Tokyo lancia un segnale atomico

Tokyo lancia un segnale atomico Tokyo lancia un segnale atomico «Anche noi siamo in grado di costruire la Bomba» TOKYO. Per la prima volta il Giappone ieri ha ammesso di avere le capacità tecniche di produrre la bomba atomica. Una dichiarazione che appare legata al contenzioso nucleare tra Usa e Corea del Nord. Il premier Tsutomu Hata ha detto in Parlamento che il suo Paese si è astenuto dal produrre l'atomica per fedeltà ai suoi impegni internazionali. Rispondendo ad una interrogazione parlamentare Hata ha detto: «E' un dato di fatto che abbiamo le capacità tecniche di produrre simili bombe, ma non le abbiamo prodotte in linea con la nostra posizione di firmatari del trattato di non proliferazione nucleare». La Costituzione giapponese vieta il possesso, la costruzione ed anche il semplice passaggio nel territorio giapponese di ordigni nucleari. Si sta forse avvicinando il giorno in cui la norma costituzionale sarà abrogata? Certo la dichiarazione di Tokyo appare come un segnale non equivoco nei confronti di Pyongyang? Frattanto la reta americana «Cnn» ha riferito dalla capitale nordcoreana che l'ex-presidente americano Jimmy Carter, al suo secondo giorno di missione nel Paese asiatico, ha detto ieri che la Casa Bianca potrebbe recedere dal suo proposito di chiedere sanzioni contro Pyongyang. Un'ammorbidimento per altro parzialmente smentito da fonti governative Usa. Da oltre un anno si è creata una situazione di drammatica tensione tra la Casa Bianca e Pyongyang, per il rifiuto della Corea del Nord di consentire ispezioni ai suoi impianti nucleari. Giovedì e ieri si sono svolte intense conversazioni tra Carter ed il presidente nordcoreano Kim II Sung che, dal canto suo, a fronte delle assicurazioni sull'ammorbidimento della linea americana, aveva garantito che avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per migliorare le relazioni con gli Usa. Va in questa direzione anche l'impegno di Kim ad attivare un gruppo di lavoro congiunto statunitense-nordcoreano per le ricerche sulla sorte degli americani dispersi durante la guerra di Corea. In un'intervista radiofonica, Robert Gallucci, assistente segretario di Stato americano e uomo di punta dell'amministrazione Clinton per la crisi nordcoreana, al quale era stata chiesta una conferma delle notizie diffuse della «Cnn», ha risposto: «Non posso confermarle» ed ha anche precisato che le consultazioni proseguono all'Onu, mentre Washington esamina il significato degli ultimi gesti concilianti della Corea del Nord. Secondo Gallucci, Carter ha sbagliato nel raccontare a Kim II Sung che è stata bloccata, almeno per il momento, la campagna Usa per l'imposizione di sanzioni internazionali. (Agi-Ansa]

Persone citate: Clinton, Gallucci, Hata, Jimmy Carter, Kim Ii Sung, Robert Gallucci, Tsutomu Hata