Tasse e pensioni un giallo

Mercati sotto pressione, mentre la Consulta passa al contrattacco Mercati sotto pressione, mentre la Consulta passa al contrattacco Tasse e pensioni, un giallo Tremanti: è in calo il gettito fiscale ROMA. La paura dei conti dello Stato in disordine dilaga sui mercati finanziari: salgono ancora i tassi di interesse, scendono Borsa e lira. Maggior deficit vorrebbe dire più inflazione, più inflazione significa tassi di interesse più alti. Il governo, colpito da difficoltà impreviste, dovrà forse allungare i tempi della manovra economica. E un aumento delle imposte sui consumi, ossia soprattutto dell'Iva, diventa sempre più probabile. Ma a sua volta l'Iva può alimentare l'inflazione, il rialzo dei tassi di interesse aggraverà inevitalmente l'onere del debito pubblico. Alle polemiche sulla sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni si mischiano quelle sugli sgravi fiscali per l'occupazione, che - pur graditi a quasi tutti - potrebbero avere anch'esse un costo per il bilancio dello Stato. La curva all'insù dei tassi porta i Btp decennali, nell'asta di ieri, di nuovo oltre il 9% netto di interesse, con un salto di 40 centesimi; il future sul Btp decennale, termometro cruciale dei mercati finanziari, è ai minimi dell'anno; in Borsa l'Indice Mibtel è sceso dell'1,71%; il marco tedesco è a quota 974,49. C'è una previsione di deficit pubblico di 159.000 miliardi per il '94, che la Cee vedrebbe volentieri ridotti a 150.000, ma per il quale si presentano rischi di ulteriore aumento. C'è da scrivere la legge finanziaria '95, con la batosta delle pensioni e altri fattori che fanno salire l'ammontare della manovra da compiere oltre i 40.000 miliardi di cui si era parlato tempo fa. E' abbastanza perché l'opposizione parta all'attacco: «Sarà il caso che il governo rinunci almeno a parte dei suoi sogni ironizza Nino Andreatta, capogruppo del partito popolare alla Camera - in quanto gli operatori finanziari stanno traendo la conseguenza che il deficit pubblico aumenti». Si pagano meno tasse. Per la prima volta ieri il ministro delle Finanze Giulio Tramonti, parlando in commissione alla Camera, ha ammesso di avere timori per il gettito fiscale. «Nel programma di governo - ha ricordato - c'è la stabilità della pressione fiscale» (non la riduzione promessa in campagna elettorale) ma il problema è che «non sappiamo se l'attuale struttura dei tributi garantisce un mantenimento della pressione fiscale ordinaria». Che cosa succede? «La caduta delle dogane per le merci Cee fa cadere l'Iva, da noi più che altrove perché la dimensione delle imprese è molto più piccola. E se cade l'Iva cadono anche le imposte interne». E di condono si parlerà solo la riforma. Dunque l'evasione aumenta. Separatamente, le banche segnalano che i versamenti dell'autotassazione di maggio-giugno sono inferiori al previsto: è lo stesso presidente dell'Associazione bancaria, Tancredi Bianchi, a confermarlo. Si parla anche di altri motivi di calo del gettito oltre all'Iva Cee, come l'introduzione del conto corrente fiscale o semplicemente l'estendersi della protesta contro l'eccessivo peso dei tributi. Ed è certo dall'evasione che il ministro Tramonti intende partire, per recuperare il gettito che manca; una novità importante è che sarà reintrodotto una specie di concordato fiscale, 1'«accertamento con adesione». Invece di liti interminabili nelle commissioni tributarie, da cui lo Stato ricava molto poco, il ministro delle Finanze vede con favore un procedimento in cui gli uffici stabiliscano in via amichevole - con l'«adesione» del contribuente sospetto di evadere - quanto pagare in più. Tramonti sa bene quali rischi si corrano in un ministero «dove la corruzione è radicata, come prova la costante attenzione delle procure della Repubblica». Perciò la nuova procedura «dovrà essere trasparente al massimo e molto standardizzata; non sarà un singolo funzionario a decidere ma un organismo collegiale». La lettera misteriosa. E' corsa voce che anche la Ragioneria generale dello Stato abbia espresso dubbi sul costo degli sgravi fiscali per incentivare le assunzioni e gli investimenti. Tramonti ribatte che al decreto-legge «il visto della Ragioneria c'è stato» e il Tesoro, da cui la Ragioneria dipende, conferma. Una lettera tuttavia c'è, con alcune obiezioni sia sui possibili effetti finanziari che su aspetti normativi. Anche dando per scontati i prossibili effetti positivi dei provvedimenti, nella fase iniziale esiste il rischio di una modesta perdita di gettito. I deputati del ppi chiedono che il ragioniere generale Andrea Monorchio venga alla Camera a riferire. «La rapidità degli effetti di quel provvedimento sull'occupazione può non essere quella stiamta dal governo - dice ancora Andreatta e dunque è difficile sostenere che, almeno nel primo anno, non ci saranno effetti negativi sulla finanza pubblica. Del resto tutti i governi di destra radicale hanno sempre attuato una politica di espansione del debito pubblico». «Il bilancio pubblico e la difesa del disavanzo devono essere l'obiettivo prioritario della politica economica» afferma anche, per l'altra principale componente dell'opposizione, Vincenzo Visco del pds. La manovra. Il termine che il Tesoro si è dato per il documento triennale di programmazione, dal quale discenderanno le cifre della legge finanziaria '95, resta fissato nella fine del mese, con possibilità di qualche slittamento. I tagli alla spesa ivi contenuti dovrebbero essere anticipati alla seconda metà del '94. Ma per tappare i buchi un intervento sull'Iva si fa più probabile. Stefano Lepri Il ministro pensa a un «concordato» La manovra slitta Scure sull'Iva? ssa al contrattacco n giallo o fiscale Il ministro delle FinanGiulio Tremo«Il condono solo dola riforma fiscaIl ministro pensa un «concordatoLa manovra slittScure sull'Iva Il ministro delle Finanze Giulio Tremonti «Il condono solo dopo la riforma fiscale»

Persone citate: Andrea Monorchio, Andreatta, Giulio Tremonti, Nino Andreatta, Stefano Lepri, Tancredi Bianchi, Vincenzo Visco

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