«La macchina della verità mi dà ragione»

«Fuggii sconvolta dalle sue proposte oscene, mi sono sottoposta spontaneamente alla prova» «Fuggii sconvolta dalle sue proposte oscene, mi sono sottoposta spontaneamente alla prova» «tu macchina della verità mi dà ragione» Raffica di interviste a Paula, l'accusatrice di Clinton Si confessa con il reporter che scovò l'ex nazista Erich Priebke in Sud America «Il suo racconto è del tutto plausibile» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE In un'offensiva di immagine materializzatasi in due interviste televisive, Paula Jones, la donna che accusa Bill Clinton di averla sessualmente molestata, ha rivelato di essersi sottoposta spontaneamente e con successo alla macchina della verità. E Sam Donaldson - il giornalista ultra-liberal che l'ha intervistata ieri notte per «Abc-Tv» e che era già balzato alle cronache per aver individuato in Sud America l'ex ufficiale nazista Erich Priebke - ha dichiarato di aver trovato il racconto di Jones «plausibile». A parte la notizia della sua prova con la macchina della verità, la donna non ha rivelato particolari nuovi sia nell'intervista a «Abc-Tv» sia in quella alla «Cnn». Ha semplicemente raccontato la sua storia, già dettagliata nell'atto di accusa presentato contro il Presidente presso la Corte federale di Little Rock. Ha ripetuto di essere stata avvicinata da Danny Ferguson, una delle guardie del corpo di Clinton, mentre organizzava un banchetto in un albergo di Little Rock in cui si svolgeva una conferenza. Ha confermato che Ferguson le disse che Clinton voleva vederla e successivamente la portò in una «suite» dell'albergo in cui Clinton l'aspettava. Lì - sempre il racconto di Jones l'allora governatore dell'Arkansas e futuro presidente, cominciò BUCAREST a toccarla e poi, calatosi calzoni e resto, le chiese di praticargli un atto di sesso orale. Paula Jones sostiene di aver lasciato la «suite» di corsa e molto turbata. Qualche giorno fa Ferguson, essendo co-imputato assieme a Clinton, ha depositato in tribunale la sua versione dei fatti come richiesto dalla procedura. Ha confermato la sua precedente versione, già pubblicata sull'«American Spectator» il Natale scorso. La Jones sostiene che proprio la versione del fatto fornita da Ferguson la spinse a venire allo scoperto per difendere la sua reputazione. Ferguson aveva detto di aver portato da Clinton una «certa Paula», che dopo l'incontro manifestò interesse nel diventare «la ragazza del governatore». Per il resto, Ferguson, nella sua deposizione scritta, cerca di mettere in ombra il ruolo di Clinton, non chiarendo bene come mai la ragazza fosse arrivata nella sua «suite». E questo è il punto più debole della sua ricostruzione. Un paio di testimoni videro la guardia avvicinare Jones con un foglietto in mano sul quale era segnato un numero. Inoltre la ragazza, subito dopo l'incontro con Clinton, informò piangente un paio di amiche di quanto Clinton le aveva fatto. Le deposizione di Ferguson si presenta pertanto debole e contraddittoria rispetto ad altre testimonianze. Ma, sul punto centrale, conferma che in quella «suite» avvenne un incontro che la Casa Bianca aveva ripetutamente cercato di negare. Fino a che non è apparso un testimone oculare che documentava il contrario, Clinton aveva addirittura sostenuto che quel pomeriggio non andò per niente all'albergo. Il giudice di Little Rock, una donna nominata da George Bush ma in gioventù allieva di Clinton, annuncerà una decisione entro la metà di luglio, quando avrà rice¬ Paula Jones con il suo avvocato [FOTO REUTERJ vuto anche la deposizione scritta del Presidente. Robert Bennett, avvocato di Clinton, punta alla non celebrazione del processo, sostenendo che al Presidente dovrebbe essere concessa l'immunità durante la durata della carica. Ma si tratta di una tesi difficile da sostenere, perché il presunto reato di Clinton sarebbe avvenuto quando lui non era ancora presidente e non ha nulla a che vedere con decisioni politiche. Tuttavia i giuristi prevedono che su un punto Bennett avrà successo: rinviare con una serie di appelli il processo almeno fino al '97, cioè a dopo le prossime elezioni presidenziali. Se questo è quasi il massimo che Clinton può sperare, non si tratta comunque di uno scenario ottimale. A ogni pronunciamento di un grado di giustizia, il caso riesploderà e altre rivelazioni probabilmente emergeranno. Sembra che già cinque donne abbiano firmato dichiarazioni in cui sostengono di aver ricevuto da Clinton lo stesso trattamento di Jones. Nell'intervista, Donaldson ha chiesto alla ragazza se non si sentiva uno strumento in mano ai gruppi conservatori e lei ha risposto: «Sono stati gli unici a offrirmi aiuto, nessun liberal si è fatto avanti per difendermi». «Penso fosse una risposta sincera», ha poi commentato Donaldson. Paolo Passarmi L'ex re Michele di Romania mostra il passaporto dopo essere stato respinto dalle autorità Sopra, il presidente Ion Iliescu contro Iliescu e il post-comunismo. Bucarest è una città molto estesa, piazza Università dista un paio di chilometri da piazza Victorici, dove ha sede il governo. I due gruppi di manifestanti non si sono incontrati, la polizia li ha tenuti a distanza, non vengono riferiti incidenti. Vedremo oggi. Alfredo Amellone

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