«Basta con gli scioperi politici» di Flavia Amabile

«Basta con gli scioperi politici» Studi Cattolici lo chiede al nuovo governo. Epifani (Cgil): un errore «Basta con gli scioperi politici» La rivista: via il socialismo reale dalla Costituzione ROMA. Una nuova crociata si profila all'orizzonte. Viene dagli ambienti cattolici e ha come obiettivo «l'eliminazione del diritto allo sciopero politico e degli altri elementi di socialismo reale contenuti nella Costituzione». La richiesta viene inviata al governo dalla rivista Studi Cattolici, considerata vicina all'Opus Dei. Ed ha già scatenato l'opposizione dei sindacati. «Sarebbe un errore enorme - ha avvertito Guglielmo Epifani, numero due della Cgil -. Se il governo prestasse ascolto a queste pressioni danneggerebbe innanzitutto se stesso». Nel frattempo, proprio ieri il leader della Cgil, Bruno Tre'fitin, ha esaltato lo sciopero come l'unica «arma a disposizione dei lavoratori» per rispondere ad attacchi come quello prodotto dalla direzione della Marniera di Nereto, l'azienda tessile abruzzese che un mese fa ha licenziato quattro lavoratrici perché colpevoli di essersi iscritte alla Cgil. Sulla rivista vicina all'Opus Dei, invece, il giornalista storico Luciano Garibaldi, autore di un articolo che apparirà sul prossimo numero del mensile, ritiene che con l'arrivo al potere della maggioranza di centro-destra sia giunto il momento di «depurare la Carta Costituzionale» da quei principi voluti da pei e psi per «trasformare pacificamente il nostro paese in una democrazia popolare nel momento in cui la sinistra avesse conquistato la maggioranza in Parlamento». Via, dunque, tutte le restrizioni alla proprietà privata e all'iniziativa economica privata; basta con la funzione delegata al Parlamento di stabilire l'indirizzo politico generale dello Stato che, invece, deve essere deciso unicamente dal governo. La rivista Studi cattolici chiede, inoltre, l'abolizione della norma costituzionale che riconosce ai lavoratori il diritto di partecipare all'organizzazione economica, sociale e politica del Paese e il diritto di sciopero, «non essendo espres¬ samente vietato, com'è invece vietato nelle altre Costituzioni dell'Occidente». Traguardo prefissato per questa operazione di riscrittura della Costituzione: «cancellare da essa gli indirizzi di tipo socialista per trasformare la nostra ibrida repubblica in una repubblica presidenziale». Ciò è essenziale, sostiene la rivista, se non si vuole che fra 5 anni la sinistra si trovi ancora «su un piatto d'argento il grimaldello grazie al quale le sarebbe possibile far ripiombare l'Italia nel socialismo reale». Possibilità di trovare un appoggio da parte del governo? «Molto scarse - risponde Epifani - mi sembra che anche un governo di centro-destra come quello attuale non abbia nel suo programma ipotesi così radicali. E la provenienza della proposta da ambienti vicini all'Opus Dei mi fa pensare che persino fra i cattolici siano in pochi disposti a sostenerla». Flavia Amabile

Persone citate: Epifani, Guglielmo Epifani, Luciano Garibaldi

Luoghi citati: Italia, Nereto, Roma