«Io trapiantata non voglio giudicare»

«Io trapiantata non voglio giudicare» «Io trapiantata non voglio giudicare» vita del figlio. In questi giorni di attesa nel corridoi del Martini Nuovo abbiamo parlato del trapianto al quale io sono stata sottoposta e loro avevano capito bene il grande gesto d'amore di quello sconosciuto donatole e la grande fortuna che Dio gli aveva riservato e mi aveva riservato». La fede riaffiora nei ricordi di quei giorni dolenti che avevano preceduto il trapianto. «Siamo molto religiosi - dice la donna - perciò occorre capire e non giudicare. A volte il grande amore porta le persone ad aspettative esagerate. Preferisco pensare che l'amore sia diventato così, diciamo, egoista davanti alla tragedia improvvisa della breve vita di Rocco». La famiglia di Rocco non è estranea al problema dei trapianti e delle donazioni di organi. «A me hanno impiantato un rene nuovo - ammette una parente - e quel dono mi ha ridato la vita. Prima del trapianto era un inferno, vivevo nella paura di non farcela a sopportare l'attesa, nell'angoscia di chi vede passare i giorni, uno dopo l'altro, e con loro sente affievolirsi le speranze di un possibile ritorno ad una vita normale». E aggiunge con accorata amarezza: «Se non si fosse fatto tanto trambusto, i genitori di Rocco avrebbero acconsentito ad aiutare altri malati. Loro sanno bene che cosa vuole dire soffrire. Il problema principale che si sono posto è stato difendere la Giovanni Sorrentino clude il breve messaggio con un altro pensiero del ragazzo, l'ultimo passo della poesia: «La vita è un mucchio di cenere che, dal vento spazzata, vola nel cielo, nel cielo infinito». La vicenda di Rocco non finisce tra i fiori nel cimitero di Grugliasco. La Lega nazionale contro la predazione di organi e la accalcano intorno alla bara. Una ragazza, colta dall'emozione, sviene e devono portarla all'ombra a riprendersi. «Dov'è il tempo degli stupori, dei miracoli?» dice durante la celebrazione ricordando la morte di Gesù sulla croce. Cita alcuni passi di una poesia scritta dal sedicenne. «La vita è una colomba che porta la pace. La vita è come un rapace che prende e non dà». Non accenna al tormento dei genitori del sedicenne che per giorni hanno opposto, ostinati, la propria fede alle leggi della scienza. Non parla del sottile confine che separa la vita dalla morte. Né della lettera di monsignor Peradotto e della risposta dei genitori. Con¬ Adriano Provera

Persone citate: Adriano Provera, Giovanni Sorrentino, Peradotto

Luoghi citati: Grugliasco