Arrestato il dc Citaristi recordman degli avvisi

Arrestato il de Citaristi recordman degli avvisi Arrestato il de Citaristi recordman degli avvisi EX DEPUTATI E GIUSTIZIA MILANO A evitato il carcere per i suoi 73 anni, ma non gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Bergamo. Corruzione e violazione della legge sul finanziamento dei partiti: quante volte se l'era viste imputare queste accuse nei precedenti 74 avvisi di garanzia, l'ex cassiere della de Severino Citaristi? Tante, tantissime volte. Ma nelle 74 volte precedenti c'era l'immunità parlamentare a sottrarlo all'arresto. Non ieri mattina quando alla porta di casa hanno bussato gli uomini della guardia di finanza con l'ordine d'arresto firmato dal giudice delle indagini preliminari Maurizio Grigo su richiesta dei pm di Mani pulite, Antonio Di Pietro, Gerardo Colombo, Francesco Greco. L'accusa? Quella di tante altre volte: corruzione, finanziamento illecito dei partiti. La stessa che sempre ieri mattina ha aperto le porte del carcere di San Vittore all'imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone e al collaboratore di sempre di Citaristi, il commercialista bergamasco Enrico Boreatti. Il quarto ordine di custodia finora non ha nome: il destinatorio non è ancora stato rintracciato. Tornano a colpire, i giudici milanesi di Mani pulite. Ed è la prima volta che Di Pietro & C. chiedono gli arresti per un ex parlamentare non rieletto e quindi non più protetto dall'immunità. Altre procure (Napoli soprattutto) dopo le elezioni di fine marzo hanno eseguito arresti tra ex parlamentari: 16 in tutto, compreso nomi eccellenti come l'ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo. A Milano mai. Ieri la prima volta per una vecchia conoscenza, Citaristi, il recordman delle informazioni di garanzia tra i seimila indagati di Mani pulite. Una decisione subito contestata, subito criticata. Protesta Rosa Russo Jervolino, reggente del partito popolare: «Rispetto l'ope- rato della magistratura ma sono perplessa di fronte all'arresto di Citaristi, una persona anziana, seriamente ammalata, che non ha alcuna possibilità di inquinare le prove». S'indigna Gerardo Bianco, ex presidente dei popolari alla Camera: «Perché arrestarlo? Citaristi non scappava certo all'estero». Ricorda un altro ex de, Pierferdinando Casini, coordinatore del Ccd: «Nella vicenda complicata di tangentopoli c'è un uomo che non si è messo in tasca una lira, Citaristi». Tuona Vittorio Sgarbi: «E' l'ennesima manifestazione di inciviltà giuridica, devono smetterla di comportarsi in questo modo». Nuovi arresti ma vecchia storia, questa che ha portato al fermo in casa per Citaristi e carcere per Caltagirone e Boreatti. Si tratta del miliardo e 600 milioni pagati alla de da Francesco Gaetano e da Leonardo Caltagirone, proprietari dell'impresa di costruzione Vianini, per ottenere l'appalto di una delle due torri del Portello, l'area dove sorgerà la nuova fiera di Milano. La costruzione dell'altra torre era stata invece assegnata all'impresa Grassetto di Salvatore Ligresti e anche per questo appalto sarebbe stata pagata una tangente da un miliardo e 400 milioni: in questo caso, però, al psi di Bettino Craxi. Dunque: una tangente da un miliare ? 600 milioni dai Calta- girone alla dc/via Citaristi. Anzi, via Boreatti. Sarebbe stato lui, sostengono i giudici che l'hanno già interrogato ieri pomeriggio a San Vittore, a far arrivare materialmente alla de i quattrini dopo averla divisa e depositata su alcuni libretti al portatore svincolati per far perdere le tracce sulla provenienza: da qui l'accusa, per lui, di ricettazione aggravata. Per la medesima somma, alcune settimane fa, era stato arrestato (con l'accusa di violazione della legge sul finanziamento dei partiti) Leonardo Caltagirone, poi scarcerato per ordine del tribunale della libertà. Ma adesso i giudici milanesi hanno contestato ai due Caltagirone anche la corruzione: il miliardo e 600 milioni, cioè, sarebbe stato pagato non tanto per finanziare la de ma per ottenere un intervento dall'alto indispensabile per far approvare dal Comune di Milano la variante al piano regolatore. Una variante poi effettivamente approvata il 27 luglio 1989 sulla quale è in corso un'inchiesta (questa volta della pretura circondariale) per accertare eventuali irregolarità commesse sul piano regolatore generale, [a. z.j Jervolino polemica «E' vecchio e malato» Manette a Caltagirone Francesco Gaetano Caltagirone A sinistra, Severino Citaristi

Luoghi citati: Bergamo, Boreatti, Caltagirone, Comune Di Milano, Milano, Napoli