Panzer attenti alle sorprese

Panzer, attenti alle sorprese Panzer, attenti alle sorprese Stasera a Chicago con la misteriosa Bolivia CHICAGO DAL NOSTRO INVIATO vrebbe essere rispettata. La Bolivia, la cui ultima apparizione risale all'edizione del 1950, fu un disastro: 8-0 per l'Uruguay, è arrivata ieri. Si era nascosta dalle parti di Boston, circondata dai bivacchi di tremila fedeli. L'unica materia che la unisce ai panzer, è lo schema (5-4-1). Solo che là c'è Matthaeus e qui Bimba. Non è tanto l'altezza ad angustiare i boliviani, quanto l'altura: ai 3700 metri di La Paz erano capaci di cucinare allo spiedo persino il Brasile, ma nella piana di Chicago, cambia tutto, in padella di solito ci finiscono sempre loro. Se prendi i giocatori uno per uno, non provi emozioni, ma se ti rifai ai nomi di battaglia, allora sì che vibri. Perché anche il et Xabier Azkargorta, un basco dal baffone amazzonico, ha il suo Trucco (in porta, oh yes), il suo Platini (Erwin Sanchez), il suo Schillaci (William Ramallo, 7 gol nelle qualificazioni) e il suo Diablo, Marco Antonio Etcheverry, classe '70. Gioca, costui, fra i cileni del Colo Germania e Bolivia saranno, oggi, protagoniste di un bagno turco di massa. Che poi esso abbia luogo fra le colonne del Soldier Field, e valga, addirittura, quale partita inaugurale dei Mondiali, questo è un dettaglio secondario. O forse no. Sarà la Coppa della Grande Fifa e della Grandissima Afa; una sfida all'ultimo bollettino (meteorologico). L'annuncio di un acquazzone potrebbe fruttare una fortuna, al vate e ai destinatari. L'onore di aprire le cosiddette ostilità spetta ai campioni in carica. Onore sino a un certo punto. L'Argentina, per esempio, venne suonata sia nel 1982 (dal Belgio) che nel '90 (dal Camerun). E l'Italia ('86) fu bloccata sul pareggio dalla Bulgaria. La tendenza a tifare per i più deboli non è da prendere per oro colato, ma da queste parti - e, per giunta, in uno sport così poco sentito, e così tanto sopportato - do¬ L'Argentina campione fu sconfìtta all'esordio sia nell'82 sia nel '90 E l'Italia pareggiò con i bulgari Nella squadra tedesca il et Vogts deciso a schierare nove «italiani» campioncino. Se si rompe di nuovo, sul piano squisitamente legale non ci saranno strascichi. Per quanto povera, la Bolivia si presenta agli occhi del mondo con fierezza: l'economia è stabile, l'inflazione è stata drasticamente ridotta dal 23 per cento del 1985 al 9,3 del 1993 e al 9 del 1994. Sono lusinghieri segnali di vitalità che accompagnano, dopo 44 anni, lo sbarco in Coppa. La Germania farà bene a non fidarsi. Ieri, al quartier generale dei campioni, c'era anche il cancelliere Kohl, in visita pastorale. La formazione ruota attorno a Strunz e Basler. Entrambi infortunati, entrambi ristabiliti: il più pimpante si occuperà, in difesa, della fascia destra. I tedeschi sanno che cosa li aspetta. Con la tensione delle lunghe veglie ormai ci vanno a letto da un pezzo. Il fatto che arbitri un messicano (Brizio Carter: per Casarin, il migliore oggi su piazza) li riporterà, col cuore e la coscienza, all'epilogo dell'ultimo Mondiale, quando un altro messicano (Codesal) si inventò il rigore che, trasformato da Brehme, avrebbe poi sancito la resa di Maradona. Salvo ripensamenti, e considerando anche gli ex, Vogts è orientato a schierare ben nove italiani: Matthaeus (libero), Kohler, Berthold, Brehme, Haessler, Effenberg, Sammer, Moeller, Klinsmann. Come sempre, anche se non sempre accade, vinca il migliore. [ro. be.] Colo. Ha un sinistro delizioso e momenti di follia creativa. Peccato che sia reduce da un devastante infortunio a un ginocchio. Andrà in panchina: Azkargorta si fida e non si fida. Il Diavolo è capace di nascondere la palla a tutti: anche ai suoi. E questo, per un tecnico che sa di giornalismo e di medicina, non è bello. Viceversa, sembra del tutto risolto il contenzioso in atto fra la federazione e la compagnia di assicurazione che gestisce il