Wladimir e la donna di Parigi

Scoperto un amore sconosciuto di Majakovskij: per lei il poeta voleva abbandonare l'Urss Scoperto un amore sconosciuto di Majakovskij: per lei il poeta voleva abbandonare l'Urss Wladimir e la donna di Parigi Pubblicata la corrispondenza fra lo scrittore e TatjanaJakovleva "TnI EI donne almeno ebbero l ' un ruolo importante nelfe| la vita e nell'arte di Wlal | dimir Majakovskij. Fra ^Lj queste, Lili Brik, incontrata nel 1915 e amata fino alla morte, e Valentina Polonskaja sono menzionate nella lettera di commiato, vergata due gion prima del suicidio (14 aprii: 1930). Nel documento non figura invece Tatjana Jakovleva, una russa di cui il poeta s'innamorò a Parigi nell'ottobre 1928. La loro vicenda è rievocata ora da V. Katanjan, che nel 1979 fu ricevuto da Tatjana Jakovleva (1909-1991) nella sua villa nel centro di New York, insieme con lo scrittore Gennadij Smakov. In Russia il silenzio regnò a lungo intorno a questa donna, poiché sembrava inammissibile che il massimo poeta sovietico potesse innamorarsi di un'emigrante. La documentazione sui loro rapporti è custodita nell'archivio di Harvard. «Tutti sanno - confida Tatjana Jakovleva ai due scrittori che fu il Cpu (la polizia politica) a non permettere a Majakovskij di recarsi ancora una volta a Parigi. Temevano che vi sarebbe rimasto. Ebbene, ora ne sono addirittura contenta, perché ero talmente innamorata che lo avrei seguito in Russia. E lì, nel 1937, lo avrebbero di certo ucciso, e dopo di lui sarei finita male anch'io e oggi non sarei qui con voi». Scomparsa Tatjana Jakovleva, Katanjan pubblica nell'autorevole rivista Voposy Literatury sette lettere inedite di Majakovskij. Questa è la sua storia. Nel 1925 la fanciulla russa, malata di tubercolosi, ottiene un visto per la Francia grazie alle relazioni del proprio zio, il pittore Aleksandr Jakovlev. Ristabilita la salute, Tatjana segue a Parigi un corso di taglio e cucito, e intanto, sempre grazie allo zio, conosce l'elite parigina: Gide, Cocteau, il principe di Borbone Parma, Prokofiev, Aragon ed Elsa Triolet. Partecipa a qualche film muto, fa della pubblicità. Nell'autunno 1928 Elsa organizza nello studio del dottor Georges Simon un incontro: Tatjana deve distrarre Majakovskij, che non sa il francese e a Parigi si annoia. «Aveva una sua eleganza - ricorda Tatjana -, vestiva piuttosto all'inglese, tutto era di ottima qualità... Aveva un gusto colossale e un grande chic. Quando andavamo per la strada, tutti si voltavano». Majakovskij tratta con tenerezza la bella Tatjana, che ormai ha cambiato la vita del poeta: si vedono tutti i giorni, per lo più al caffè Coupole, parlano di poesia, la ragazza traduce i versi ai francesi, lui le telefona ogni mattina, viene a prenderla un tassì, alla severa nonna si dice qualche bugia. Tatjana è convinta che Majakovskij sia in realtà un poeta lirico, non parlano mai di politica, lui è contento che lei sia emigrata e prima di partire .e offre di «fare insieme» la loro vita, ma lei non si decide. Majakovskij torna in patria e fa mandare ogni domenica delle piante fiorite alla donna amata. E' di nuovo a Parigi in primavera. Costretta a fuggire durante la guerra, Tatjana ha potuto salvare solo una parte delle lettere di Majakovskij. Sono testi insieme appassionati e scherzosi: «Ho bisogno ogni minuto di sapere cosa fai e cosa pensi. Telegrafa, manda lettere, montagne dell'uno e dell'altro. La tua Waterman e io abbiamo scritto una nuova opera (La cimice)... Lavoro come un bue, chinando il muso con gli occhi rossi sulla scrivania. Perfino gli occhi si sono arresi e porto gli occhiali. Dicevo... tanto gli occhi prima di vederti non mi servono...», scrive dopo il ritorno in Urss. E in gennaio: «Le tue righe sono la metà della mia vita e tutta la mia vita privata. Non mi diffondo sulla carta... ma se annotassi tutti i discorsi con me stesso su di te, le lettere non scritte, le tenerezze inespresse, il volume delle mie opere sarebbe subito tre volte più gonfio, e tutto di sola lirica...». Spera che Tatjana 10 raggiunga a Mosca, mormora 11 suo nome per scacciare la stanchezza. Dopo il secondo viaggio a Parigi - da fine febbraio a fine aprile 1929 - Majakovskij conta di rivedere Tatjana a settembre. Allora - scrive - si applicherà delle alucce per volare presso di lei. Gli viene poi una curiosa idea, ispirata evidentemente dal clima di attivismo che regnava in Urss all'inizio della collettivizzazione: la sua amata fa la modista a Parigi, ma il poeta la giudica piena di talento e così suggerisce: «Diventa ingegnere. Ti assicuro, lo puoi. Non sprecare tutte le tue forze in cappelli... Tanka ingegneressa in qualche posto dell'Alta]'. Su, dai?». Quando tornò a Parigi - ricorda Tatjana - lasciò trapelare le delusioni provate in Urss e si mostrò ancora più innamorato di prima. La decisione per il rimpatrio di Tatjana fu da lei rimandata ad un terzo viaggio del poeta a Parigi. Ma poi Tatjana viene a sapere che Majakovskij non ha ottenuto il passaporto per l'estero e allora «per sciogliere il nodo» si sposa. «In un certo senso, era una fuga da Majakovskij. Per lui la frontiera era ovviamente chiusa, ma io volevo crearmi una vita normale, volevo dei figli...». Du Plessis, il marito, morirà combattendo nell'esercito di De Gaulle... «Esistono - conchiude Katanjan - due versioni contrastanti sul mancato viaggio di Majakovskij a Parigi: il poeta non raggiunse la Jakovleva, avendo appreso (da una lettera di Elsa Triolet) che lei si era sposata. Oppure, Majakovskij non andò a Parigi perché gli era stato rifiutato il passaporto per l'estero, e Tatjana, avendolo saputo, sposò Du Plessis. Entrambe le versioni hanno tuttora sostenitori e avversari». E' dunque un mistero irrisolto? Nella lirica di Majakovskij Lettera a Tatjana Jakovleva (1928), secondo lo studioso polacco W. Woroszylski, «compare chiaramente il motivo della gelosia e dell'insicurezza dell'uomo alla fine d'un amore nel quale ha investito tanta passione e speranza... Si può avanzare l'ipotesi ch'egli morì per amore, si uccise per amore!». Lia Wainstein Lei frequentava Gide e Cocteau Lui le mandava fiori ogni domenica Lili Brik. l'ultima donna amata da Majakovskij. Di lei il poeta parla nella lettera scritta prima dei suicidio Il musicista Prokofiev faceva parte dell'elite parigina frequentata dalla Jakovleva negli Anni 20 Il poeta Wladimir Majakovskij A Parigi frequentò assiduamente la giovane Tatjana Jakovleva