Scoperto il tesoro dell'usuraio di Alberto Gaino
Sequestrati anche titoli appartamenti e discoteche Lingotti e gioielli per miliardi erano custoditi in un forziere nascosto in un magazzino Scoperto il tesoro dell'usuraio //pm alle vittime: «Venite, ci sono i vostri beni» GLI STROZZINI ALLE CORDE CHIUSO in una cassaforte nascosta in un magazzino vuoto di via Sant'Ottavio 34 - c'era più di un miliardo in gioielli e lingotti d'oro, senza contare un mucchio di polizze del banco dei pegni. E' una parte del tesoro di Paperone. al secolo Vincenzo Gerbino, ufficialmente commerciante, sospettato di essere un usuraio in grande stile e per questo motivo in carcere da alcune settimane. Il sostituto procuratore Luigi Marini ha disposto il sequestro dei beni di Gerbino e la Squadra mobile si è messa al lavoro: metà di una villa sulla collina di Pino, alcuni appartamenti in città, le quote di società con in portafoglio bar e discoteche. E poi preziosi e titoli di credito. La stima provvisoria è di 5 miliardi. Ma gli uomini di Aldo Faraoni e del suo vice Salvatore Longo non hanno ancora completato le loro ricerche. Difficoltose perché stanno conducendoli in luoghi insospettabili: in quel magazzino abbandonato di via Sant'Ottavio - dove una volta vi era la sede del Centro trasformazione moda - e in abitazioni private di collaboratori del «commerciante». Per quanto riguarda i forzieri si è già a quota due: martedì, in un appartamento, ne è saltato fuori un secondo. Sembra che la scoperta sia stata un po' meno avventurosa della prima, che risale alla scorsa settimana. In quell'occasione l'ultimo strattone alla cassaforte è stato così violento che il tesoro si sarebbe rovesciato su un agente e un lingotto avrebbe colpito ai capo il malcapitato. In Questura si limitano a dire: «Il sequestro dei beni è il sistema migliore per fare terra bruciata intorno a certi personaggi». Mentre è in corso quest'operazione, il pm Marini ha tratto dal codice di procedura penale l'idea per un'insolita iniziativa: vuole tentare di mettersi in contatto con le tante sconosciute vittime dell'usura e ha fatto acquistare dalla Procura piccoli spazi sui giornali. La Stampa pubblicherà l'inserzione nei prossimi giorni: «Visti gli atti del procedimento contro Gerbino Vincenzo... il pubblico ministero... dispone che gli ufficiali giudiziari provvedano ad effettuare alle persone offese notificazione per pub¬ blici annunci... dando in particolare comunicazione dell'avvenuto rinvenimento di preziosi... e del fatto che tali oggetti sono custoditi presso la Questura, dove possono essere esaminati...». Si procede per questa via con l'obiettivo di spezzare il clima di paura che ha trattenuto sinora molti dal denunciare lo strozzinaggio subito. Sei dei sette arrestati - la moglie separata di Ger¬ bino, Maria Teresa Forzinetti, il figlio Fabrizio, l'industriale Oscar Menegatti, un'impiegata di quest'ultimo e l'ex bancario Michele Cardone - sono già tornati a casa. Evidentemente, chi più, chi meno, hanno tutti fatto delle ammissioni. E l'inchiesta è andata avanti. Gerbino trascorreva le notti nei locali notturni su cui aveva messo le mani: il Bataplan di Arignano e un altro paio in città sui quali la polizia mantiene il riserbo. Nei night il «commerciante» incontrava tanta gente. Anche personaggi legati alla malavita organizzata. Con le vittime avrebbe più di una volta vantato amicizie pericolose per farsi pagare. Millanterie o qualcos'altro? Resta il fatto che le indagini puntano a scoprire eventuali legami fra lo strozzinaggio e l'acquisto di locali pubblici. Un altro ambiente su cui si vuol andare a fondo - attraverso il ruolo dell'ex direttore di banca Cardone - è il rapporto di Gerbino & C. con gli istituti di credito. Alberto Gaino Sequestrati anche titoli appartamenti e discoteche L'ex bancario Michele Cardone, arrestato per usura. A fianco il pm Luigi Marini
Luoghi citati: Arignano
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