Allievo-genio, non con gli amici; medici, non sulle ambulanze

Allievo-genio, non con gli amici; medici, non sulle ambulanze LETTERE AL GIORNALE :;::-:-::v:-:::-:-:-.-::;:-:::::;:-:::::-:::::: Allievo-genio, non con gli amici; medici, non sulle ambulanze Grandi virtù ma una alla volta Mi è capitato di leggere, sull'inserto settimanale «Tuttoscienze» de La Stampa di qualche settimana fa, un interessante articolo nel quale il giornalista sosteneva la tesi secondo cui vi sono tanti tipi di genialità legati alla personalità umana. Tanto per elencarne qualcuno, mi pare di ricordare quello matematico, quello linguistico, intrapersonale, interpersonale eccetera... Sempre secondo questo giornalista, inoltre, questi tipi di genialità non sono presenti in numero superiore ad uno nella persona cosiddetta geniale, o comunque lo sono molto di rado. Esempio lampante potrebbe essere l'allenatore della Juventus Giovanni Trapattoni, il quale capisce tutto di moduli all'italiana e zona mista, ma ha difficoltà con le frasi di senso compiuto (Gialappa's docet). Su La Stampa del 31 gennaio di quest'anno, in cronaca cittadina (Torino), a pagina 37, è stato pubblicato un interessante articolo dal titolo «Un genio in matematica e chimica»; l'articolo racconta di un ragazzo molto portato per scienze come la matematica e la chimica il quale potrebbe, se dovesse passare le selezioni, partecipare come portabandiera italiano alle Olimpiadi di matematica, da tenersi ad Hong Kong nel mese di luglio prossimo. Ad un certo punto gli viene posta la domanda: «Non ti senti diverso dai compagni?»; «No - risponde lui - quando serve passo loro il compito». E' quindi cniaro che l'articolo dell'inserto «Tuttoscienze» diceva il vero; bravo in matematica e quindi tanto di cappello, però la sua genialità si limita a quel campo, visto che ora, grazie alle sue rivelazioni, tutti sanno, professori inclusi, che i suoi compagni sono dei copioni. Gianluigi Cesano, Torino Crimini di guerra il tribunale agisca Il Tribunale ad hoc contro i crimini nella ex Jugoslavia è stato insediato e, limitatamente, finanziato. E adesso? Adesso è il caso di iniziare a svolgere indagini per individuare i responsabili delle atrocità che vi sono state commesse, in attesa di ottenere un tribunale permanente che possa agire in modo analogo riguardo i crimini contro l'umanità commessi in ogni parte del mondo. Restiamo dunque in attesa di sapere quando e come verranno incriminati prima di tutto De Michelis e i suoi complici ministri degli Esteri europei, poi Bush, Eltsin, Boutros Ghali, Stoltenberg, Vance, Owen, Akashi, Graciov, i comandanti delle truppe dell'Onu che hanno lasciato il via libera ai capi nazi-serbi. E, ovviamente, siamo in attesa di sapere quando e come, al di là delle ipocrisie diplomatiche, verranno incriminati Karadzic, Zhirinovskij, Milosevic & Co. Siamo in attesa, ma l'attesa deve avere un termine e non è il caso che questo si allontani a tempo indefinito: la credibilità del Tribunale finirebbe in breve non a zero, ma sotto zero. Roberto Farabone Cinisello B. (Milano) Sanità, distribuite uomini e risorse Si legge su La Stampa del 5 giugno, cronaca da Roma, che per il soccorso all'attore Massimo Troisi l'ambulanza chiamata dalla famiglia è arrivata priva di personale medico a bordo. Il cognato protesta: lo aveva chiesto. Gli infermieri si rifiutano di trasportarlo: chiedono un'unità di rianimazione mobile. Il tempo passa. L'ambulanza arriva, ma è troppo tardi. Stesso giorno 5 giugno, sempre su La Stampa la cronaca di Torino riferisce che spariranno anche gli infermieri generi¬ ci che «uscivano» con le ambulanze di stanza presso i principali ospedali. Di conseguenza il soccorso lascia sempre più spazio al semplice «trasporto» del paziente. Due notizie sconcertanti, che contribuiscono al disservizio di una prestazione di pri¬ maria importanza, considerando che in Italia, secondo una nota apparsa su «Gente Money 5/94» esercitano 271.000 medici, uno ogni 214 abitanti, media più alta d'Europa (fonte: Rapporto sulla salute. Cism). Evidente conferma che il nostro Servizio Sanitario Nazio¬ nale, dopo i miliardari scandali dei farmaci con le note vicende giudiziarie, necessita di una radicale riforma, al fine di consentire una più equa distribuzione di uomini e risorse, in base al concreto raggruppamento della popolazione. Luigi Quaglia, Torino «Fantastiche» navette dell'Alitalia I nuovi dirigenti dell'Alitalia, nella folle illusione di diminuire lo spaventoso deficit della società (passato dai 228 miliardi del 1989 agli attuali 1229 miliardi) progettano di creare una navetta Roma-Milano, con un aereo ogni 30 minuti. Ma già oggi su detta privilegiata tratta sono troppi gli aerei, tant'è che spesso volano con il 20% delle poltrone occupate. Ciò vuol dire che volano con forti perdite, visto che per coprire i costi detta percentuale dovrebbe essere almeno del 60%! Mentre fantasticano di «navette», detti dirigenti continuano a negare nuovi collegamenti sulla linea Roma-Torino, attualmente del tutto insufficienti, dove è ancora possibile salire sugli antidiluviani e malandati DC9, come nei voli AZ201 e AZ 193. Insomma siamo sempre al «tutto a Milano, niente a Torino», con il risultato che continua lo strangolamento dell'economia piemontese, la fuga di aziende verso altre regioni e addirittura Oltralpe, la crescente disoccupazione giovanile nell'area metropolitana torinese. A questo punto, perché la Sagat non si rivolge a Compagnie serie e ben amministrate come la British Airways, la Lufthansa e altre, per avere le linee necessarie? Inoltre cosa si aspetta a far transitare dallo scalo di Caselle il volo, già in atto, della ViennaNew York gestito dalla Twa e autorizzato da tempo dal precedente ministro dei Trasporti Costa? Il Campionato mondiale di calcio che si svolge in Usa, rappresenta una grande occasione per l'immediato successo del nuovo collegamento, e immetterebbe finalmente l'economia subalpina nella grande rete intercontinentale aerea. Carlo Vasteras, Torino Anarchici, contro Salò in prima linea D'accordo che al peggio non c'è limite e che ormai, in questo periodo di ricostruzioni storiche raffazzonate e strumentali, siamo costretti ' 'eggere di tutto, però questa volta mi pare che si sia passato il segno. Secondo Andrea di Robilant, infatti, alla manifestazione commemorativa dei caduti della Repubblica di Salò tenutasi a Nettuno il 6 giugno, sarebbero stati presenti «... anche anarchici, liberali, monarchici... che dicono di non essere mai stati fascisti e di essere rimasti a combattere con i tedeschi per lavare l'onta dell'8 settembre». Accomunare gli anarchici ai fascisti di Salò mi lascia allibito. Appartengo al movimento anarchico da più di 25 anni e posso assicurare che in tutto questo tempo ho conosciuto, direttamente o leggendone sui libri, un'infinità di compagni anarchici che hanno avuto a che fare con la Repubblichina. Ma sempre e solo come irriducibili avversari di quella terribile dittatura, combattenti fra i partigiani, incarcerati, torturati, fucilati o spediti a languire nei lager tedeschi. Non ho mai sentito di un solo anarchico, e come potrebbe essere diversamente, che abbia collaborato coi nazifascisti. Quasi mi vergogno, ora, di trovarmi costretto a difendere una verità tanto assodata. E' vero, al peggio non c'è limite, ma guai a rassegnarsi! Massimo Ortalli, Imola