Kohl promuove Berlusconi di Emanuele Novazio

Il premier a Bonn: «Forza Italia gruppo autonomo a Strasburgo. Vendere le mie tv? Aspetto offerte» Il premier a Bonn: «Forza Italia gruppo autonomo a Strasburgo. Vendere le mie tv? Aspetto offerte» Kohl promuove Berlusconi II cancelliere: Dio benedica l'Italia BONN una correzione, rispetto alle dichiarazioni di altri esponenti del governo giudicate con allarme a Bonn; anche se è stata, forse, una risposta legata all'interesse di non venire sopraffatti dalla dinamica europea. Il presidente del Consiglio ha infatti concordato con il Cancelliere «di dare più forza ed efficacia all'azione comune di ogni presidenza». A partire da quella tedesca e fino a quella italiana: nel mezzo ci saranno i semestri critici di Francia e Spagna, altri Paesi del «nocciolo». L'Italia - ha assicurato Berlusconi - non resterà in disparte, non sposerà vocazioni all'inglese. Il nostro Paese riconferma anzi «la continuità di una politica che discende dai padri fondatori italiani dell'Europa». E - altra assicurazione gradita a un Canceliere preoccupato della stabilità a Est - il governo italiano concorda con la necessità di un'apertura all'Europa orientale. Con una sola riserva, sul futuro presidente della Commissione: i due candidati saranno oggi a Roma. Ma c'era un altro interrogativo «caldo», in questa visita: gli umori di Kohl sull'eventuale adesione di Forza Italia al gruppo democristiano, all'Europarlamento. A Bonn, probabilmente, Berlusconi ha trovato un interlocutore interessato ad avere in Forza Italia un partner moderato a Strasburgo, ma deciso a superare la tornata DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Se davvero la visita a Bonn e l'incontro con Helmut Kohl dovevano essere un «esame», Silvio Berlusconi l'ha passato, anche se con qualche condizione. Che gli umori del Cancelliere non fossero influenzati dalle proteste di Spd e Verdi («non diventare il soccorritore di chi aiuta l'estrema destra», avevano chiesto la vigilia a Kohl), lo si è capito fin dall'accoglienza in Cancelleria dopo il saluto con gli onori militari, non previsti per visite del genere. Quando Kohl ha sottolineato solo i tratti che legano Bonn e Roma (anche nell'unico riferimento politico al passato, ricordando che «dopo il crollo del nazifascismo i nostri Paesi hanno ricostruito insieme la democrazia»). E quando ha invocato «la benedizione di Dio» sul governo di un Paese con il quale la Germania intende «collaborare strettamente» e col quale inaugurerà consultazioni continuate: anche sul progetto, avanzato da Berlusconi, dì una «task force del dolore» da realizzarsi nell'ambito Onu o Nato, e da inviare nei luoghi di crisi in aiuto dei civili. In realtà Kohl non ha mai dato segno di dubitare sul futuro democratico italiano, ed è stato il primo leader a congratularsi col presidente del Consiglio dopo la sua nomina, anche se in ambienti ufficiali non si è nascosto l'imbarazzo per «la rottura del tabu» e l'ingresso nel governo degli uomini cu Fini. E ieri, dalla prima visita all'Estero di Berlusconi premier, il Cancelliere si aspettava soprattutto un chiarimento sull'Europa, alla vigilia del vertice di Corfù: più che ricevere rassicurazioni sui ministri di An, era interessato a sapere se potrà contare sull'aiuto di Roma, in un processo di integrazione nel quale si fa strada un nocciolo duro di Paesi, Germania in testa. Voleva capire direttamente, dal capo di un governo spesso tentato dal «minimalismo thatcheriano» dopo decenni di rassicurante «euroentusiasmo» italiano, come e con chi si schiererà adesso Roma. La rispo-/ sta di Berlusconi è suonata come? SILVIO E LEWIS CARROLL AROMA LICE scivola giù nel pozzo per inseguire un coniglio con indosso abiti eleganti e alla fine della corsa chi incontra? Proprio lui, il presidente del Consiglio. Il quale, tra le (tante) altre cose, è pure editore. Editore di libri destinati a un pubblico largo ma anche di libri deliberatamente, affettatamente sofisticati. Insomma lussuosi e inoltre, come si conviene, a tiratura limitata. Poche copie per pochi e selezionatissimi, stavolta la «Silvio Berlusconi Editore» comunica di aver incorporato nel suo catalogo la soave creatura di Lewis Carroll. Il Paese delle Meraviglie, del resto, è proprio lì, nei gesti e negli abiti mentali di un premier-comunicatore che ha una spiccata predilezione per i contromondi fantastici. Il sogno, la meraviglia: altro che quel moderatismo tutto «fatti e cifre» | agognato dal suo ex Indro Montanelli. E così Alice nel Paese delle meraviglie s'aggiunge agli altri titoli della «Silvio Berlusconi»: al Principe di Machiavelli, all'Utopia di Thomas More, aH'E7ogio della follia di Erasmo da Rotterdam. Opere di consueto corredate da prefazioni firmate Berlusconi e che terminano sempre con l'i¬ dentico finalino edificante-ottimista: «Buona lettura». Stavolta no. Stavolta l'opera di Carroll sarà impreziosita dalle illustrazioni di Giovanni Grasso Fravega. Ma non dall'introduzione dell'editore. Si ripropone invece in quest'ultima scelta editoriale la sostanza immaginaria, se si eccettua l'appello alla dura e aspra «realtà effettuale» mes¬ elettorale di ottobre, prima di schierarsi. Il presidente del Consiglio ha aggirato l'ostacolo: Kohl, ha detto in sostanza, non ci ha detto di no anche perché non è stato sollecitato a dirci sì. Tre giorni fa, ha spiegato, si è deciso il rinvio della decisione sullo schieramento a Strasburgo, anche per divergenze all'interno del gruppo: per il momento «sarà mantenuta l'identità di gruppo nuovo». Restavano le rassicurazioni sulla democrazia in Italia. A Kohl - nel saluto d'arrivo - Berlusconi ha ricordato che «l'ispirazione del governo è nel principio di libertà, nel rispetto degli altri e nella tolleranza, nella guerra a tutti i razzismi e all'antisemitismo che de¬ vono far parte soltanto di un lontano passato». Ai giornalisti tedeschi, Berlusconi ha rimproverato di «stravolgere la realtà» e ha risposto con irritazione che «in Italia non ci sono pericoli fascisti», che «i 2 ministri iscritti al msi si sono distinti nella ripulsa del passato», e che comunque il Cancelliere tedesco ha mostrato «affettuosa vicinanza all'Italia e grande fiducia in quel che il suo governo potrà fare». Una sola battuta, sulle tv, prima di chiudere un confronto che è stato «l'altra faccia del viaggio a Bonn»: «Non ho mai detto di volerle vendere, ma se volete, compratele voi». Emanuele Novazio