Giallo per la morte del rivale

per la morie del rivale per la morie del rivale Dietro un'overdose l'ombra della vendetta del boss in fuga PADOVA. Tre giorni dopo la clamorosa fuga dal carcere del suo capo se n'è andato anche Giancarlo Faggian, l'amico fedele del boss Felice Marnerò, il suo «compare d'anello» come diceva sempre lui con orgoglio. Ma niente commandi per Faggian, né elicotteri. A toglierlo di scena una micidiale miscela di droga, una sniffata potente di eroina e cocaina, corretta dall'assunzione di alcune pastiglie di psicofarmaci. Poco prima l'avevano visto in un bar brindare all'evasione di «faccia d'angelo», fiero che il «numero uno» avesse finalmente preso il volo mettendo nel sacco ancora una volta le forze dell'ordine. Giancarlo Faggian, 41 anni, di Legnare (Padova), uno dei principali imputati del maxiprocesso contro la mafia della Riviera del Brenta, che si sta celebrando a Mestre, è stato trovato morto ieri nella sua abitazione. Per lui la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a 16 anni e 6 mesi di reclusione, per una serie di reati di droga commessi in concorso con Febee Maniero e Antonio Pandolfo, il braccio destro del boss che era al suo fianco anche nell'evasione del carcere padovano. Faggian era accusato di aver fatto parte di un'associazione armata finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di eroina e cocaina. Era stato arrestato anche più volte per spaccio di stupefacenti, detenzione di armi e rapina aggravata. Era ritenuto un esponente di spicco della malavita locale, sebbene la sua dipendenza dalla droga l'avesse reso un po' meno affidabile. Dal novembre scorso era

Persone citate: Antonio Pandolfo, Faggian, Febee Maniero, Felice Marnerò, Giancarlo Faggian

Luoghi citati: Padova