Capaldo butte Uckmar d'un soffio
E Terzo Irti (2,25 miliardi), Ciampi (510 milioni) nella fascia medio-bassa Capaldo butte Uckmar d'un soffio Manager pubblici, chi guida il gotha dei redditi IL SALARIO DEI «GRANDI» E ROMA Pellegrino Capaldo il manager pubblico che ha dichiarato di più al fisco per il 1991: due miliardi 777 mila 114 lire. Il presidente della Banca di Roma ha superato sul filo di lana il fiscalista Victor Uckmar che, in qualità di presidente della società Zona franca di Genova, ha dichiarato 9 milioni in meno. Al terzo posto il presidente dell'epoca del Credit, Natalino Irti, che ha guadagnato nel 1991 due miliardi 249 milioni. L'ex ministre Piero Barucci, in qualità di amministratore delegato del Credit ha dichiarato circa 675 milioni. Supera il miliardo Alberto Predieri, ex commissario Efim e all'epoca vicepresidente della Cassa di Risparmio di Firenze: un miliardo 106 milioni, quasi tutto però guadagnato con la sua attività privata di consulenza. A meno di 412 milioni si ferma invece il presidente dell'Ina Lo- renzo Pallesi. Supera di poco il miliardo il direttore generale del Banco di Napoli, Ferdinando Ventriglia, mentre il presidente Luigi Goccioli è a 583 milioni. Si ferma a 510 (60 di consulenze) Carlo Azeglio Ciampi, come presidente dell'Ufficio italiano cambi; poco più su (547 milioni) Luigi Arcuti, ex presidente dell'Imi. Tra i manager dell'industria pubblica troviamo l'ex direttore generale dell'Iri ora passato alla Stet, Michele Tedeschi (494 milioni) e il presidente dell'Enel Franco Viezzoli (507 milioni). Il record in questa categoria è di Pier Giusto Jaeger, vicepresidente della Stet, con un miliardo 381 milioni. Il ministro della Difesa Cesare Previti in qualità di vicepresidente di Selenia, nel 1991 ha dichiarato circa 670 milioni, di cui 588 milioni da lavoro autonomo e oltre 80 milioni di redditi da fabbricati. L'amministratore dele- gato di Finmeccanica Fabiano Fabiani aveva dichiarato un reddito di 643 milioni, mentre quello della Sip, Vito Gamberale, allora all'Eni, era a 481 milioni. L'ex amministratore delegato della Società autostrade Sergio d'Alò 396 milioni, meno dell'ex parlamentare Vito Bonsignore, direttore generale dell'autostrada To-Al-Pc che ha dichiarato 592 milioni. Tra i redditi più bassi quello del presidente dell'Inps Mario Colombo con circa 330 milioni, di cui solo 42 milioni da lavoro dipendente. Ma ci sono anche quelli che chiudono i conti in rosso. Il record negativo spetta a Paolo Lavino, presidente del Centro fiere di Biella, che dichiara un reddito da lavoro autonomo di 397 milioni, troppo pochi per compensare perdite di partecipazioni in società pari a due miliardi 159 milioni, [c.m.] Pellegrino Capaldo e Victor Uckmar guidano la classifica dei redditi dei manager pubblici
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