Un business da 18 miliardi

Un business da 18 miliardi Un business da 18 miliardi C'è un business miliardario dietro ai bollettini-truffa. Il ministero delle Finanze ha calcolato in 18 miliardi il giro d'affari (da gennaio '92 ad aprile '94) di 6 bollettini «incriminati», dei quali il ministero delle Poste ha vietato la diffusione. Il flusso di denaro verso gli editori è stato bloccato: solo a Firenze sono state sequestrate 25 mila ingiunzioni di pagamento. Uno dei bollettini assomigliava all'iscrizione alla Camera di Commercio, un altro ha ingannato chi aveva cambiali da pagare. La formula di abbonamento alla rivista presenta spesso una clausola-capestro, scritta in caratteri microscopici: «Il versamento successivo sarà effettuato alla scadenza, in mancanza di comunicazione raccomandata 90 giorni prima». L'abbonamento si rinnova cioè di anno in anno se non lo si disdice 3 mesi prima; chi non l'ha fatto è stato bersaglio di ingiunzioni di pagamento. nante. Era stato denunciato la prima volta nel 1973 dalla questura di Milano; ha collezionato contestazioni per armi, truffa, falso ed estorsione da parte delle forze dell'ordine di Spoleto, Milano, Brescia, Pistoia, Celenza, Trieste e Meduno (Pordenone). Nel '91 la prefettura di Milano gli aveva vietato la detenzione di armi, nell'89 la Finanza di Augusta lo ha accusato di falso. La sua società di via Capecelatro 12 a Milano si chiama «Centro servizi amministrativi contabili Csace». Alla Camera di Commercio di Milano risulta che non ha mai avviato alcuna attività; ma è proprio a questa società che è intestato il conto corrente postale segnato sui bollettini spediti ai torinesi e firmati «la Direzione tasse, finanza e previdenza sociale». Invitano ad abbonarsi al mensile (189 mila lire) come strumento per «evitare di incorrere in possibili sanzioni pecuniarie aggravate di interessi muratori». La stessa cosa era scritta anche sul «Bollettino contributi e tasse» che Anselmi spediva qualche tempo fa in tutt'Italia. L'invito ad abbonarsi alla sua rivista «Rassegna di contributi e tasse» era ancora più ingannevole: sembrava proprio una tassa da pagare. Ci era cascato persino un carabiniere in pensione: sono piovute le denunce dalle quali

Persone citate: Anselmi, Celenza