Ecco Asprilla e l'attacco delle meraviglie

La pantera del Parma è già stata consacrata dai tifosi colombiani come unica vera star in Usa La pantera del Parma è già stata consacrata dai tifosi colombiani come unica vera star in Usa Ecco Asprilla e Fattacco delle meraviglie «Io, Valderrama, Rincon, Valencia: sempre gol» LOS ANGELES DAL NOSTRO INVIATO Dalla delusione patita col Panna nella finale di Coppa Coppe persa con l'Arsenal a Copenaghen alla speranza di alzare la Coppa del Mondo nella più sudamericana delle metropoli statunitensi. E' .sbarcato negli States il carico di fantasia, velocità, imprevedibilità che sorprendentemente sorregge le gambe-grissino e i piedi da funambolo di Faustino Asprilla, consacrato in Colombia, ancora prima che il Mondiale cominci, come la sicura e unica stella di Usa '94. Attorniato dalla fedelissima schiera di reporters colombiani, un po' sorpreso dall'entusiasmo della fitta rappresentanza di fans sudamericani in attesa all'aeroporto di Los Angeles, Faustino ha dovuto compiere il primo dribbling in terra americana per imboccare un'uscita secondaria, trascinandosi appresso l'intera squadra fra cui spiccano le bionde trecce di Valderrama. Poi, tranquillo, disteso, nell'hotel di Fullerton che ospita Maturana & C, si è concesso. Non è spaventato da tanta attesa nei suoi confronti? «Io voglio portare la Colombia più in alto possibile: sono preparato a tutto. E la squadra anche. Non abbiamo paura del ruolo di favoriti, da anni ci esprimiamo a buoni livelli, è il secondo Mondiale consecutivo e non faremo le comparse come a Italia 90». Non può condizionarvi la paura di dover vincere, la pressione che c'è su di voi? «Con Valderrama, Rincon, Valencia ed io, quello della Colombia è l'attacco più forte, possiamo segnare in qualsiasi momento, durante le qualificazioni avete visto che il gol non è mai stato un problema per noi». Oltre ad Asprilla chi saranno i protagonisti in Usa? «Baggio prima di tutti, seguito da Bergkamp: nell'Olanda rende il doppio che nell'Inter. Con la coppia Romario-Bebeto è giusto che il Brasile sogni il quarto titolo mentre Maradona resta l'asso nella manica argentina». E il suo amico Zola? «Se Sacchi lo farà giocare non se ne pentirà, Gianfranco ha tutto per esser protagonista». C'è tanto altro Parma... «Sono felice per Apolloni, Benarrivo e Minotti, si sono meritati il Mondiale insieme con Bucci». Potrebbe finire con un derby Asprilla-Parma... «Colombia-Italia o, ma spero per voi di no, Colombia-Germania è in effetti la finale che mi piacerebbe di più. Brasile-Colombia sarebbe esagerato e anche brutto per il calcio che al Mondiale vive da sempre su sfide EuropaSudamerica. Due squadre dello stesso Continente non arriveranno insieme all'ultimo atto». Quante capriole promette? «Tante. Sono diventate il simbolo del mio modo di fare e vivere il calcio, me ne rendo conto, ma per me è importante sapere che lo faccio perché tali immagini piacciono alla gente. Il calcio è allegria, le capriole espressione di incontenibile gioia». L'Italia, qui in America come Nazionale, in patria a livello di club in campionato, non riesce a vivere il calcio col suo stesso spirito sbarazzino: perché? «Da voi ci sono troppe pressioni (ne sa qualcosa Tino, contestato a lungo quest'inverno quando il suo stato di forma fu messo in relazione all'amicizia con la porno-diva Petra, ndr). Ma devo dire che i due anni a Parma mi hanno insegnato molto. Scala m'ha fatto capire che devo evitare i dribbling, che devo giocare il pallone di prima, che non posso stare fermo ad aspettare ma occorre smarcarsi, allenandosi a correre più degli altri. Gli schemi non mi condizionano, ma se ho la palla è più forte di me, qualcosa mi dice, dentro: lascia spazio all'inventiva, provaci da solo. E nella Colombia lo farò un po' di più, vedrete. Io e Rincon stupiremo il mondo». Pronti a fare ancora più grande il Parma, insieme? «Chiedetelo a Scala e Pedraneschi perché rinviano questa scelta, io non avrei dubbi». Diavolo di un Asprilla: la pantera di Tulua, ora che può esprimersi nel suo ambiente naturale, dà l'impressione di essere rinata: libera di sfogare istinto e aggressività, guidata solo dal suo fiuto, quello del gol. Franco Badolato «Noi sicuri in finale Ci troveremo l'Italia o i tedeschi. Magari il Brasile ma sarebbe brutto ed esagerato: ci vuole una sfida Europa-Sud America Scala è il mio maestro ma qui vale l'istinto» USA'94 Faustino Asprilla, circondato dai fans e dai reporter colombiani, scende dal bus che lo porta al campo d'allenamento: «Voglio trascinare la mia squadra più in alto possibile, e di una cosa sono certo: non faremo le comparse come quattro anni fa» In alto a destra, l'arbitro Pairetto che riposa i muscoli fino al 26