Il Papa: credete nei miracoli

Giovanni Paolo II: la storia e il presente dimostrano che sono possibili Giovanni Paolo II: la storia e il presente dimostrano che sono possibili Il Papa; credete nei miracoli «Un antidoto al dolore» CITTA' DEL VATICANO. «E' bello avere tanti cardinali in Vaticano senza che ci sia il Conclave!» ha scherzato così, forse un po' scaramanticamente, Giovanni Paolo II martedì, durante il pranzo offerto ai 114 porporati che avevano partecipato al Concistoro. Ma ieri ha toccato temi più seri, durante l'udienza generale: la sofferenza e i miracoli. Un'udienza un po' sui generis, perché per la terza volta Giovanni Paolo n l'ha fatta affacciandosi alla finestra del suo studio. I miracoli, ha detto il Pontefice, non sono invenzioni o suggestioni dei credenti, sono fatti reali, a partire da quelli compiuti da Gesù, che ha poi associato gli apostoli al suo potere di guarigione. «Anzi - ha detto ieri Papa Wojtyla - nell'addio dato loro prima dell'Ascensione, ha indicato nelle guarigioni che avrebbero operato uno dei segni della verità della predicazione evangelica. Si trattava di portare il Vangelo nel mondo a tutte le genti, tra difficoltà insormontabili». Malati e infermi sono «nel cuore della Chiesa», ha aggiunto il Pontefice; e la Chiesa non «può non sentire il bisogno della vicinanza e della partecipazione a questo mistero doloroso che associa tanti uomini di ogni tempo allo stato di Gesù Cristo durante la passione». Cristo ha mostrato grande bontà e tenerezza verso i malati, «anche con il potere che gli apparteneva di fare miracoli». Ma i miracoli non sono manifestazioni casuali o estemporanee: servono a mostrare il potere di liberare l'anima umana dalle sue colpe, purificandola. Quindi - spiega il Pontefice la guarigione fisica è fatta in vista del dono superiore della salvezza spirituale. Giovanni Paolo II ha ricordato che nei primi tempi della vita della Chiesa sono state numerose le guarigioni miracolose av¬ venute all'interno della comunità cristiana. «Ma anche nei tempi successivi non sono mai mancate guarigioni ritenute miracolose, come è attestato in fonti storiche e biografiche autorevoli e nella documentazione dei processi di canonizzazione. Si sa - ha aggiunto il Pontefice - che la Chiesa è molto esigente a questo riguardo. Ciò risponde a un dovere di prudenza. Ma a lume di storia, non si possono negare molti casi che in ogni tempo provano l'intervento straordinario del Signore in favore dei malati». Ma i miracoli non possono sostituire la carità: «La Chiesa, tuttavia, pur contando sempre su tali forme di intervento, non si sente di dispensare dal quotidiano impegno di soccorrere e curare i malati, tanto con le istituzioni caritative tradizionali, quanto con le moderne organizzazioni dei servizi sanitari». E parlando di malati, il più ilustre era fino a qualche giorno fa il Papa. La sua ripresa è stata oggetto di conversazione fra i cardinali al Sinodo: alcuni hanno riferito come salga e scenda le scale agevolmente, senza bisogno del bastone, e senza appoggirasi al corrimano. «E' davvero straordinaria la sua capacità di recupero» ha commentato il Primate di Polonia, card. Jozef Glemp. Quello che secondo alcuni sarebbe stato un «pre-conclave», in realtà si è trasformato in una conferma del vigore di Papa Wojtyla, e della sua determinazione a condurre l'anno giubilare del 2000, in cui qualcuno - ma non se ne è discusso ufficialmente in Concistoro, se ne è parlato solo durante la conferenza stampa - vorrebbe addirittura celebrare un Concilio (o un Sinodo) cristologico: a quarant'anni dal Vaticano II. Marco Tosarti Messaggio a chi soffre: «li male avvicina l'uomo a Gesù Cristo» Davanti ai cardinali del Concistoro il Papa ha parlato della malattia

Persone citate: Concilio, Gesù, Giovanni Paolo Ii, Jozef Glemp, Papa Wojtyla

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Polonia