Zagalo boccia la Colombia

Il «santone» del Brasile, due titoli come calciatore e uno come tecnico, vigila sul et Parreira Il «santone» del Brasile, due titoli come calciatore e uno come tecnico, vigila sul et Parreira Zagalo boccia la Colombia «Loro come noi? Non scherziamo» vane direttore di gara delle isole Mauritius, tale Lee Chong. E' il caso di allarmarsi, sollevare proteste? «No - è stato il responso guai a chi mette in dubbio le capacità o l'operato di un arbitro». Così, domande dopo domande, racconti, aneddoti, pensieri e parole, notizie e dritte, ecco che chi ha parlato con Zagalo si rende conto di avere per le mani la formazione con la quale il Brasile debutterà lunedì a Palo Alto, Stanford Stadium, contro la Russia. Questo anche se il et Parreira ha proibito alla stampa straniera (paura delle spie russe?) di assistere mercoledì scorso all'allenamento tattico. Dunque: Taffarel in porta, Jorginho e Leonardo terzini di fascia (Branco si è appena ripreso da un infortunio a una costola, non è ancora in condizione), Ricardo Rocha e Marcio Santos centrali; in mezzo al campo Mauro Silva e Dunga distruttori, Zinho e Rai creatori di gioco; davanti la coppia Bebeto-Romario. Con tanti saluti, per ora a Mazinho e al nuovo arrivato Ronaldo Rodriguez de Jesus detto Ronaldo o Ronaldao, che ha sostituito l'infortunato Ricardo Gomes. Cronometro al collo, il berrettino calato sugli occhi, i capelli bianchi che macchiano di spruzzi ancora abbondanti la nuca, Mario Jorge Lobo Zagalo scompare nascosto dalla selva di cronisti brasiliani pendenti dalle sue labbra. Parla, parla il vecchio signore del Mondiale. E' un simpatico, mingherlino ma attivissimo 63enne. E' il coordinatore tecnico della Selecao, il «suggeritore» - si direbbe a teatro - di Carlos Alberto Parreira, et a tutti gli effetti. Ma non passa giorno che, finiti gli allenamenti, decine di inviati brasiliani e portoghesi, non cerchino conforto nelle sue parole. E il santone parla, parla, ascoltato senza la minima interruzione. Il personaggio non è tale perché piace, ma perché ha un passato di rispetto assoluto. E' più che se l'Italia avesse un Piola alle spalle di Sacchi, più che se Beckenbauer fosse il consigliere di Vogts. A ben vedere solo l'ex et tedesco della Germania campione a Italia '90 ha qualcosa in comune con Zagalo. Aver vinto il Mondiale da allenatore (al tecnico brasiliano capitò nel '70) dopo averlo conquistato da giocatore ('58 e '62 per il sudamericano e '74 per Kaiser Franz). Quindi, quando Zagalo parla («Con Beckenbauer comunque vinco sempre io 2-1 ») non è mai per dire cose banali. Ieri, ad esempio, l'abbiamo sentito spiegare che lui non ha proprio capito perché la Colombia sia data per favorita alla pari del Brasile. «No, non c'è paragone. Ai Mondiali non si vince arrivando all'ultimo minuto come hanno fatto loro dopo essersi sobbarcati una quantità enorme di tournée e amichevoli. L'altra settimana hanno giocato a New Haven con la Grecia e poi sono ritornati a giocare in patria anziché sistemarsi a Los Angeles. No, le cose vanno preparate seriamente. Come ha fatto il Brasile. Poche amichevoli ma cadenzate secondo criteri ragionevoli. Non si deve partire né troppo caricati né già al massimo». «Noi - sostiene Zagalo - come Italia, Germania e Argentina, saremo i protagonisti del Mondiale. Non si scherza con queste manifestazioni. Nell'86 in Messico il Brasile ha fallito perché giocava solo con il pallone, mai visto un calciatore smarcarsi negli spazi vuoti. Non era ancora bastata la lezione di Spagna '82. E nel '90 la tattica e lo spirito potevano andare bene ma mancava l'esperienza internazionale. Quella che ha invece questo Brasile grazie anche all'apporto di chi è emigrato in Europa». Zagalo e Parreira non hanno lasciato nulla al caso. L'altra mattina si sono riuniti per discutere i due problemi più urgenti. Vale a dire: l'ultimo ad aver visto la Russia è stato Leo Junior il 29 maggio a Mosca contro la Repubblica Ceca. Terrà una relazione alla squadra. Seconda questione. L'incontro con i russi sarà arbitrato da un gio¬ MONDIALI FLASH ASSENTEISMO. L'assenteismo dal lavoro dei brasiliani in occasione delle partite della nazionale è stato «ufficializzato». L'intero Paese è in pratica autorizzato a fermarsi: fabbriche, borsa, mercati, dipendenti comunali, professionisti. Tutti a casa durante le partite. IN GALERA. La minaccia è originale e si sta rivelando di grande effetto: gli olandesi, refrattari al pagamento delle multe, saranno arrestati e incarcerati durante le partite della squadra arancione in televisione. Il provvedimento sta già dando effetti positivi. In questi giorni il numero delle ammende pagate è quadruplicato. MOGLI RUSSE. Ottenuti i visti d'ingresso, le mogli di giocatori e dirigenti della Nazionale russa sono arrivate al ritiro di Santa Cruz. Finisce così la polemica tra il Dipartimento per l'Immigrazione degli Usa e la delegazione russa sui ritardi nella concessione dei permessi per entrare in America. ABBRONZATI. Positiva partita di preparazione dell'Olanda a Orlando contro il Fort Lauderdale: 7-1. Prima della partita i giocatori olandesi si sono dovuti cospargere abbondantemente di crema solare e alla fine erano abbronzati. SCONOSCIUTO. La designazione dell'arbitro Lim Kee Chong, delle Isole Mauritius, per la partita Brasile-Russia non è piaciuta ai sudamericani: «Dicono che Chong sia in grande forma fisica, che corra velocissimo, ma speriamo che conosca le regole del gioco». VOLA ITALIA. E' lo slogan preferito dalla redazione del settimanale diocesano di Treviso «Vita del Popolo» per tifare azzurro senza gridare Forza Italia, giudicato... troppo berlusconiano. Grido più originale è stato SASSI (Sempre avanti senza Silvio, Italia).