«Le due turiste spinte nel fiume» di Enrico Benedetto

«Le due turiste spinte nel fiume» «Le due turiste spinte nel fiume» Giallo della Senna, «sono morte annegate» TROYES mi subentra la fine. Per assideramento. Suffragherebbe tale lettura la scarsa presenza d'acqua nei polmoni. Ma il console italiano Cornacchia riceve dalle autorità giudiziarie locali un'altra spiegazione antitetica: annegamento. Che cosa cambia? Parecchio. Nel primo caso è come dire che Monica e Costanza hanno deciso di fare un bagno nel canale, rimanendoci secche perché lo stomaco era pieno e l'acqua troppo fredda. Non regge granché. Basta gettarci un occhio, sul Beaulieu, sinistro braccio d'acqua fangosa, per rendersi conto che solo una follia poteva spingere le ragazze a bagnarsi. La giornata era assai fredda - confermano i meteorologi - la corrente vorticosa per le recenti piogge, la temperatura in acqua proibitiva, da rabbrividire: meno di 10°. Inoltre una almeno poteva forse salvarsi e dare l'allarme. Invece nulla. Se la vera diagnosi fosse invece «annegate» il quadro si allargherebbe un pochino. Disgrazia, ma anche assassinio, con una o più persone che le buttano nel canale impedendo poi loro di riguadagnare la riva. Ma perché? Proprio il movente è oggi la lacuna più vistosa nella drammatica vicenda. I gendarmi scrutano il minimo indizio per ricostruire le ultime ore di Monica e Costanza. Forse, grazie ai subacquei c'è un piccolo appiglio. Ieri hanno esaminato con scrupolo estremo l'intera zona. Trovando una borsa. Apparteneva alle vittime? Verifiche sono in corso. Ma forse non contiene il taccuino c l'agenda su cui i francesi puntavano per smascherare le amicizie, anche occasionali, delle due giovani a Nogent-sur-Seine, la cittadina che dista appena sette chilometri dall'ansa del Beaulieu. Tra loro, l'ipotetico assassino e forse qualcuno che «sa» ben più di quanto non voglia ammettere. Sarebbe cruciale sapere che ci facevano Monica e Costanza a Nogent, dove le hanno viste ridere e scherzare in compagnia, fare il giro dei bistrot, comperarsi il whisky al supermarket, ma dove, mistero nel mistero, non c'è più traccia dei bagagli delle ragazze. Un breve giro in paese (5000 abitanti) mostra che parecchie bocche si sono, nel frattempo, chiuse. Al Café du Theatre, il gestore cambia versione e invoca «una straordinaria somiglianza» spiegando, però, che «non erano loro». Altri testimoni della prima ora vacillano. E il quotidiano «Le Parisien» ritrova il tossicomane visto insieme alle fiorentine. «Ho un alibi di ferro. All'ora in cui mi dicono che sarebbero morte mi trovavo all'ospedale per la terapia sostitutiva». Chi conduce l'inchiesta lo sa, e non procede, sinora, a fermi. Di altri due ragazzi si avrebbero le generalità precise. Mancano tuttavia elementi per giustificare qualsiasi incriminazione anche provvisoria. Ma una certezza si fa strada. E' impossibile finire per caso a Nogent-sur-Seine, borgo lontano da tutto, a mezza strada fra Aude e Champagne. Qualcuno o qualcosa vi attirò le amiche toscane. Forse l'ippica, una passione che galvanizzava ambedue. Malgrado abbondino i maneggi nell'area di Troyes e l'ippodromo più vicino non sia così fuori mano, dire che Nogent abbia un debole per i cavalli, fino al punto da attrarre due belle straniere, è eccessivo. Bimane allora l'altra eventualità. Cioè un'amicizia. Secondo i primi riscontri, le due erano con un ragazzo «italiano», per lo meno di fattezze. Potrebbe essere, in realtà, un residente di Nogent. Sono alcune decine le famiglie che nel dopoguerra o anche prima raggiunsero Nogent dalla Penisola per trovare lavoro. Immigrati di seconda e terza generazione, i loro figli parlano ormai francese anche in casa. Ma conoscere l'italiano era una buona scusa per fare comunella con Monica e Costanza. Le quali, in un eccesso di fiducia verso i connazionali, forse hanno accettato di seguirli in periferia tra le cave per estrarre la sabbia che punteggiano il canale. Nulla, tuttavia, lo prova. E ritorniamo all'inizio del rompicapo. Sarà necessario un lavoro a tappeto, faticoso, lungo. Si è appreso ieri che il viaggio di Cimmino Oltralpe è un'autonoma iniziativa italiana. I francesi non chiedevano soccorso, né collaborazione ma adesso il lavoro comune può rivelarsi prezioso. Dopo lunga incubazione, il giallo comincia a guadagnarsi ampi articoli sui quotidiani transalpini. E la pressione dei media locali pungola la tradizionale prudenza e l'aplomb che evidenzia finora l'inchiesta. Ma le due ragazze sono ormai lì, chiuse in una bara, dopo un'autopsia enigmatica. Morte per inesperienza, casualità, raptus omicida. Il suicidio? Una di loro era soggetta a depressioni. Ma qualunque coetanea potrebbe dire lo stesso. Arrivarono allegre a Nogent, che doveva rivelarsi, qualche ora più tardi, la loro tomba. 11 villaggio ora si chiude nell'omertà. Ma sembra inverosimile che qualcuno non sappia. E allora prima o poi la verità verrà a galla, come quei due cadaveri. DAL NOSTRO INVIATO Le due famiglie non si parlano, la morte delle loro ragazze - Monica, 18 anni, e Costanza, 20 - in un anonimo gelido canale che costeggia la Senna potrebbe unirle nel dolore. Invece scatena antichi rancori e nuovi dubbi. Come se i genitori di ciascuna imputassero a «quell'altra» la tragica scomparsa. Gli Amalfitano hanno lasciato Troyes con il feretro ieri sera verso le 20. Gli Sproviero dovrebbero partire stamane. Direzione, per entrambi, Firenze dove Monica e Costanza trascorrevano un'esistenza tranquilla, appena scossa dalle irrequietezze giovanili fino a quella maledetta vacanza in Francia, la settimana scorsa. Ma rimane in loco il vicequestore Maurizio Cimmino. Perché il giallo rimane intatto. E la Gendarmeria, il giudice istruttore, la procura lo ammettono senza mezzi termini. Ci vorranno giorni, forse settimane per mettere a fuoco il caso e scegliere infine fra le tre ipotesi che gli investigatori si rigirano in mano da sabato sera, quando affiorò il primo cadavere: incidente, doppio suicidio, delitto. L'autopsia era attesa con impazienza. Ma ora che l'abbiamo sotto gli occhi, non si può dire fornisca una risposta univoca agli interrogativi. Nessuna traccia di abuso sessuale, né violenze. Monica e Costanza non furono dunque uccise e gettate nel canale dall'assassino. Ma ciò non esclude l'omicidio. E se qualcuno le avesse spinte? Si può obiettare che erano in pieno possesso delle loro facoltà. La perizia necroscopica esclude vi fosse droga nell'organismo come qualcuno ipotizzava. Narcotizzate e soppresse? No: la storia è diversa. Afferma Cimmino, sulla base di quanto gli comunica la Gendarmeria, che il duplice decesso sarebbe dovuto, in definitiva, a congestione. L'acqua gelida (-7 gradi) le paralizza, gli spasmi impediscono loro di mettersi in salvo malgrado una almeno fosse ottima nuotatrice e in pochi atti¬ JeRiia Da sinistra Costanza Sproviero e Monica Amalfitano. I loro corpi sono stati ritrovati in un canale della Senna Caccia agli uomini con cui le giovani avrebbero trascorso l'ultima sera E le famiglie divise nel dolore non si rivolgono la parola Enrico Benedetto Il pretore di Perugia

Persone citate: Cimmino, Costanza Sproviero, Maurizio Cimmino, Monica Amalfitano, Sproviero

Luoghi citati: Firenze, Francia, Perugia