu l'ombra del vicequestore Ninni Cassare, assassinato a sua volta otto anni fa con cento colpi di kalashnikov. Gli altri boss che hanno revocato i difensori sono: Pippo Calò, pure al carcere a vita con sentenza definitiva e un tempo cassiere della mafia, Bernardo Brusca, Salvatore Montalto, Raffaele Ganci e Salvatore Biondino, che il 15 gennaio del 1993 fu bloccato dai carabinieri del Ros del capitano «Nessuno» al volante dell'auto sulla quale, come un cittadino qualsiasi, c'era Riina, latitante da 23 anni, uno degli uomini più ricercati nel mondo. Antonio Ravidà Con il conforto della tede, si è spenta serenamente la N. D. Emilia Sertorio De Fornaris Con grande dolore lo annunciano i figli: Mariarosa, Franca con Gigi, Cristina con Giacomo, Paolo con Llselotte, Giampiero con Zita, la cognata Maddalena Sartorio e i carissimi nipoti: Cristina, Ferdinando con Barbara, Glanflllppo, Luca, Francesco, Emanuele, Benedetta, Veronica, Filippo, Andrea, Alessandro e Francesca. Un particolare ringraziamento alle affezionate Rosa, Luciana, Nella e Darlka. I funerali avranno luogo oggi alle ore 10 nella parrocchia di San Massimo. — Torino, 16 giugno 1994. Partecipano al dolore della famiglia: Pina e Marlse Quaglino; Raffaele e Rosa Corrado. Llda Graziano è affettuosamente vicina a Maria Rosa, Franca, Cristina, Paolo e Gipy nel ricordo della cara EMILIA. Partecipano con affetto al dolore di Paolo e fratelli. Cesare e Caroline, Carlo e Maria, Leonardo e Renata. Gli Amici del Circolo degli Alfieri sono vicini con grande affetto a Paolo per la perdila dalla madre signora Emilia De Fornaris Sertorio — Torino, 17 giugno 1994. Giorgio e Betty Re; Mimmo e Marlslta Zunlno partecipano affettuosamente al dolore di Paolo e famiglia. Lo Studio Vasapolll partecipa al dolore del dottor Paolo Sertorio. Lo Studio Palea prende parte al dolore della famiglia. Roberto Palea partecipa sentitamente ai grave lutto. Partecipano al dolore di Paolo e famiglia Susanna Ghigo Marltè Luciano Belletto Mario Molinari. Maria Sola Imbertl e famiglia, Clara Sola Sartorio e famiglia, Carlo e Carla Crespi e famiglia partecipano commossi al dolore della famiglia di EMILIA. Paolo e Barbara Chlono; Carlo Alberto e Giulietta Pejrone sono affettuosamente vicini a Paolo e Lise e partecipano al dolore di tutta la famiglia per la scomparsa della signora Emilia Sertorio — Torino, 17 giugno 1994. Erry e Nene Santoro, Nando e Liliana Dell'Orto sono affettuosamente vicini a Maria Rosa. Franca, Cristina, Paolo e Gian Piero. Presidente e Consiglio di Amministrazione della D. Ulrich SpA partecipano con le più sentite condoglianze al lutto della famiglia Sertorio e si uniscono al dolore del dr. Paolo. I Dipendenti della D. Ulrich SpA sono affettuosamente vicini al loro Amministratore Delegato dr. Paolo Sertorio. Giuliano Marchisio è particolarmente vicino e partecipa al grande dolore del dott. Paolo Sertorio. Roberto Relnaudl con Carmen, Barbara e Glanmarco partecipano al dolore della famiglia Sertorio. Giovanni Anna Glachlno partecipano al l'ino di Paolo e famiglia. La Direzione e le Maestranze delle Fonderle Officine Riunite prendono parte al dolore del dott. Gian Piero Sertorio e famiglia per la perdila della mamma signora Emilia De Fornaris Sertorio e porgono sentite condoglianze. Biella, 18 giugno 1994. Totò Riina: con i principali boss della «cupola» di Cosa nostra ha revocato la nomina del suo legale A sinistra, il boss Procopio Di Maggio che per protesta ha deciso di «lasciarsi morire in carcere»